05/07/2016
Intervenendo alla Naples Shipping Week, Riccardo Fuochi, presidente del Propeller Milano ha parlato del progetto One Belt One Road ed ha dichiarato "in Cina è in atto un forte cambiamento economico. L’economia cinese, prima solo rivolta alla produzione per l’export, oggi, sta sempre più pensando allo sviluppo interno, questo in virtù della crescita della classe media collegata ad un aumento del costo del lavoro, La Cina agisce da stimolo per l’economia dei Paesi vicini e dell’est europeo: detiene capacità d'investimento e capitali e vuole coinvolgere i Paesi con cui esistono già degli accordi commerciali di partnership, in diversi progetti. Le opportunità sono enormi soprattutto per gli importanti corridoi marittimi e terrestri previsti ed è quindi il caso di approfondire e capire l’essenzialità offerta da questo enorme bacino di popolazione che è ora un enorme mercato pronto a ricevere e a creare nuovi sfoghi anche per noi. Il progetto One Belt One Road avrà un peso enorme e prevede il coinvolgimento di 63 Paesi per integrare il corridoio terrestre (Silk Road Economic Belt) e quello marittimo (Maritime Silk Road del 21esimo secolo). Vi sono fondi già stanziati dalla Cina nell’ordine di 100 miliardi di dollari: 40 miliardi per il Silk Road Found in Asia centrale, 50 miliardi per Asian Infrastructure Investiment Bank (AIIB) e 10 miliardi per la Nuova Banca di Sviluppo dei paesi BRICS. L’operazione coinvolge il 70% della popolazione mondiale distribuita su un’area che comprende il 75% delle riserve energetiche conosciute e rappresenta il 55% del PIL mondiale".
Le prospettive per i nostri porti, ma non solo
Le prospettive più interessanti sono per i porti Adriatici in virtù del fatto che i cinesi considerano Venezia come il porto d’ingresso in Europa da Sud, possibile terminale di una delle rotte via mare della One-Belt/One-Road Strategy, Inoltre possono esserci effetti positivi sulla nostra industria ferroviaria e sulle grandi imprese di costruzioni. Il nuovo mercato del trasporto ferroviario sulla lunghissima percorrenza lungo il continente unico euro-asiatico può offrire all’industria ferroviaria europea ed italiana, ma anche ai costruttori di contenitori, container, casse mobili, imballaggi, mezzi di movimentazione sui piazzali, ecc. un’opportunità storica di rilancio importantissima. Stesso discorso vale per il settore delle grandi costruzioni e per le società di engineering che operano all’estero: I Paesi CAREC (Central Asia Regional Economic Cooperation) hanno messo in piedi programmi di investimento per miliardi di dollari Usa di infrastrutture stradali e ferroviarie per approfittare della grande occasione creata dalla New Silk Road per uscire dall’isolamento, agganciandosi all’Europa ed al Mediterraneo, da una parte, e alla Cina, dall’altra. Tuttavia esiste un apparente distacco e ritardo con cui la nostra imprenditoria e finanza stanno vivendo il progetto, mentre altri Paesi Europei sono già attivi. A questo proposito anche a livello italiano è opportuno organizzare delle missioni con chi sta conducendo le operazioni ad Hong Kong per approfondire da subito le informazioni, relazionarsi con chi gestirà, anche finanziariamente, questa iniziativa, creare degli incontri mirati con chi è già dentro all’organizzazione del progetto stesso, avviare collaborazioni bilaterali in infrastrutture logistiche nei porti del Nord Adriatico come già effettuato dagli interlocutori cinesi lungo la dorsale tirrenica.
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