16/11/2017

Il patto tra logistica, trasporti e industria funziona e aiuta la ripresa economica

Il patto tra logistica, trasporti e industria funziona e consentirà di sfruttare le opportunità di crescita che la ripresa in atto nuovamente offre: questo il messaggio emerso dal recente forum di Pietrarsa dove i rappresentanti dei diversi settori hanno fatto un punto sui risultati della ‘cura del ferro’ che il governo sta implementando. 


La ripresa del trasporto su ferro in numeri
E i ‘numeri’ lo confermano: 80 miliardi di fatturato sui corridoi logistici, incremento del traffico a 49,23 milioni di treni chilometro; crescita del traffico ferroviario merci quadrupla rispetto a quella del Pil (dal 2014 al 2017 + 8,9% contro un +2% del prodotto). Forte anche dei ‘numeri’ che indicano una ripresa dell’attivita’ industriale il ministro Delrio ha spiegato che "C'è stato un incremento del trasporto merci su ferro molto importante, ci sono imprese che si sono riorganizzate per questi obiettivi, in primis le FS che hanno costituito una unica grande società, MerciItalia, che ha più di un miliardo e mezzo di investimenti in corso per potenziare il settore ferroviario"


Orgoglio di Governo per la "cura del ferro"
E in questo il ministro rivendica il ruolo del Governo: "abbiamo messo incentivi ulteriori per il rinnovo dei carri ferroviari, abbiamo finanziato completamente i corridoi merci". Insomma quello che sta per chiudersi e' stato un anno 'molto intenso' anche per il settore della logistica "che finalmente sta diventando un settore trainante nel nostro Paese. Le ultime stime parlano di 80 miliardi di fatturato sulla concentrazione dei corridoi logistici. Dunque il Paese sta crescendo e noi abbiamo bisogno di dare certezze alle imprese". Che la cura del ferro stia funzionando lo ha confermato anche l'amministratore delegato di Rete Ferroviaria italiana, Maurizio Gentile: "il traffico merci su ferro continua ad aumentare. Dal minimo di 43 milioni di treni chilometro siamo già risaliti nel 2016 ai 47. Ora siamo quasi a fine novembre e il 2017 si va attestando intorno a 49,23 milioni di treni chilometro. E questo significa che c'è un ulteriore incremento della modalità ferroviaria per quanto riguarda il trasporto merci". 


Molto ancora resta da fare, parola di Assoferr
“Questa inversione di tendenza – ha spiegato Guido Gazzola, presidente di Assoferr - è avvenuta grazie alla connessione con i porti, agli incentivi, alla formazione, eec. Ma siamo in Europa il fanalino di coda con una quota modale del ferro sul trasporto terrestre del 13%, anche se le imprese private del settore stanno conquistando notevoli quote. Per il futuro dobbiamo aumentare tale quota in modo sensibile attraverso molte azioni quali l’efficientamento del materiale rotabile, oltre a sostenere le industrie che investono sul trasporto via ferro. Inoltre va sviluppata la centralità dei porti e bisogna garantire che le merci pericolose possano avere tracce ferroviarie dedicate. Va adeguata la legislazione italiana alla migliore legislazione europea. Molto è stato già fatto, ma “a queste positive azioni che stanno avvenendo concretamente va regolamentato il trasporto stradale, anche con una tassazione specifica per sfavorire l’uso della gomma". 


L'ottimismo realistico di Cascetta (RAM)
Ma i risultati sono evidenti, almeno stando alle parole di Ennio Cascetta, che ha guidato la struttura di missione strategica del MIT e ora è alla guida di RAM, la società per le autostrade del mare: “Dal 2014 al 2017 il traffico ferroviario merci è cresciuto del + 8,9%, quattro volte più del PIL, che è cresciuto del 2%". Cascetta ha ricordato i pilastri dell’azione di governo per far ripartire il settore del trasporto ferroviario e intermodale delle merci, che dal 2007 al 2014 ha perso quasi il 50% del traffico. Negli ultimi due anni è però cominciata la risalita con una crescita del 4 per cento nel 2015 e del 4,6 per cento nel 2016. 


Il rilancio del merci ferroviario chiede continuità 
“Necessario è integrarsi con l’industria. Confetra e Confindustria devono essere player nazionali in un mercato europeo" è quello che afferma Nereo Marcucci, presidente di Confetra. “In due anni è stato fatto ciò che non era stato mai fatto nei precedenti 20 anni" ha continuato Marcucci che ha poi chiesto ai prossimi vincitori delle elezioni politiche “non solo continuità ma anche completamento delle normative già in discussione". “Pietrarsa è diventato un punto costituente dell’idea di Europa che abbiamo – ha detto tefan Pan, vice presidente di Confindustria – la grande sfida è quella di avere un sistema resiliente ed efficace". Marco Gosso di Mercitalia Logistics ha dichiarato “in questi ultimi 12 mesi abbiamo concretizzato il polo Mercitalia che offre oggi un’interfaccia commerciale unica e quest’anno genereremo una cassa per la prima volta di 135 milioni di di euro". Zeno D’Agostino, presidente AdSP Mar Adriatico Orientale ha dichiarato che “serve più dialogo tra il mondo portuale e interportuale, ci vogliono soggetti che conoscano entrambe queste le realtà per metterle in comunicazione e sfruttarne a pieno le potenzialità". Per Giancarlo Laguzzi, presidente FerCargo, “in questi ultimi anni non abbiamo trainato la cura del ferro, ma sicuramente l’abbiamo consentita e noi come associazione, nel 2016, abbiamo registrato un trend di crescita del 20%". 


IL POST FACEBOOK DI DELRIO SUL FORUM DI PIETRARSA
Per commentare la partecipazione il ministro Delrio ha scritto un post sul suo profilo Facebook: "E’ stato davvero un appuntamento significativo quello di oggi a Pietrarsa dove abbiamo discusso della “Cura del ferro oggi e domani" con Assoferr, Confetra, Confindustria e tanti protagonisti del settore, a cominciare da Rfi. Ed è stato importante sentire dai rappresentanti di questi mondi imprenditoriali espressione come questa: "se fino a qualche anno fa chiedevamo al governo discontinuità oggi chiediamo con forza continuità". E’ il riconoscimento per il lavoro che abbiamo impostato e portato avanti proprio con la “cura del ferro". Sta accadendo un fatto culturale di straordinario livello: sta crescendo nella opinione degli operatori la consapevolezza che si deve marciare verso una transizione ecologica completa del trasporto delle merci e quindi questo mercato residuale oggi deve diventare prevalente, ecco l’orizzonte dei prossimi dieci/quindici anni. L’obiettivo è spostare il 30% del trasporto delle merci dalla gomma al ferro. I dati sono incoraggianti. Nel triennio 2014/2016 il trasporto ferroviario delle merci è cresciuto del 9%, tre volte la crescita del Prodotto interno lordo. E nel Mezzogiorno il balzo è stato anche più sostenuto essendo l’asticella giunta al 12,6%. Tanti interventi decisi dal governo, come i 100 miliardi per le cento opere prioritarie e come il ferrobonus, hanno dato frutti molto incoraggianti. Il nostro proposito fin dall’inizio è stato quello di fornire alle imprese un quadro di certezza delle regole ed un metodo, il metodo della condivisione. La fatica di lavorare insieme è fondamentale. Se il Paese sta crescendo è perché, accanto alle riforme importanti che abbiamo messo in campo, abbiamo lavorato perché ci fosse un orizzonte chiaro per le imprese e queste potessero pianificare e programmare i loro investimenti e così creare occupazione. Tutto il “programma di interventi" varato un anno fa a Pietrarsa in occasione della prima edizione degli Stati generali della “cura del ferro" è stato attuato ed il tutto in stretto raccordo sinergico con i sette “tavoli tematici" tra Mit e associazioni di categoria lanciati proprio dopo la presentazione del Position Paper del febbraio 2006. Occorre andare avanti, ma la strada è quella giusta".
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