Nel report si evidenzia la portata economica della crisi, che ha stravolto completamente lo scenario a livello mondo. L’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale – FMI rivede al ribasso le previsioni per il 2020 e stima un recupero, dopo la fase più acuta dell’epidemia, più lento a causa anche del perdurare e dell’aggravarsi della situazione in Paesi dal peso economico rilevante, quali Stati Uniti e Brasile. La performance peggiore è quella prevista per l’Unione Europea con un -8,3% di Pil nel 2020. Le conseguenze economiche della pandemia sono ben visibili per l’Europa già nei primi tre mesi dell’anno. Secondo i dati diffusi da Eurostat sul primo trimestre, il Pil dell’Unione Europea – senza Regno Unito – ha registrato un -2,6%rispetto al primo trimestre del 2019. Gli Stati Uniti, invece, hanno registrato una debole crescita (+0,3%). Per gli USA, colpiti più tardi dall’epidemia, saranno decisivi i dati sul secondo trimestre. Più positivo il quadro per i Paesi asiatici che dovrebbero riuscire a contenere gli effetti della crisi.
Per quanto riguarda l’Italia, nell’Outlook del FMI è stimata una contrazione del -12,8% del Pil, il dato più basso a livello globale. Il nostro Paese, tuttavia, è stato tra i primi coinvolti nell’emergenza e a superare la fase dilockdown. L’Istat, infatti, ha registrato per maggio e giugno i primi segnali economici positivi tra cui spiccano un aumento della vendita al dettaglio del +24,3% rispetto ad aprile e una crescita della produzione industriale del +42,1% su aprile 2020 come conseguenza della riapertura delle attività. Rispetto a maggio 2019 la produzione è comunque al -20,3% in uno scenario caratterizzato da debolezza della domanda aggregata che comporta un clima deflazionistico con una diminuzione dei prezzi del -0,2% da giugno 2019 a giugno 2020.
Gravissime le ripercussioni della pandemia sul commercio internazionale. Il commercio italiano con i paesi Extra Ue nei primi 5 mesi del 2020 ha subito una forte contrazione: -16,8% per l’export, -19,2% per l’import. Il mese di maggio ha segnato una prima svolta con un deciso aumento delle esportazioni (+37,6%) rispetto al mese di aprile, mentre le importazioni (-2,4%) risentono ancora della debolezza della domanda interna.
Il crollo degli scambi internazionali si riflette, naturalmente, sul traffico container che ancora a maggio ha registrato una flessione a livello globale del -11,4%. Per quanto riguarda il traffico marittimo, i principali porti italiani hanno registrato una flessione del -8,2% nel periodo gennaio-maggio 2020. Il risultato negativo è imputabile in particolare ai mesi di aprile e maggio, in cui si sono registrati valori intorno al -30%, come nel caso di Genova. L’andamento della crisi è osservabile anche dal trend del costo dei noli che, dopo una decisionediminuzione fino a maggio, hanno iniziato a risalire concordemente alla ripresa del traffico marittimo.
Il settore del cargo aereo è quello più colpito con una stima al -16,8% per il 2020 in termini di CTK (cargo &mail t-Km). In Italia il trasporto aereo, nei primi 5 mesi del 2020 è calato del -26,7% con punte del -51,8% a Roma FCO e del -41,3% a Bergamo Orio al Serio. A partire dal mese di maggio è cominciata una rilevante inversione di tendenza. Infatti, pur rimanendo ben al di sotto dei valori raggiunti nel maggio 2019 (-40,1%), rispetto al mese di aprile ha registrato una crescita del +31,8%.
“Il quadro economico che emerge è preoccupante ma conoscerlo ci consente di essere più preparati davanti alle sfide che ora si pongono. Non sarà un percorso facile: il commercio internazionale è stato penalizzato moltissimo dalla fase delle chiusure e l’Europa uscirà da questa crisi con danni maggiori di altri, penso alla Cina e all’Asia in generale. Ci sono, però, segnali positivi importanti da non trascurare. Innanzitutto, il fatto che l’Italia è uscita dal lockdown prima di molti altri Paesi e la produzione industriale sta riprendendo. L’asimmetria della crisi colpisce l’import-export ma questo tempo può essere utilizzato per pianificare e guadagnare vantaggio rispetto ai competitor. L’Europa, inoltre, si è mostrata coesa nella risposta all’emergenza. I risultati dei negoziati in Consiglio Europeo sono importanti e aprono la strada per un’Europa più forte e competitiva anche dal punto di vista economico. Tornare più forti nello scenario del commercio internazionale è vitale per l’Europa e soprattutto per l’Italia, il cui Pil è trainato dall’import-export. Sostenere la logistica, le spedizioni e il trasporto merci è fondamentale per consentire alle aziende produttrici di internazionalizzare e dare nuovo impulso, dunque, agli scambi economici", commenta Il presidente di Fedespedi Silvia Moretto.
Il report è disponibile qui: https://www.fedespedi.it/centro-studi/