23/03/2018
Dal 2000 ad oggi sono più di 250 i gruppi cinesi e di Hong Kong che hanno investito
nel nostro Paese. Nella stragrande maggioranza dei casi (90%) l'investitore cinese ha il controllo: il 70% sono
investimenti greenfield, il 30% acquisizioni (il 60% da italiani e il 40% da precedenti investitori stranieri). Per
funzionare, questa integrazione tra aziende italiane e cinesi, deve essere culturale, prima ancora che
aziendale. Ci sono molti casi di successo che hanno seguìto questo percorso e ancora più opportunità per le
aziende italiane che vorranno seguirlo, grazie a operatori in grado di facilitare le relazioni tra due mondi
destinati ad essere sempre più in contatto nei prossimi anni. Sono stati questi gli argomenti al centro del
convegno organizzato da Tuvia Italia - Kerry Logistics e Fondazione Italia Cina, con il sostegno della Camera
di Commercio Italo Cinese, dal titolo "The Value of Fusion: l'importanza della cooperazione nelle relazioni
economiche tra Italia e Cina", che si è tenuto il 22 marzo nella prestigiosa cornice della Sala Tiepolo di Palazzo
Clerici, a Milano, davanti a oltre un centinaio di imprenditori italiani e cinesi.
Cina, un Paese in profonda transizione
L'evento si è focalizzato sulle interazioni tra imprese italiane e cinesi al tempo del rilancio della Via della Seta
e sui percorsi di fusione, non sempre facili, in un momento storico che vede la Cina impegnata in una nuova
stagione di globalizzazione e di passaggio dalla quantità alla qualità, come prevede il “New Normal". La Cina
sta infatti affrontando una profonda transizione, che la porterà ad essere un'economia avanzata e basata in
particolare su consumi, servizi e innovazione. Un percorso di trasformazione cruciale per rilanciare il tessuto
industriale cinese e che si annuncia stabile e continuo con una presidenza "di lunga durata", quale si annuncia
essere quella di XI Jinping.
Tante opportunità, ma anche ostacoli
Oggi la Cina offre ancora molteplici opportunità agli investitori italiani, ma rispetto
al passato richiede una maggiore conoscenza delle dinamiche settoriali e locali in vista dell’ingresso nel
mercato: in particolare quella della costante crescita dei consumi e quella della crescita del livello tecnologico,
come previsto dal piano Made in China 2025.
Nelle due sessioni i partecipanti hanno parlato di storie di successo di integrazione tra società italiane e cinesi,
e hanno discusso delle opportunità economiche in Cina per le aziende italiane. Oltre alle opportunità, ci sono
anche ostacoli. La cooperazione risulta essere la pietra miliare affrontarli e gradualmente superarli. Tuttavia,
la stessa da sola non basta, le aziende italiane devono mettere in conto anche investimenti e perseveranza
in una logica a medio-lungo termine. Ci vuole spesso del tempo per costruire un partenariato di fiducia, e
per capire i diversi modi di fare business con i cinesi.
Il caso - di successo - di Tuvia Italia-Kerry Logistics
Per quanto riguarda il successo dell'integrazione tra aziende italiane e cinesi, il caso di Tuvia Italia-Kerry
Logistics si dimostra emblematico. Tuvia Italia SpA, un'azienda internazionale e dinamica ma con una solida
struttura familiare alle spalle, è stata acquisita lo scorso maggio da Kerry Logistics Network Limited, uno dei
maggiori fornitori di servizi logistici asiatici, come parte della sua strategia di crescita nel vecchio continente.
"Entrare a far parte del network globale di Kerry Logistics ha avuto una risposta immediata e positiva sul
mercato e dai nostri partner strategici – ha dichiarato Alessandro Canese, amministratore delegato di Tuvia
Italia –. I nostri partner logistici, compagnie marittime e compagnie aeree, hanno capito immediatamente il
potenziale impulso che la sinergia di queste due realtà ha creato. In breve, l'effetto principale è stato un
aumento significativo della reputazione e dell'affidabilità che è stato aggiunto a una base di credibilità già
eccellente, che la rende una forza trainante per un processo di crescita che era già in atto".
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