16/12/2013

A BALI PROVE DI COMMERCIO INTERNAZIONALE PIU' SEMPLIFICATO

L'accordo della Wto (World Trade Organization, l'organizzazione mondiale del commercio) raggiunto ai primi di dicembre nell'isola indonesiana, rappresenta un passo molto significativo nella direzione di realizzare un ampio programma di liberalizzazione degli scambi commerciali lanciato nel 2001 a Doha, in Qatar, ma di fatto raramente applicato. Tutti i membri dell'organizzazione, dai Paesi meno sviluppati ai big delle economie mondiali, hanno adottato un testo che prevede numerose misure per facilitare gli scambi commerciali, la possibilità per i Paesi in via di sviluppo di accumulare derrate alimentari da mettere a disposizione dei cittadini più poveri, nonché misure per consentire ai Paesi meno avanzati di inserirsi nei flussi degli scambi internazionali. Quanto è stato deciso a Bali è piaciuto anche alle organizzazioni italiane del mondo dei trasporti e della logistica. L’accordo – dice una nota diramata da Assologistica – è per l’associazione confindustriale di notevole rilevanza. La logistica in conto terzi è estremamente sensibile alle questioni doganali, come più volte sottolineato anche nel corso delle ultime edizioni del Logistico dell’Anno, che hanno affrontato prima il tema dell’Expo 2015 e poi quello dell’internazionalizzazione delle PMI. “Nel mondo e non solo in Paesi ad economia matura come l’Italia, il comparto della logistica delle merci è il motore del processo di scambio internazionale e di globalizzazione. Il nostro Paese, il cui sistema economico manifatturiero di PMI che vive di export e che sta tenacemente resistendo alle dure difficoltà della coda recessiva, da tempo aspettava un segnale internazionale positivo. La logistica in c/terzi monitorava queste negoziazioni WTO sin dal loro inizio nel 1995 e finalmente si è giunti ad un primo risultato. Anche se esso sarà definitivamente ratificato dal Consiglio Generale WTO nel prossimo luglio, la soddisfazione delle imprese e degli operatori che rappresentiamo è coralmente sentita, perché al punto in cui ci troviamo, segnali positivi internazionali come questi danno la possibilità concreta di dare vitalità e forza alla ripresa. Ma questo rende ancor più urgente che i nostri decisori lavorino sui nostri territori per concretizzare il Piano nazionale della Logistica " ha sottolineato il presidente di Assologistica Carlo Mearelli. “La quantità e, specie per alcune aree, la trasparenza delle procedure doganali determinano il bello o il cattivo tempo negli scambi commerciali tra Paesi" sintetizza il Segretario Generale di Assologistica Jean-Francois Daher, commentando l’accordo WTO. Il pacchetto di Bali ha l’obiettivo comune di velocizzare e facilitare le procedure doganali, rendendole contemporaneamente più economiche e trasparenti e prevede facilitazioni per le merci in transito, di particolare interesse per i Paesi senza sbocco sul mare che utilizzano i porti dei Paesi vicini. La riduzione complessiva dei costi degli scambi commerciali che si otterrà con l’applicazione del pacchetto è calcolata tra il 10 ed il 15%, determinando crescita di flussi ed entrate, e un ambiente favorevole al business internazionale e agli investimenti esteri. Secondo uno studio commissionato dagli USA l’accordo potrebbe fruttare 960 miliardi di dollari all’economia globale, generando 21 milioni di posti di lavoro, 18 dei quali nelle aree in via di sviluppo. Come anticipato il capitolo più singificativo del pacchetto di Bali riguarda la facilitazione del commercio, i cui benefici in termini economici sono stimati tra i 400 miliardi e i 1.000 miliardi di dollari. “Bali – ha scritto il Sole 24Ore in un articolo a firma di Giorgio Barba Navaretti - non è solo una spinta di energia al multilateralismo, fermo da due decenni, ma anche la prima sintesi liberista, forse l'unica possibile, della politica economica internazionale post-crisi. Un mondo dove la crescita dei Paesi emergenti porta con sé una revisione dei principi e delle regole su cui finora sono stati fondati gli accordi globali. 
In parte questo è il risultato della caduta dei mercati con poche o cattive regole nella crisi che ancora ci affligge. In parte è il risultato della combinazione di culture, sistemi sociali ed economici assai diversi". Barba Navaretti si chiama fuori dal coro e non lesina però critiche all’accordo, che definisce “piccolo". “Il vecchio motore dei round globali di commercio fondato di fatto su un abbassamento lineare e per tutti dei dazi non è più una strategia perseguibile – scrive - Per questo Bali, per quanto importante, è un accordo piccolo. Si limita a misure per la facilitazione "burocratica" dei commerci. Non liberalizza l'agricoltura, non porta a un ulteriore abbassamento dei dazi. L'accordo è piccolo perché appunto è piccolo il minimo comune denominatore, non solo tra economie emergenti e mature, ma all'interno degli emergenti stessi".

a cura di Ornella Giola
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