
Il 17 marzo 2023, la Commissione europea ha presentato una proposta per la riforma più ambiziosa e completa dell’Unione doganale dal 1968, al fine di rispondere alle pressioni cui sono soggette le dogane dell’UE e razionalizzare gli obblighi dichiarativi per le imprese.
La bozza relativa al nuovo Regolamento è passata al vaglio del Parlamento europeo, il quale, lo scorso 27 febbraio, ha fornito in prima lettura il proprio parere, comprensivo di 292 emendamenti, con lo scopo di accelerare il processo di istituzione e attuazione delle nuove semplificazioni.
In particolare, tra le misure proposte si prevede l’introduzione dell’EU Customs Data Hub, una nuova piattaforma digitale unica che permetterà di registrare i dati relativi ai propri prodotti una sola volta per più spedizioni, fornendo alle dogane una migliore visione della catena di approvvigionamento per una valutazione uniforme dei rischi. Il nuovo hub, alimentato grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale e all’analisi dei dati forniti dalle imprese, consentirà agli Stati membri di avere accesso a tutte le informazioni in tempo reale, così da effettuare controlli più mirati e rapidi.
A tal fine, il parlamento europeo ha proposto di anticipare al 1° gennaio 2029 la data di utilizzo, su base volontaria, dell’EU C.D.H., originariamente prevista per il 2032, anno a decorrere dal quale l’hub dovrebbe diventare obbligatorio per tutti gli operatori economici.
A partire dal 2026, il Data Hub sarà presidiato dalla nuova Autorità doganale dell’UE, che contribuirà a migliorare la cooperazione tra autorità doganali, di vigilanza del mercato e di contrasto a livello nazionale e unionale, implementando la gestione uniforme del rischio. Secondo la proposta avanzata dal parlamento, tale Autorità dovrebbe diventare pienamente operativa dal 1° gennaio 2028 e istituire una piattaforma online per dare alle autorità, alle imprese e ai consumatori la possibilità di segnalare le merci che entrano nel mercato interno e non sono conformi alla pertinente normativa UE.
Inoltre, nell’ottica di rafforzare il programma AEO, la figura dell’Operatore Economico Autorizzato subirà un’evoluzione con l’istituzione della categoria del “Trust and Check Trader”, riferita a coloro che abbiano processi aziendali e supply chain completamente trasparenti.
Ai fini dell’ottenimento di tale qualifica, il Parlamento propone di ridurre a due (al posto di tre) gli anni di svolgimento, da parte del soggetto interessato, di regolari operazioni doganali e di attribuire la competenza per il rilascio dello status di AEO all’Autorità doganale dell’UE.
Nel nuovo regime, in particolare, tali operatori dovranno disporre di un sistema elettronico, compresi i sistemi gestiti da un fornitore terzo, che permetta (eccezionalmente) alle autorità doganali di accedere in tempo reale ai dati sulla circolazione delle merci e sul rispetto di tutti i requisiti applicabili alle stesse, tra cui, se del caso, la condivisione nell’ambito del Data Hub.
Tra i principali benefici, sarà prevista la possibilità di importare i prodotti senza necessità di un intervento doganale attivo, fornire i dati relativi alle merci in un momento successivo allo svincolo e differire il pagamento dell’obbligazione doganale. In aggiunta, le merci importate o esportate dal Trust and Check potranno usufruire della sospensione daziaria e rimanere sotto vigilanza doganale fino alla loro destinazione finale, senza l’obbligo di vincolarle al regime di transito.
A differenza dell’AEO, inoltre, per i soggetti più affidabili il luogo dove sorge l’obbligazione doganale non sarà più quello in cui le merci si trovano fisicamente, bensì il luogo di stabilimento.
In base alla proposta del parlamento europeo, entro il 31 maggio 2032, le autorità doganali dovranno esaminare le autorizzazioni AEOC per verificare se al loro titolare possa essere concesso lo status di operatore Trust and Check.
Il terzo pilastro della riforma prevede l’adozione, mediante atti di esecuzione della Commissione, di misure che garantiscano l’applicazione armonizzata dei controlli doganali e della gestione dei rischi, compresi lo scambio di informazioni, nonché l’istituzione di fattori e indicatori comuni in materia di rischio e aree di controllo prioritario.
Nell’ambito della riforma del CDU, una vera e propria priorità strategica è costituita dall’e-commerce, settore per il quale, con un comunicato dello scorso 5 febbraio 2025, la Commissione ha dichiarato di voler anticipare al 2026 le modifiche proposte, così da affrontare al meglio il volume eccessivo di piccole spedizioni di beni che vengono importati nell’UE senza l’assolvimento dei dazi.
In tal senso, le piattaforme telematizzate avranno un ruolo centrale nel garantire che le merci vendute online rispettino tutti gli obblighi doganali, assumendo esse stesse la qualifica di importatori c.d. “presunti”.
Verrà infine abolita l’attuale franchigia daziaria prevista per le importazioni nell’Unione di beni sotto la soglia di 150 euro, in quanto abusata per la commissione di frodi.
di avv.ti Lorenzo Ugolini e Lucilla Raffetto
LCA STUDIO LEGALE