31/10/2019

REALIZZARE E PROGETTARE UNA RETE LOGISTICA SOSTENIBILE SI PUO'?

Come realizzare e progettare una rete logistica sostenibile? La sostenibilità é importante che entri nella cultura della logistica della filiera distributiva. Si potrebbe dire che la sostenibilità entra tendenzialmente grazie a tre spinte:


 1) profitto economico: si ricava senz’altro applicando alla catena del valore un attento sguardo di reideazione e riprogettazione della logistica di filiera alla luce dei principi di sostenibilità ambientale. Profitto economico che si accentua nel momento in cui vengono ristrutturate le flotte con importanti esiti, beneficiando di finanziamenti finalizzati a queste specifiche azioni.


2) relazioni con gli stakeholder europei: questionari sempre più specifici vengono rivolti ai nostri gestori di logistica italiana al fine di una loro attenta valutazione di come muoversi sul territorio italiano e con questo approccio vengono , da un lato, selezionati e dall’altro sollecitati al cambiamento e trasformazione degli approcci alla logistica interna.

 

3) brand comunication: per alcune aziende sta divenendo sempre più un must per i benefici che sono stati fatti emergere da azioni ove logistica e sostenibilità sono stati fatti incontrare. Il ritorno di immagine, le superfici in movimento ove è possibile “piazzare" una comunicazione ad hoc che piace sempre più alla GDO.

 

Indipendentemente dalla filiera considerata, comunque, resta il fatto che la parola “logistica" e la parola “sostenibilità" hanno in comune la ricerca di un unico obiettivo: la mobilitazione fisica della merce.  Il settore della committenza e degli operatori vedono questa funzione in modi diversi. Il punto in comune è però la modalità della gestione dell’efficienza e dell’efficacia di un intervento di mobilitazione. Dietro a questa parola si celano due altri concetti che sono il quotidiano ambito di lavoro e incontro per qualsiasi professionista che abbia un ruolo attivo nell’ambito della supply chaincosto e valore.


 

Nuovi paradigmi culturali devono imporsi, anche in logistica e supply chain management


Se partiamo dal principio che inquinare ha comunque un costo, e abbiamo iniziato a pagarlo in termini di salute e fragilità della salute da parte delle ultime generazioni anche se l’età media è ancora in aumento, allora potremmo condividere che – nel medio e lungo termine – la ricerca della soluzione di filiera logistica più sostenibile per l’ambiente e la società non è assolutamente in contrasto con la ricerca della migliore soluzione dal punto di vista economico. Il punto di maggiore difficoltà risiede però nella complessita dei sistemi. In una società complessa ove si evidenzia una pluralità di attori il cui livello culturale e di approccio alla formazione permanente zoppica è opportuno sostenere questi passaggi di consapevolezza, al fine di generare responsabilità, nel senso di persone in grado di co-generare risposte adeguate e sopratutto flessibili, in perenne aggiustamento, al fine di anticipare i bisogni del sistema nel quale siamo inseriti.

 

Ancora la maggior parte del valore riconosciuto dall’acquirente di un bene o servizio (sia esso un consumatore o un’azienda) viene difficilmente relazionato al relativo processo logistico. E ancora più malsano che, nonostante l’accresciuta consapevolezza sui temi ambientali e di sviluppo sostenibile, i processi di logistica e mobilità di beni e persone rimangono in ombra o – ancora peggio – continua a portare gli operatori e la committenza a discutere di efficienza, relazionandola soltanto al costo, ovvero alla ricerca del servizio necessario al minor costo possibile.


 


La comunità ha a cuore i suoi componenti, la società potrebbe avere a cuore “solo" il profitto?


Una logistica rinnovata in chiave sostenibile, così come auspicata da decenni dalle direttive  UE, interrompe questo circuito e dimostra che le migliori pratiche e iniziative di green supply chain possono trasformarsi in una crescita per il sistema, con un valore percepito del bene o servizio acquistato più alto da parte dell’utilizzatore finale. 


E l’utilizzatore finale chi è? Colui che sceglie sullo scaffale e/o acquista on - line con e-commerce. Potrebbe essere che spostare lo sguardo su un modo diverso, fino a ieri, di fare le cose, ci permetta di innovare e generare un più virtuoso e vincente concetto? Siamo come persone pronte a attivare un cambiamento che ci agevoli a percepirci non solo come società bensì come comunità? La comunità ha a cuore i suoi componenti, la società potrebbe avere a cuore “solo" il profitto?

E tempo di cambiamenti e anche la logistica può dare il suo contributo proprio perchè alla base ci sono le persone.

 

Claudia Poppi

(per un suo breve profilo professionale: 

https://www.assologistica.it/media/doc/Docente.CeF.Poppi.pdf)



"RESPONSABILITA’ SOCIALE DI IMPRESA, LEGGI E REGOLAMENTI PER NUOVI PARADIGMI ECONOMICI" è il titolo del corso che la dott. Poppi terrà il prossimo 14 novembre nella sede di Assologistica Cultura e Formazione di Milano (Via Cornalia 19).


Per saperne di più sul corso, si veda la scheda allegata. 

Per le iscrizioni: https://culturaeformazione.assologistica.it/iscrizioni-corsi.html

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