26/10/2016

Una flotta marittima competitiva fattore di traino per l'occupazione del settore

Dopo una panoramica dei principali eventi, politici ed economici, che hanno caratterizzato gli ultimi mesi e che inevitabilmente si sono ripercossi sugli andamenti dei noli della maggior parte dei comparti marittimi, Emanuele Grimaldi si è soffermato sul coinvolgimento di unità mercantili nelle operazioni SAR (search and rescue) che, dal 2014 ad oggi, hanno contribuito a salvare circa 70.000 persone. Ha poi rilevato l’emergere di nuove misure protezionistiche – 200 negli ultimi 12 mesi registrate in 31 Paesi monitorati dalla Commissione europea – a fronte delle quali “nessuna di quelle preesistenti di ostacolo al commercio è stata eliminata. “È rilevante il fatto che alcuni di questi Paesi nello scacchiere mondiale sono importanti importatori ed esportatori e controllano forti flotte mercantili". 


Condizioni di lavoro a bordo, gli impegni degli armatori
In merito alla salvaguardia dell’occupazione, il presidente di Confitarma ha affermato che “da sempre, lavoriamo sia per garantire ai nostri equipaggi condizioni di lavoro a bordo migliori, sicurezza della navigazione e welfare avanzato sia per una loro certificazione qualificata di competenze, riconosciuta a livello internazionale nonché per la formazione delle nuove leve". Inoltre, ha aggiunto “Abbiamo dimostrato nella pratica come l’imbarco regolato di personale extracomunitario ai fini del mantenimento della competitività abbia di fatto trainato l’occupazione di marittimi italiani". Infatti, nonostante le flessioni registrate, la flotta mercantile italiana, con oltre 16,5 milioni di tonnellate, è sempre nelle prime posizioni: seconda nell’Unione europea, terza tra le flotte dei maggiori Paesi riuniti nel G20 e quarta al mondo. “La competitività della flotta italiana- ha sottolineato Grimaldi - è stata rafforzata e mantenuta grazie a misure che hanno consentito ai nostri armatori di fronteggiare ad armi pari la concorrenza estera di marine sia comunitarie che extra-comunitarie". 


I rapporti con ABI e la questione Emendamenti di Manila 
Per quanto riguarda i rapporti tra armatori e sistema bancario il presidente di Confitarma ha affermato che la collaborazione con l’Associazione Bancaria Italiana e con i maggiori gruppi bancari italiani impegnati nel settore marittimo “ha consentito un approccio in chiave sistemica di processi di ristrutturazione finanziaria di molte imprese associate". Il presidente ha poi espresso le preoccupazioni dell’armamento per i certificati adeguati ai nuovi requisiti introdotti dagli Emendamenti di Manila alla Convenzione STCW, che l’Amministrazione deve rilasciare ai marittimi italiani “si parla dei certificati di competenza di ben oltre 10.000 ufficiali, nonché dei certificati relativi a circa 20.000 sottufficiali e comuni". 


L'impegno degli associati nella formazione di nuove risorse
Per quanto riguarda la formazione di nuove risorse, il presidente di Confitarma ha ricordato il forte impegno degli armatori italiani (accanto alle consolidate attività di Genova e Gaeta, è stato costituito l’Istituto Tecnico Superiore nell’area dell’Alto Adriatico), e ha sottolineato l’importanza dell’accordo con le OOSS confederali del 30 luglio 2015, per ampliare le opportunità di imbarco degli allievi italiani. Inoltre, ha reso noto che da recentissima indagine di Confitarma su navi di bandiera italiana associate, iscritte nel Registro internazionale, emerge che, a fronte dell’obbligo di imbarcare un solo allievo ufficiale, ogni nave ne imbarca in media due. Tenendo conto della normale turnazione fra i periodi di imbarco e quelli a terra, a bordo di tali navi associate, nell’anno successivo alla sottoscrizione dell’accordo, sono stati imbarcati più di 1.300 allievi ufficiali". 


Maggiore sicurezza a bordo
Per il Fondo Solimare, istituito nel 2015 per dare supporto ai lavoratori del settore marittimo che non hanno mai beneficiato dell’istituto della Cassa Integrazione, e per la riforma del collocamento della gente di mare, Grimaldi ha auspicato un rapido intervento delle Amministrazioni coinvolte. Parimenti, per quanto riguarda la sicurezza degli equipaggi, ha chiesto che venga data al più presto concreta attuazione ai corsi di formazione necessari per l’imbarco delle guardie giurate su navi che operano in aree a rischio, “oppure meglio ancora ratificare l’esperienza maturata dalle guardie giurate finora imbarcate". 


Verso flotte marittime sempre meno inquinanti
In tema di ambiente, Emanuele Grimaldi ha ribadito che dal 2007, a fronte dell’aumento del commercio via mare, lo shipping ha ridotto di oltre il 10% le sue emissioni totali di CO2, riduzione registrata in tutti i Paesi insieme all’aumento del 20% dal 2005 dell’efficienza dell’intera flotta mondiale “oggi circa il 90% del commercio mondiale utilizza il trasporto marittimo, che è la modalità più efficiente, responsabile solo per il 2,2% delle emissioni globali di CO2". “L’intermodalità marittima è la risposta per ridurre l’impatto ambientale e rendere sostenibile il trasporto – ha affermato il presidente di Confitarma. Il settore delle navi traghetto per il trasporto di merci e passeggeri trasporta annualmente a livello mondiale 2,1 miliardi di passeggeri via mare, poco meno di quelli trasportati via aereo; mentre mettendo in fila auto, semirimorchi e pullman imbarcati si coprirebbe 4 volte, la distanza tra la terra e la luna, pari a oltre 380.000 km. Grimaldi ha poi aggiunto che lo short sea shipping è un successo tutto europeo: dei 40 milioni di camion imbarcati sulle navi nel mondo ogni anno, il 75% viaggia su rotte europee. In Italia, il sistema delle Autostrade del Mare continua a svilupparsi: rispetto al 1999, i metri lineari offerti dai servizi regolari di navi ro-ro sono aumentati del 160%, per la Sicilia, del 122% per la Sardegna e del 1.240% su rotte internazionali (collegamenti tra l’Italia e Marocco, Tunisia, Spagna, Francia, Malta, Albania e Grecia). Il presidente ha quindi ringraziato il ministro Delrio per l’assicurazione che il Marebonus e il Ferrobonus saranno operativi entro l’anno. 


Riforma dei porti promossa con riserva
Sulla riforma della portualità e della logistica, Emanuele Grimaldi, ha rimarcato che la maggiore autorità della nuova governance dei porti certamente potrà agevolare la semplificazione di alcuni processi decisionali delle AdSP che allo stesso tempo avranno maggiore responsabilità. D'altra parte, occorrerà verificare se la maggiore autonomia delle Autorità di Sistema Portuale possa tradursi in migliori livelli di competitività e di efficienza dei nostri porti, oltre al fatto che nell'ambito del Tavolo di Partenariato, il ruolo dei rappresentanti di categoria è meramente consultivo mentre il loro contributo avrebbe potuto essere importante per le decisioni strategiche che interessano i nostri porti. “In ogni caso, credo che a questo punto non resti che attendere il completamento dell'attuazione della riforma, che si auspica possa avvenire in tempi rapidi, in modo da poter valutare sul piano concreto gli effetti che ne scaturiranno". 


L'Atto n.321 del Governo danneggerà il settore e il Paese
L’ultima parte del suo discorso il presidente Emanuele Grimaldi lo ha dedicato all’Atto n.321 del Governo, “i cui effetti sono ben chiari ed evidenti a tutti coloro che conoscono il settore e che, in caso approvazione, non tarderanno a palesarsi trascorso il periodo transitorio di 18 mesi dalla sua pubblicazione". Grimaldi ha spiegato che la crescita costante della flotta dal 1998 al 2015 ha trainato l’occupazione marittima passata 30.000 a 63.000 unità. “Lo abbiamo detto tante volte ma volentieri lo ripeto – ha affermato - è stato istituito il Registro internazionale, grazie alla felice intuizione della classe politica di allora (Parlamento e Governo) che all’unanimità approvò la riforma della navigazione marittima, recependo in pieno le linee guida dell’Unione europea. Il contenuto di questa riforma può essere riassunto in una sola parola: FLESSIBILITA’. Secondo il presidente di Confitarma le modifiche contenute nell’Atto di Governo n.321 non sono affatto marginali e non tengono conto delle normative comunitarie che regolano differenziandoli chiaramente, i traffici di cabotaggio continentale, insulare e di short sea shipping, imponendo l’obbligo di imbarcare personale esclusivamente italiano/comunitario su tali tratte, con perdita di competitività della bandiera italiana e l’inevitabile trasferimento della flotta traghetti sotto altra bandiera comunitaria. “Il flagging out, ancorché solo dei traghetti di bandiera nazionale coinvolti dalla norma, comporterebbe una perdita di circa 1.500 posti di lavoro in Italia". “Non ci saranno vantaggi per nessuno ma danni per tutti: armatori, marittimi e utenza, in pratica per l’intero sistema Paese. Da parte nostra abbiamo fatto presente queste preoccupazioni in tutte le sedi istituzionali, nonché sulla stampa. Per contro, abbiamo percepito un assordante silenzio da parte dei dicasteri coinvolti e nulla è stato eccepito in merito alle evidenti storture che questo decreto legislativo imporrà". Infine, il presidente di Confitarma ha lanciato un segnale di allarme a nome di tutto l’armamento italiano “abbiamo bisogno di regole certe e di continuità delle scelte di politica marittima" e ha quindi concluso il suo discorso rivolgendo al ministro la domanda “se la Sua Amministrazione intenda intervenire per riprendere la rotta che ci ha visti protagonisti di un successo comune" in termini di flotta e occupazione.  

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