LE NOSTRE INTERVISTE ESCLUSIVE: ENRICO PUJIA

Ponte terrestre tra Europa e Asia, i Balcani sono un’enorme vastità montuosa di grande importanza strategica in ambito comunitario quanto internazionale. Nonostante i profondi contrasti culturali, economici e sociali interni, per la prima volta nella loro storia, i Paesi balcanici da tempo hanno intrapreso un complesso processo volontario di unificazione verso l’UE. Attraverso  il corridoio marittimo adriatico, unico Stato ad affacciarsi lungo tutto il versante costiero occidentale balcanico, l’Italia è il paese UE ineludibilmente più coinvolto nell’accompagnamento a questo epocale cambiamento.  
Tra le varie iniziative promosse in questi anni, sta assumendo un grande peso l’elaborazione del Piano d'Azione della Strategia macroregionale Adriatico-Ionica di medio e lungo periodo.  Risultato del lavoro congiunto di tutti gli Stati territorialmente coinvolti alla costruzione della macroarea, il Piano è  di estremo interesse soprattutto per i territori italiani adriatici.  Esso, come da mandato UE, sarà presentato nel 2014 e distinto nei 4 pilastri tematici progettuali blue economy, mobilità, ambiente e turismo, che saranno tracciati seguendo i percorsi dell’innovazione e della formazione delle risorse umane per le PMI.
Enrico Pujia, Direttore Generale della Direzione del Trasporto Marittimo e delle acque interne del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT), recentemente nominato dal Ministro Commissario del Porto di Augusta, è il Focal Point in rappresentanza del Ministero Infrastrutture e Trasporti (MIT) nei lavori di elaborazione del Piano. Esperto di Short Sea Shipping e dei traffici ad esso collegati, ci fa il punto della situazione. Ecco cosa ci ha risposto in merito a tale Piano.


Qual è il ruolo dei trasporti nella costruzione della macroarea?
In questa prima fase sono determinanti per l’interscambio e la cooperazione dei Paesi aderenti all’iniziativa. Storicamente, i traffici marittimi rappresentano già una cooperazione transfrontaliera radicata, rendendo la Strategia Marittima propedeutica a quella più ampia per la Macroregione Adriatico-Ionica.


Con chi sarà costruita?

Con gli Stati membri, gli stakeholders e le Regioni.


Quali saranno i vantaggi per l’Italia?

Politicamente, di svolgere il ruolo di Leader della Strategia; economicamente, di facilitare gli scambi di beni e servizi con i Paesi dell’area. Il coordinamento per “Azioni” mira a risolvere quei problemi comuni, come ambiente e trasporti, che non possono essere affrontati con la medesima efficacia da singoli Stati o regioni.


E le criticità?

Mettere a fattor comune tutte le esperienze e i tre “NO” posti a condizione della Macroregione.


Quali sono?

NO a una legislazione ad hoc; NO a nuove strutture istituzionali; NO a fondi aggiuntivi. Ma quest’ultimo può rivelarsi risorsa, spingendo a un migliore utilizzo dei fondi già esistenti, “valori aggiunti” spesso inutilizzati dai diversi attori.


Quali soggetti italiani sono coinvolti nella stesura del Piano?

Il Ministero degli Affari Esteri è il coordinatore nazionale, sulla base del Codice di Condotta del Partenariato, con partecipazione piena di Regioni e territori grazie a un coordinamento specifico raccordato all’Intergruppo adriatico-ionico del Comitato delle Regioni UE, presieduto dal Presidente della Regione Marche. Oltre al Gruppo Strategico di Cooperazione Territoriale Europea ed ad un meccanismo di predisposizione dei documenti programmatici, la stesura del Piano si avvale anche del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del MISE e di un sistema di Focal Points ministeriali (Ambiente, Infrastrutture e Trasporti, Politiche Agricole e Pesca, MIUR, Beni e Attività Culturali).


A che punto siamo?

Come da mandato conferito dal Consiglio europeo alla Commissione a fine 2012, il Piano d’Azione dovrà essere presentato entro il 2014. L’Italia sta lavorando per la sua approvazione definitiva nel II semestre, in significativa coincidenza con la nostra Presidenza UE.


Lei ha definito la Blue economy propedeutica alla macroregione. Tutti i porti delle sponde adriatiche guardano ai mercati del Centro Europa. C’è pericolo di forte concorrenza e sovradimensionamento infrastrutturale?

Alla marcata globalizzazione, è emerso un concreto interesse dei Paesi aderenti alla Macroregione verso forme di cooperazione nel settore portuale, per creare massa critica e competere con le altre aree Med. Forme più avanzate di collaborazione tra operatori intermodali, logistica ed armatori, e, dove necessario, complementarietà e specializzazione di ciascun porto, anche sotto il profilo impiantistico ed infrastrutturale, sono necessari; come incontri tra armatori, AP ed autotrasporto dei diversi Paesi per un sistema SSS che intercetti traffico dall’Africa e dal Mar Nero.


Come si armonizza con le TENs?

Utilizzare appieno il nuovo corridoio Baltico-Adriatico, servendo contenitori e merci verso il Centro Europa, è un’occasione unica per valorizzare congiuntamente le potenzialità competitive dell’insieme degli scali della regione. Partendo da una preventiva analisi dei flussi, devono essere potenziati quei collegamenti marittimi e quelle infrastrutture portuali ritenuti necessari a favorire nuove iniziative di interscambio, in una visione d'insieme sulle interconnessioni con le reti stradali e ferroviarie, supportate da un adeguato sistema di logistica integrata e dallo sviluppo di infrastrutture immateriali come il Single Window.


Saranno possibili anche posizioni comuni da assumere sulle norme di livello europeo?

Certo, collaborando nell’esame di proposte normative, come il Regolamento all’accesso ai servizi portuali e sulla trasparenza del finanziamento infrastrutturale, ed aumentando lo scambio di know-how e di esperienze di gestione portuale e di finanziamento dei Progetti.


Molte PMI italiane hanno delocalizzato i propri impianti nei Balcani …

Regioni e CCIAA che partecipano attivamente alla stesura del Piano, hanno ben chiare le esigenze delle imprese italiane rimaste sul territorio nazionale e di quelle che, pur avendo delocalizzato, ne mantengono il mercato di riferimento. La funzione dell’obiettivo tematico “Mobilità sostenibile di persone e merci” è proprio quella di considerare i flussi commerciali, predisponendo programmi operativi che identificano e selezionano obiettivi e azioni, indicando le fonti di finanziamento d’intesa con il MISE, nell’ambito della programmazione “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”.


Come si concilierà con le programmazioni di sviluppo dei territori?

Le proposte del Piano d’Azione devono essere coerenti con esse ed individuare fondi e programmi comunitari contenuti nel Quadro Finanziario UE 2014-2020. I territori pubblici e privati sono attori e beneficiari della Strategia adriatico-ionica e le iniziative che creano vantaggio di sviluppo devono evitare duplicazioni, coinvolgendo gli attori rappresentativi come l’Euroregione Adriatico-ionica ed i tre Fora collegati all’Iniziativa Adriatico-Ionica (Forum CCIAA adriatico-ioniche, UNIADRION, Forum Città Adriatico e Ionio).


Giovanna Visco