16/01/2019

Addio al vecchio Sistri, anticipazioni aspettando il nuovo sistema di monitoraggio dei rifiuti

Cominciano a trapelare indicazioni sul nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti (Sistri) e contenute nella relazione al ddl di conversione del DL 135/18 (Semplificazioni), che – di fatto – ha mandato in soffitta il vecchio Sistri dallo scorso 1° gennaio 2019. Stoppato temporaneamente anche l’obbligo di versamento dei contributi da parte degli operatori per il funzionamento del sistema stesso, il quale pur essendo nato nel 2010 di fatto non è mai entrato in vigore, costando paradossalmente alle imprese 141 milioni di euro da 8 anni a questa parte. 


Il nuovo sistema di monitoraggio dei rifiuti dovrebbe prevedere tre livelli: una struttura ministeriale responsabile della stesura delle regole che ne coordinerà e controllerà l'applicazione; una struttura di assistenza e interfaccia con le imprese nell'applicazione delle regole e capace di garantire interazione in presenza di problematiche e necessità operative; una struttura tecnologica composta da una parte software e da una parte hardware. 


Questa impostazione a tre livelli è in sintonia con quella presente nel decreto legge 135/2018 in corso di conversione in legge, il cui art. 6, comma 3 parla di un "nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti organizzato e gestito direttamente dal ministero dell'Ambiente". 


In attesa del varo del nuovo Sistri cosa devono però fare gli operatori? Sono tenuti a rispettare gli adempimenti previsti dagli articoli 188-189-190 e 193 del d.lgs. 152/2006, provvedendo alla tenuta e alla compilazione dei registri di carico e scarico, dei formulari di identificazione dei rifiuti (Fir), nonché alla trasmissione annuale del modello unico di dichiarazione ambientale  (Mud).
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