Pubblichiamo l’intervento di Umberto Ruggerone in merito ai recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto il mondo della logistica. Forte l’appello del Presidente di Assologistica a ricercare regole condivise tra le parti, presupposto per consentire anche al nostro settore di crescere, non solo in termini economici.
Sarebbe quindi opportuno chiedere con forza il riconoscimento dei servizi di logistica (ivi compresa la consegna della merce a domicilio) come servizio pubblico essenziale ai sensi della L. 146/1990. E poi un altro richiamo a una maggiore coesione e a un serio confronto tra tutti i portatori di interesse del settore.
E infine, come è nel DNA dell’Associazione, il suo Presidente elenca alcuni interventi, che contemplano – fra l’altro - anche la
realizzazione di una “white list" presso le Prefetture delle società
appaltatrici, controlli e norme più severe nel perseguire le cooperative spurie
e la stesura di protocolli che siano promossi sui territori dal Viminale.
TESTO INTERVENTO PRESIDENTE RUGGERONE
Come Assologistica chiediamo che si avvii un ragionamento ampio e senza preconcetti sul rispetto delle regole, regole che ci consentano di lavorare per il futuro.
Non è un tema di legalità, semplicemente perché il rispetto delle leggi non è mai argomento di discussione. Se c’è un reato le istituzioni preposte perseguono i responsabili; e la responsabilità è personale.
Le regole invece, nei rapporti, nelle relazioni, nei confronti sono importanti e indispensabili. Perché le regole, per essere tali, devono essere condivise tra le parti e solo così è possibile discutere e - trovando una sintesi – crescere.
E noi abbiamo bisogno di tornare a crescere, come società prima che come economia.
Abbiamo davanti a noi prospettive sfidanti; possono trasformarsi in opportunità oppure in problemi. Dipende da noi, dalla nostra capacità di gestire la complessità.
E’ evidente che il mercato, il sistema dei servizi riferibile alla logistica, è cresciuto e crescerà ancor più rapidamente. Questo sviluppo repentino ha prodotto talvolta uno scollamento tra esigenze funzionali e meccanismi regolatori. Un esempio su tutti: la cosiddetta gig economy, con le sue caratteristiche gestionali difficilmente inquadrabili nel sistema normativo vigente.
Questo è lo stato delle cose mentre la realtà attorno a noi ci racconta di una società che cerca, ha voglia, di riprendere una ritrovata normalità. E lo fa con gli interrogativi legati alla nuova dimensione del lavoro, non solo dal punto di vista occupazionale, e con la prospettiva di una stagione di enormi investimenti in infrastrutture, innovazione e sostenibilità.
Una stagione in cui come abbiamo già segnalato la logistica può e deve svolgere una funzione strategica, quella di supporto, di ordito su cui intrecciare il tessuto di un Paese, di un continente in ripresa.
Le sfide si chiamano formazione, competenza, digitalizzazione. Si declineranno in nuove professioni, nuove tecnologie. E quindi ancora regole e modelli inediti. Occorre pertanto un approccio anch’esso innovativo. Non si può cambiare passo se si continua a procedere alla stessa andatura.
Gli imprenditori, i lavoratori, i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro, i clienti che chiedono efficienza meritano uno sforzo da parte di tutti noi, parti sociali e istituzioni; uno scatto anche nella rappresentanza, una rappresentanza che sappia uscire dalla sua crisi di identità ormai di lunga data.
I tanti lavoratori e collaboratori della logistica meritano rispetto e tutela, così come le aziende associate meritano di essere ascoltate quando spesso propongono soluzioni ed efficientamenti e di essere aiutate quando – spesso, sempre più spesso – segnalano anch’esse violazioni e atteggiamenti sospetti quando non palesemente minacciosi.
Le imprese della logistica (aldilà della differenza tra logistica conto terzi e conto proprio), durante il lockdown hanno svolto un ruolo essenziale per la sopravvivenza del nostro Paese. Un ruolo riconosciuto da tutti, con attesati di stima pubblici da parte delle istituzioni. Sarebbe quindi opportuno chiedere con forza il riconoscimento dei servizi di logistica (ivi compresa la consegna della merce a domicilio) come servizio pubblico essenziale ai sensi della L. 146/1990.
E di fronte a tutto ciò, la sparuta tanto quanto frammentata compagine dei portatori di interessi della logistica che fa? Si presenta in maniera scoordinata, dissonante e talvolta tafazzista?
Diciamolo apertamente. Possiamo permetterci di rivivere la fase storica della opposizione alle grandi opere, alle infrastrutture indispensabili in un Paese rimasto sincronizzato sugli anni 60, quando una comunicazione disastrosa, una capacità di programmazione e di coinvolgimento a dir poco fallimentari, spocchia e incompetenza hanno posto le basi per un periodo di ostilità diffusa, preconcetta quando non addirittura interessata che ha schiantato – e ancor accade - le prospettive di crescita dell’Italia?
Possiamo presentarci ai nostri concittadini, all’Europa e al Mondo che osserva il nostro Paese con rinnovato interesse dal punto di vista degli investimenti, sia con la possibilità finalmente concreta di sviluppare positive partnership tra pubblico e privato, sia con l’opportunità di sviluppi diretti attraverso immagini come quelle di venerdì, che il destino ha voluto beffardamente collocare anche geograficamente esattamente dove 50 anni fa fu ambientato il film “la classe operaia va in paradiso". Là eravamo e là siamo rimasti o tornati?
Il clima venerdì 18 giugno era molto confuso e incandescente, ed era noto che la situazione fosse delicata.
Alla luce di quanto sopra ci chiediamo e chiediamo agli altri interessati:
Nel 2021 è ancora possibile che si manifesti con picchetti e blocchi? A questo riguardo porto l’attenzione sul fatto che esistono leggi (v. art. 23 dl 4/10/2018 n. 113 convertito in Legge 1/12/2018 n. 132 realizzato con il nostro intervento) che disciplinano il reato di blocco stradale e sarebbe bene che venissero rispettate e fatte rispettare.
Possiamo dirci che abbiamo fatto tutti tutto per evitare che si creassero le condizioni per la tragedia che è poi avvenuta? Una tragedia che coinvolge direttamente due giovani: la vittima certo ma anche l’autista, una vita stroncata ed una irreparabilmente segnata.
Possiamo noi, come cittadini, imprenditori e lavoratori e quindi, per rappresentanza, le istituzioni accettare che richieste - legittime o meno che siano – trovino talvolta addirittura nella violenza privata, nella aggressione, nella ritorsione, una via di espressione?
A chi giovano questi metodi? Certamente non ai lavoratori, non alle imprese, non alle istituzioni, non alla società. Avviamo subito un confronto anche al nostro interno e poi con tutti gli altri soggetti interessati su queste tematiche.
Nel frattempo, per essere concreti
come è nel DNA di Assologistica, in vista di un incontro che abbiamo chiesto al
Ministro Orlando il giorno prima del
dramma di Biandrate, individuiamo una serie di azioni anche e soprattutto in
condivisione con le altre associazioni e nello specifico proponiamo:
Un osservatorio permanente sulle regole, che coinvolga le Istituzioni, a tutela di lavoratori e delle imprese con il necessario coinvolgimento dei confederali.
Inserimento del contratto di logistica tra i contratti tipici del C.C. per prevenire ed eliminare contenziosi.
White List presso le Prefetture delle società appaltatrici. A tal proposito già nel dicembre del 2019 Assologistica ha presentato al tavolo istituito dal Prefetto di Milano Saccone una proposta per la realizzazione di una banca dati con esplicito riferimento ad una esperienza nata in Regione Emilia Romagna che prevede il coinvolgimento delle centrali cooperative, di Unioncamere, INPS, Inail, Prefetture e Confindustria.
Controlli e norme più severe nel perseguire le cooperative spurie.
Strumenti per poter fare effettivi accertamenti, accedendo rapidamente ad atti e informazioni sui potenziali partner.
Stesura di protocolli che siano promossi sui territori dal Viminale.