15/09/2025

Partner commerciali e rischio fiscale: perché la due diligence è strategica nella supply chain

Il recente coinvolgimento di un importante 3PL in un’inchiesta per frode fiscale evidenzia ancora una volta quanto sia cruciale, per ogni impresa, conoscere a fondo i propri partner commerciali. Anche le realtà più strutturate e internazionali possono ritrovarsi esposte, talvolta inconsapevolmente, a rischi significativi a causa dei comportamenti illeciti di soggetti fiscalmente opachi. In un sistema economico dove l’evasione fiscale continua a rappresentare una delle più profonde distorsioni, le scelte dei partner commerciali con cui collaborare determinano non solo l’efficienza operativa, ma anche la solidità reputazionale e legale dell’intera organizzazione.

 

Affidabilità fiscale, parametro da non sottovalutare

Saper gestire il rischio lungo la supply chain non può più essere visto solo come un adempimento formale, ma diventa una leva strategica, tanto quanto la qualità del servizio o l’efficienza operativa. La valutazione dei partner, accanto a parametri come prezzo, tempi di consegna o capacità logistica, deve includere anche l’affidabilità legale e fiscale, la trasparenza societaria e la solidità economica.

Le cosiddette società “cartiere”, create con il solo scopo di alimentare frodi fiscali, si presentano spesso con caratteristiche che un occhio attento può cogliere: personale assente o insufficiente, andamento anomale dei ricavi, variazioni repentine di sedi e amministratori, assenza di certificazioni, organi di controllo o strutture organizzative adeguate. Il problema è che molte aziende, in particolare le piccole e medie imprese, non dispongono degli strumenti o delle competenze per analizzare questi segnali in modo sistematico.

 

Un valido aiuto dalla tecnologia

Ed è qui che la tecnologia può fare la differenza. Oggi esistono strumenti avanzati – basati sull’intelligenza artificiale e supportati da tecnologie blockchain – in grado di monitorare, aggregare e interpretare i dati ufficiali delle imprese, restituendo un quadro più chiaro del livello di rischio. Ma la tecnologia, da sola, non basta.

Serve una cultura organizzativa orientata alla legalità, in cui il controllo dei fornitori sia un processo continuo, non un’attività una tantum. Dove i dati vengano letti non solo in chiave retrospettiva, ma anche predittiva. Dove scegliere partner affidabili non sia solo un modo per evitare sanzioni, ma una leva per costruire valore nel lungo periodo.

Collaborare con soggetti trasparenti significa mettere le basi per un ecosistema più sano, competitivo e sostenibile. Al contrario, una scelta sbagliata – anche se frutto di superficialità e non di dolo – può compromettere anni di lavoro e relazioni.

In un momento storico in cui la filiera è sempre più interconnessa, e la reputazione si costruisce (o si distrugge) in tempo reale, le aziende del settore logistico non possono più permettersi di ignorare questo aspetto. La compliance fiscale dei propri partner deve essere trattata con la stessa serietà con cui si valutano capacità operative, standard qualitativi o certificazioni di sicurezza.

 

Marco Maria Sartori, ceo di KYP S.r.l.

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