21/11/2017

GS1 Italy monitora l'uso dell'EDI nel largo consumo

Tra le imprese del largo consumo cresce lo scambio elettronico dei documenti del ciclo ordine-fattura: è questa la prima evidenza dell’edizione 2017 del “Monitoraggio sull’uso dell’EDI nel largo consumo in Italia" di GS1 Italy, un importante lavoro che fa il punto sull’utilizzo dell’EDI (Electronic Data Interchange) da parte delle imprese produttive e distributive presenti in Italia. Con due obiettivi: conoscere il livello di adozione del sistema di interscambio elettronico e creare una maggiore consapevolezza dei trend in atto e delle opportunità di sviluppo delle aziende. 


EDI, una necessità per essere competitivi specie nell'export
«Se fino a pochi anni fa l’EDI era uno strumento mirato a migliorare l’efficienza, oggi, con la digitalizzazione dei processi, sta diventando una vera e propria necessità per competere al meglio, soprattutto per far fronte alla chiamata dell’export e alle sempre più frequenti relazioni con clienti esteri, che rappresentano un’opportunità di crescita e sviluppo» spiega Massimo Bolchini, standard development director di GS1 Italy, che ha commissionato alla School of Management del Politecnico di Milano la ricerca. «Questo monitoraggio – cui hanno partecipato i provider Di.Tech, Intesa, Tesisquare e la piattaforma Procedo – ha permesso di realizzare una “fotografia" del livello di diffusione dell’EDI nel mondo del largo consumo, comprendendo la tipologia di attori, i trend che ne hanno caratterizzato lo sviluppo nell’ultimo triennio sia in termini di aziende sia in termini di messaggi scambiati e, quindi, di maturità delle relazioni che si sono instaurate all’interno dell’ecosistema» ha dichiarato Irene Facchinetti, direttore Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b della School of Management del Politecnico di Milano. 


Trend positivo per lo scambio dati specie per l'ecosistema Euritmo
Dallo studio emerge il trend positivo dello scambio elettronico di dati: nel 2016 sono stati scambiati in digitale oltre 41 milioni di documenti, tra ordini, conferme d’ordine, documenti di trasporto e fatture. L’andamento positivo è stato rilevato, in particolare, dall’ecosistema Euritmo, ovvero dal circuito dei provider certificati da GS1 Italy a cui oggi fanno riferimento quasi 8 mila imprese del largo consumo. Il monitoraggio ha messo a fuoco i fattori che stanno spingendo la diffusione dell’EDI e le aree di criticità. 


Pregi e vantaggi dell'adozione dell'EDI e cosa spinge al cambiamento
Tra le ragioni dell’aumento dell’adozione dell’EDI ci sono i bassi investimenti necessari per l’implementazione e la facilità di utilizzo. Tra i freni a una maggior diffusione tra le imprese retail e produttrici ci sono soprattutto le questioni organizzative, ossia la difficoltà a intervenire sui processi interni e la tendenza a conservare i sistemi esistenti. Timori che le imprese spesso vincono sotto la spinta di un evento esterno, come l’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica per la Pubblica Amministrazione o le richieste di attivazione dell’EDI da parte di clienti esteri. Fattori come questi sono determinanti per diffondere in Italia la digitalizzazione dei documenti. «Lo scambio elettronico delle informazioni commerciali permette di arginare quell’area grigia di errori e di costi occulti determinati da duplicazione e perdita di informazioni, passaggi intermedi e trascrizioni, e permette quindi di eliminare errori, inefficienze e sprechi - conclude Bolchini - Ora sta alle imprese il compito di superare gli ostacoli, più culturali che reali, per una più ampia diffusione dei processi di digitalizzazione dei documenti».
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