23/09/2017

A Genova la telematizzazione del porto si paga due volte

A denunciarlo è l’Alsea, associazione lombarda degli spedizionieri e autotrasportatori. 

 
I fatti: dal 1° agosto 2017 è entrata in vigore una “tariffa" di 1,23 euro a contenitore / unità di carico stabilita dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per la migrazione del sistema informatico E-port dalla gestione della stessa Autorità Portuale alla Piattaforma Logistica Nazionale. Fatte le opportune verifiche, però, si è scoperto che questo nuovo costo non sostituisce la tassa pagata dagli operatori in bolla doganale per il mantenimento di E-port ma semplicemente si aggiunge a questa con il risultato che gli operatori si trovano a pagare due volte per lo stesso servizio


“Abbiamo chiesto, tramite la nostra Federazione, Fedespedi, (dichiara il presidente Alsea, Betty Schiavoni) all’Autorità Portuale di evitare questo doppio costo sule merci, ma hanno risposto che per sei mesi esisterà un doppio pagamento e che dopo questo periodo di tempo si impegnano a rivedere la situazione con un possibile ribasso delle tasse addebitate in bolletta doganale"


Le imprese milanesi ritengono questa procedura non corretta: non si può pagare due volte per lo stesso servizio. "Inoltre la tariffa così come prevista sconta evidenti vizi di illegittimità nel metodo e nel merito che Alsea si riserva di contestare in ogni sede - prosegue Schiavoni - Per questo Alsea ha scritto all’AdSP del Mar Ligure Occidentale chiedendo di rivedere la sua posizione. Questo sistema, infatti, potrebbe generare costi aggiuntivi per le merci che transitano per il porto di Genova per qualche milione di euro". 


Alsea chiede in generale maggiore trasparenza e informazione al mercato per quanto riguarda l’applicazione della Piattaforma Logistica Nazionale di cui si assiste alla prima applicazione pratica nel porto di Genova. “Siamo molto preoccupati – afferma il presidente Schiavoni - perché da quello che stiamo vedendo l’operatività della Piattaforma Logistica Nazionale sembra procurare, come temevamo, nuovi costi importanti per gli operatori senza sapere se e quali benefici arrecherà ai traffici italiani. Il rischio è che i grandi players globali scelgano strade diverse per le merci che gestiscono, senza toccare i nostri porti".
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