
A Milano, lo scorso mercoledì 25 giugno, nella sede di Assolombarda si è tenuto il “Logistics Day 2025”, evento, organizzato da Il Sole 24 Ore in collaborazione con Assologistica e con il patrocinio di Federdistribuzione. Nel corso dell’incontro sono state affrontati i vari aspetti connessi alle sfide e alle tendenze in atto nel settore, con una particolare attenzione rivolta all’innovazione tecnologica e alla sempre più preponderante importanza connessa all’uso dell’intelligenza artificiale quale sostegno alle aziende per contrastare l’aumento dei costi e ottimizzare i processi. Gli argomenti toccati nei diversi panel hanno riguardato anche il rispetto dei parametri ESG ormai richiesti per legge, la carenza di personale, la gestione e formazione della forza lavoro oltre che le normative che regolano il settore, con un focus sul CCNL recentemente rinnovato.
Ad aprire i lavori, da remoto, è stato il direttore del quotidiano di Confindustria, Fabio Tamburini, che ha voluto innanzitutto sottolineare come “non si abbia l’esatta comprensione di quanto sia importante, se non fondamentale, il comparto della logistica nel nostro Paese, un ambito professionale e commerciale che ormai ha superato il 9% del Pil totale italiano. Un’importanza che si è rivelata cruciale, solo per fare due esempi eclatanti e sotto gli occhi di tutti, durante la pandemia e alla luce dei conflitti recenti”. Bisogno di comunicare chiaramente la comprensione del comparto che per Tamburini “deve essere unito alla consapevolezza che il settore deve continuare a svilupparsi al passo con i tempi, obiettivo necessario per favorire un’ulteriore crescita che permetterebbe effetti benefici per tutti: sia per chi la vive e per chi ne usufruisce. Dobbiamo adoperarci tutti per riuscirci al meglio, il più in fretta possibile”.
Anch’egli da remoto è poi intervenuto Leopoldo Destro, delegato del presidente di Confindustria per i Trasporti, la Logistica e l’Industria del Turismo, che ha esordito affermando come “la logistica non rappresenta più un settore di supporto ma piuttosto riveste il ruolo di protagonista centrale della complessità industriale e della trasformazione sostenibile del nostro Paese che apre e chiude un ciclo, quindi non può essere considerata un elemento a se stante, ma piuttosto parte pienamente e interamente integrato nella filiera in grado di fare la differenza in termini di competitività”. Destro ha poi voluto sottolineare come “negli ultimi anni abbiamo assistito a una presa di coscienza collettiva di questa situazione evidente, soprattutto in Confindustria. Il settore rappresenta una struttura immateriale della modernità che tiene insieme il sistema produttivo e connette imprese e mercati. Del resto, i dati lo dimostrano: oggi la logistica ha toccato i 156 miliardi di fatturato. Numeri che, seppur rilevanti, non bastano a dare l’idea del vero potenziale del comparto, perché nonostante gli sforzi si continuano a scontare ritardi che vanno colmati, sia sotto l’aspetto infrastrutturale che di efficienza complessiva. L’importanza dell’apporto logistico è strategica e geopolitica, a livello nazionale ed europeo, ed è un’evidenza della quale non possiamo tener conto solo in occasione delle emergenze, come la pandemia o i conflitti. L’Italia, grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo ha la possibilità - e anche la responsabilità - di diventare una piattaforma logistica continentale, ma servono visione sistemica e investimenti mirati. Proprio per questo Confindustria ha deciso di cambiare passo partendo dal presupposto che dobbiamo ‘pesare’ quello che accade all’interno del nostro sistema infrastrutturale per rappresentare in modo strutturato e continuo le esigenze di un comparto che è parte integrante della manifattura italiana a monte e a valle della distribuzione. Non basta più gestire la logistica, ma occorre concertarla insieme. Per questo abbiamo tracciato un percorso su quattro direttrici: l’intermodaità, la digitalizzazione, la sostenibilità e la più importante riguarda la competitività, fondamentale per rafforzare il posizionamento del Made in Italy sui mercati globali. Ci muoveremo tenendo conto di questi punti fermi, e lo faremo con tutti i player del settore che decideranno di operare di concerto con noi: siamo certi che ne gioveremo tutti”.
Ha quindi preso la parola Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica, che ha esordito dicendo che “si è già sottolineato che il nostro settore sfiora il 10% del prodotto interno lordo e che il fatturato complessivo ha toccato quasi 160 miliardi di euro. Tutto questo potendo contare sul supporto di 1 milione e 400mila addetti ufficiali, anche se sappiamo benissimo che il numero è più alto. Dati che acclarano perfettamente come la logistica è in grado di rendere possibile il quotidiano, di collegare ciò che produciamo e consumiamo, ma cresce molto più velocemente delle regole che dovrebbero governarla. Si pensi che addirittura il termine ‘logistica’ con era compreso nel Codice Civile, e c’è voluto tutto l’impegno del segretario della mia associazione, Jean François Daher, per inserirlo. È per questo che nasce il ‘Cruscotto della Logistica’, progetto attualmente all’esame del Parlamento che ha già raccolto il sostegno di Federdistribuzione, Confindustria, sindacati e centrali cooperative. Si tratta di una piattaforma nazionale per portare trasparenza e fiducia nel sistema e per fornire, tramite dati già in possesso della Pubblica Amministrazione, un quadro aggiornato e oggettivo dello ‘stato di salute’ delle imprese logistiche: regolarità fiscale, contributiva, camerale. Non chiediamo alle aziende di autodenunciarsi, ma allo Stato di rendere disponibili le informazioni che già possiede, come in Francia. Di fatto, vuole rivelarsi un’infrastruttura di fiducia tra committenza e operatori”. Già un passo in questa direzione, ha continuato Ruggerone, “è stato compiuto con l’inserimento nella legge di bilancio della ‘reverse charge logistica’ per contrastare le frodi IVA in modo strutturale. Tutto questo a dimostrazione che le aziende logistiche sono senz’altro pronte all’innovazione, ma serve che anche la committenza valorizzi questo sforzo. Se il prezzo resta il solo parametro, si innescano dinamiche distorte”. Il presidente di Assologistca ha infine annunciato “l’avvio di un tavolo congiunto con Confindustria, Federdistribuzione e altre associazioni per affrontare in modo coordinato i temi della filiera: produzione, logistica, distribuzione. Di fatto, quello che perseguiamo da tempo è l’introduzione di un sistema regolato, una sorta di campo da tennis con le linee che delimitano il campo uguali per tutti, invece di una giungla dove vince il più forte”.
Bianca Picciurro (Assologistica):
“Un nuovo CCNL che tiene conto delle profonde trasformazioni in atto nel settore”
Al panel dedicato “Il nuovo CCNL logistica, trasporto merci e spedizione. Nuove regole per un mercato del lavoro in evoluzione” ha preso parte anche Bianca Picciurro, dirigente di Assologistica. Ecco di seguito una sintesi del suo intervento.
Il contratto collettivo di lavoro della logistica, trasporto merci e spedizione è un contratto di filiera che regola le condizioni di lavoro in un settore molto esteso e ricco di sfaccettature, una caratteristica che rappresenta un un valore aggiunto perché strumento unico di regolazione del lavoro che definisce condizioni uniformi, contrasta il dumping contrattuale, garantisce pari dignità ad ogni tassello della filiera. Il CCNL logistica, sottoscritto da venti associazioni datoriali e dalle tre organizzazioni sindacali confederali di settore si può certamente definire un contratto ‘leader’. Il rinnovo è datato 6 dicembre 2024 e ha sostanzialmente modificato quello del 2021 che aveva rinnovato solo la parte economica. In totale più di 30 articoli sono stati modificati o inseriti ex novo.
Le principali novità del rispondono ad esigenze e trasformazioni del settore e del mercato del lavoro visto che lo sviluppo di nuove tecnologie e l’innovazione digitale hanno reso non più rinviabile la modernizzazione della classificazione del personale. L’attenzione alla conciliazione vita-lavoro ha spinto le parti a inserire nuovi istituti come le ferie solidali, lo smart working, il diritto alla disconnessione.
La necessità di un’organizzazione del lavoro flessibile ha trovato una prima risposta nell’innalzamento delle percentuali di utilizzo degli strumenti offerti dal mercato del lavoro, primi fra tutti il contratto a tempo determinato e quello a tempo parziale.
Una maggiore attenzione è stata posta al tema della parità di genere anche in chiave di attrattibilità del settore nei confronti delle lavoratrici, e il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro si è rivelato un elemento prioritario di confronto, con il comune obiettivo di operare fra le parti per un miglioramento continuo della situazione nel suo complesso. Da ultimo, certamente non per importanza, è stato affrontato il tema della qualificazione della filiera, con la previsione di specifici requisiti richiesti ai soggetti economici affidatari.
Tiziano Marelli