14/10/2025

L’intermodalità ha bisogno di concretezza”: la visione di Stefano Ronca di PortaleGenio

A inizio 2022 prende forma PortaleGenio, un progetto nato da una riflessione condivisa con l’Ing. Eugenio Muzio sullo stato dell’intermodalità in Europa e in Italia. A più di dieci anni dalla pubblicazione del Libro bianco dei trasporti dell’Unione Europea, gli obiettivi fissati per il 2030 e il 2050 appaiono ancora lontani: la quota di trasporto ferroviario e combinato resta ben al di sotto delle aspettative.

Da questa consapevolezza è nata l’idea di creare uno strumento capace di avvicinare le aziende alla logica intermodale, semplificandone la comprensione e l’adozione. PortaleGenio è oggi una piattaforma digitale innovativa, pensata per visualizzare e analizzare in modo immediato l’intero ecosistema del trasporto merci — dai terminal ai porti, dalle linee ro-ro ai corridoi TEN-T — e per fornire strumenti pratici a operatori, imprese e professionisti del settore.

Un progetto che unisce tecnologia, conoscenza e sostenibilità, ponendosi come punto di riferimento per chi crede che il futuro della logistica passi inevitabilmente attraverso l’intermodalità.
Ne abbiamo parlato con Stefano Ronca, responsabile sviluppo business di PortaleGenio.

 

Quando e perché nasce PortaleGenio? Ronca: Il progetto nasce nel gennaio 2022, da una riflessione fatta con l’Ing. Eugenio Muzio, su quanto gli  obiettivi indicati dall’Unione Europea per il 2030 e per il 2050 fossero ancora molto lontani rispetto alla percentuale di utilizzo del sistema intermodale in Europa e in Italia. Da qui l’idea di realizzare uno strumento che potesse in qualche  modo agevolare le aziende nella transizione verso l’intermodalità.  

 

La vostra piattaforma vuole stimolare attenzione e curiosità sul trasporto intermodale in modo originale, semplice e intuitivo. In che modo, concretamente? Ronca: Vede, l'intermodalità può sembrare complessa a chi si affaccia per la prima volta in questo segmento di mercato. Terminal, connessioni ferroviarie, porti, linee Ro-Ro, corridoi TEN-T... è un ecosistema articolato. La nostra intuizione è stata semplice: visualizzare questi elementi costitutivi ne facilita enormemente l'approccio operativo. Ma non ci siamo fermati ai neofiti. Questa rappresentazione inedita, con le verifiche e le simulazioni che consente, è utile anche per chi opera già nel settore da anni. Parliamo di professionisti che quotidianamente devono ottimizzare rotte, verificare alternative, cercare partner. Avere tutto a portata di mano, su un'unica piattaforma, cambia radicalmente il modo di lavorare.

 

Che servizi proponete? Ronca: PortaleGenio è l'unica piattaforma dove trovi in un unico ecosistema digitale: 355 schede tecniche di terminal intermodali con 1.300 connessioni ferroviarie, 100 porti e 360 linee ro-ro, le strutture presenti sui 9 corridoi TEN-T, 27 interporti europei, i 90 maggiori aeroporti del continente. Ma non è solo una questione di numeri. E' possibile calcolare le emissioni di CO2 per ogni viaggio, consultare gli accordi economici di libero scambio, accedere a uno sportello dedicato per quesiti tecnici sull'intermodalità. C'è un blog, cartografia interattiva, approfondimenti tecnici,   webinar. È un vero hub di conoscenza e operatività.   

 

Chi sono i vostri potenziali clienti/utilizzatori? Ronca: Tutti gli operatori del settore, a partire dalle aziende di produzione, operatori di logistica e trasporto, enti territoriali, terminalisti, operatori portuali e aeroportuali, ma anche consulenti, studenti e professionisti sono potenzialmente interessati alle informazioni presenti su PortaleGenio. Tenete presente che nella app sono già inserite oltre 1000 aziende. In altre parole ciò significa la possibilità di trovare partner in tutta Europa con facilità e di aumentare esponenzialmente la visibilità dei propri servizi intermodali.

 

Svolgete anche un’importante funzione di comunicazione dei valori dell’intermodalità. Il mercato è finalmente maturo per cogliere le opportunità di questo settore del trasporto? Ronca: Da anni si parla di trasporto intermodale come la miglior risposta in termini di sostenibilità ambientale per la movimentazione delle merci. Già nel 2011 il Libro bianco europeo dei trasporti fissava la quota di trasporto ferroviario al 30% entro il 2030, e al 50% entro il 2050. Come abbiamo detto, siamo molto lontani da questi obiettivi, soprattutto in Italia, ma la strada è quella. I recenti lavori di ammodernamento della rete ferroviaria europea portati avanti grazie ai fondi PNRR daranno nei prossimi anni un nuovo impulso e apriranno nuove opportunità per il mercato intermodale.

 

Un suo giudizio sullo stato dell’arte dell’intermodalità in Italia - Ronca: Come già sottolineato, l’Italia ha sempre fatto più fatica di altri paesi a recepire i vantaggi e le opportunità del trasporto intermodale, vuoi per problematiche infrastrutturali della rete ferroviaria vuoi per una politica in generale molto più favorevole all’autotrasporto. Il nostro Paese ha una quota ferroviaria intorno al 12% contro la media europea del 17%. In vent’anni in Italia il progresso è stato assai modesto passando a un 10% nel 2005 a un 12% nel 2023. Dunque rimane molto da fare.

 

 E un suo consiglio ai decisori politici - Ronca: Storicamente gli incentivi al trasporto intermodale hanno avuto un carattere incerto e altalenante. E’ dunque necessario che strumenti quali il ferrobonus diventino più strutturali e più definiti per quanto riguarda gli importi e modalità di erogazione. Poi sarebbe opportuno riconoscere che ad esempio i terminal giocano un ruolo essenziale nell’efficienza della catena intermodale, tuttavia non sono mai stati inclusi in alcuna politica di incentivazione. Il trasporto intermodale deve avere come punti di forza l’affidabilità e la puntualità. La programmazione dei lavori sulla rete gioca dunque un ruolo essenziale nel definire la capacità e i vincoli della rete stessa. Occorre una attenta pianificazione che non sacrifichi sempre il trasporto merci a favore di altre forme di trasporto. Se è vero che un vecchio adagio dice che “le merci non votano” è anche vero che dietro la merce ci sono persone che lavorano e che fanno della competitività del nostro sistema paese il loro pane quotidiano.

 

A cura di Ornella Giola

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