Il ministero del Lavoro ha messo a punto 11 interventi da inserire nel Recovery Plan con 209 miliardi di euro per contrastare gli effetti del corona virus. Tra gli interventi più significativi detassazione dei rinnovi contrattuali, salario minimo stabilito dai contratti, nuovi sgravi contributivi per potenziare l’occupazione di giovani e donne (soprattutto con esoneri contributivi sui contratti a tempo indeterminato, come già accaduto negli ultimi anni). Previsti anche nuove forme di contrasto al lavoro sommerso e interventi per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Quanto al salario minimo non verrebbe deciso per legge ,ma nell’ambito della contrattazione collettiva. Queste le parola della ministra Nunzia Catalfo: “Abbiamo pensato a misure che garantiscano una maggiore adeguatezza dei livelli di reddito attraverso l’ancoraggio della detassazione dei rinnovi contrattuali dei Ccnl all’introduzione di un salario minimo orario modulato dalla contrattazione collettiva, nonché mediante il sostegno della contrattazione di secondo livello quale strumento per accrescere la produttività a livello aziendale e riconoscere ai lavoratori benefici contrattuali ed economici come premio per i risultati raggiunti". In effetti dovrebbe esserci anche un minimo fissato per legge, probabilmente calcolato sulla media dei contratti più rappresentativi. Il meccanismo stabilisce che progressivamente i minimi retributivi, attualmente definiti nei contratti collettivi di primo livello, possano adeguarsi all’importo del salario minimo che sarà individuato dal nostro Paese. Il tutto, all'interno di un potenziamento della contrattazione di secondo livello, ad esempio sul fronte dei premi di risultato e del welfare aziendale.
Per quanto riguarda le donne, il Governo punta a favorirne l’ingresso nel mondo del lavoro e la prosecuzione del lavoro al rientro dalla maternità. Si parla anche di introdurre incentivi sul salario di produttività che consentano alle imprese di utilizzare indici di produttività del lavoro “gender oriented"; previste pure misure di conciliazione lavoro-vita privata.
Da segnalare poi la possibile riforma degli ammortizzatori sociali, mediante una completa rivisitazione della disciplina in vigore e sulla quale sta già lavorando una commissione di cinque esperti. Il tutto con l’obiettivo di semplificare l’attuale normativa, che prevede una molteplicità di strumenti, introducendo un nuovo strumento universale.
E ancora sul piano della riforma pensioni: dal 2022 saranno previste nuove forme di flessibilità in uscita, per creare una continuità dopo la fine della sperimentazione della quota 100. Confermato infine che nella prossima manovra di governo l’inserimento delle proroghe di APe Sociale e Opzione Donna.