
Il 2024 si è chiuso con un bilancio allarmante per ciò che riguarda l’inquinamento da plastica. Proprio nelle ultime settimane, su moltissime testate autorevoli è stato segnalato che la produzione mondiale di plastica ha raggiunto quasi 400 milioni di tonnellate, con una crescita costante che, senza interventi drastici, potrebbe addirittura raddoppiare entro il 2050. Secondo le ultime analisi dell’OCSE, solo il 9% della plastica prodotta viene effettivamente riciclato, mentre oltre il 90% finisce in discariche, inceneritori o direttamente nell’ambiente. A livello globale, ogni minuto vengono gettati oltre un milione di bottiglie di plastica e oltre 11 milioni di tonnellate finiscono negli oceani ogni anno. Organizzazioni internazionali come l’UNEP e l’OCSE concordano: senza un’azione politica e industriale globale, il peso dell’inquinamento plastico potrebbe triplicare entro il 2060, mettendo a rischio la salute degli ecosistemi e quella umana.
Le soluzioni esistono
Investire nel riciclo avanzato e nelle alternative compostabili, adottare normative più stringenti sull’uso della plastica monouso, incentivare un design dei prodotti più sostenibile: sono alcune delle vie percorribili per contenere il fenomeno e tentari di risolverlo.
Situazione allarmante
Oggi ben il 40% dei rifiuti plastici viene smaltito in discariche controllate. Il 22 - 25% viene incenerito, spesso producendo emissioni climalteranti. Il 32% circa rimane senza un diretto controllo, contribuendo alla crescente emergenza delle microplastiche, oggi rilevate perfino nel sangue umano, nella placenta e nelle catene alimentari marine. Ben il 94% della plastica prodotta nel 2024 è ancora a base fossile e solo il 7,2% dei rifiuti plastici globali ha avuto una seconda vita in ottica “circolare”. Le aree più colpite dal plastic leakage sono il Sud-est asiatico, l’Africa subsahariana e le coste mediterranee, ma nessun continente è immune. Negli ultimi trent’anni la produzione della plastica è quadruplicata, passando da 100 Mt (1990) a oltre 400 Mt (2022), come pubblicato su theguardian.com, e si prevede che la produzione aumenterà fino a 800 Mt entro il 2050.
Riciclare, possibile via di uscita
Ma se venissero messe in atto operazioni importanti destinate alla riduzione dell’inquinamento ambientale da parte di tutti gli Stati, si potrebbe arrivare a raggiungere fino all’80% in meno di plastica nei fiumi e negli oceani entro il 2040, se il riciclo globale superasse il 40% (oggi è sotto il 10%) - Fonte: UNEP – Global Plastics Outlook, 2023 - e si potrebbero evitare fino a 480 milioni di tonnellate di plastica dispersa entro il 2060 (OCSE – Global Plastics Outlook: Policy Scenarios to 2060). Aumentare il riciclo della plastica (meccanico e chimico) porterebbe a una riduzione fino a 1,5 giga-tonnellate di CO₂ equivalenti entro il 2050 (Fonte: Ellen MacArthur Foundation). Un sistema circolare con riciclo esteso potrebbe generare risparmi fino a 70 miliardi di dollari l’anno per i governi, riducendo i costi di gestione rifiuti e danni ambientali (Fonte: Breaking the Plastic Wave – The Pew Charitable Trusts & SYSTEMIQ). Il valore del mercato della plastica riciclata è stato stimato in crescita fino a 100 miliardi di dollari entro il 2040 e la transizione verso una filiera della plastica più circolare potrebbe creare fino a 700.000 nuovi posti di lavoro netti solo in Europa entro il 2030
(Fonte: European Environment Agency).
Opportunità ambientale e sociale
Marco Zanetti, CEO di Massetti Ecoplast, ha dichiarato: “Proprio in questo scenario, è necessario saper guardare oltre, comprendere quali siano effettivamente le potenzialità dietro a quello che abbiamo sempre considerato un nemico: la plastica può davvero pulire il pianeta se gestita con intelligenza. Il riciclo non è solo una responsabilità ambientale, ma un’opportunità industriale e sociale che non deve essere sprecata. Noi di Ecoplast Nord siamo impegnati ogni giorno a trasformare rifiuti plastici in un prodotto funzionale e duraturo, capace addirittura di diventare strumento che combatte (anche) l’inquinamento acustico nelle città e negli spazi industriali”.
Il vero cambiamento avverrà solo con un uso intelligente della plastica già esistente, destinandola a soluzioni che impediscano nuove forme di inquinamento, non solo ambientale ma anche sonoro. Ecoplast Nord investe in ricerca e processi a bassa impronta di carbonio, sviluppando soluzioni che fanno da ponte tra economia circolare e benessere urbano. Ogni prodotto nasce da scarti plastici lavorati localmente e reinseriti nel ciclo produttivo in modo trasparente.
“Vogliamo cambiare la narrazione” ha proseguito Zanetti, “la plastica non è il nemico, ma lo spreco sì. Riciclarla bene significa trasformarla in alleato della sostenibilità. Quando la plastica viene riutilizzata per abbattere il rumore o per costruire infrastrutture più durature, allora sì: sta davvero pulendo il pianeta.”