18/05/2016

Smartworking, realtà futuribile o è già presente?

Se ne parla sempre più spesso, non sempre a proposito. In alcuni casi è un’esperienza ormai acquisita, in altri un progetto a cui si sta pensando.

Il concetto-base da cui lo smartworking è partito è che, per alcune attività lavorative, non abbia molto senso identificare un luogo ove la prestazione lavorativa debba essere necessriamente svolta, nè un orario entro cui limitarla. Questo può ancora valere rispetto ad attività tradizionali (si pensi ad attività alla linea di montaggio o all’esercizo di attività commerciali al dettaglio); ma, man mano che l’attività si configura come intellettuale e a valore aggiunto, essa si svincola da obblighi di spazio e di tempo.  Se, ad esempio, si chiede al lavoratore di elaborare un studio di mercato entro un certo termine, ha alcun senso che costui (o costei) debba predisporre necessariamente detto studio tra le 9:00 e le 17:30, nel periodo lunedì - venerdì e in un determinato ufficio? Evidentemente, no. All’azienda interesserà piuttosto che detto studio sia fatto entro la deadline e, soprattutto, che sia fatto bene.

Se ben ci pensiamo, ci sono attività che già da tempo vengono valutate per i risultati che realizzano
; penso alle funzioni commerciali e alle figure manageriali. Giudichereste un manager per il tempo che trascorre in ufficio? O per i risultati che porta? Perchè questo concetto non dovrebbe valere anche per altre figure?

Molte aziende adottano da tempo organizzzioni di lavoro agile e non lo fanno solo per venire incontro alle esigenze dei lavoratori o per esigenze di sensibilità sociale; non è, in altri termini, una mera questione di work-life balance o di risparmio enrgetico (se non vado in ufficio non prendo la macchina e non inquino), ma anche per finalità “egoistiche". L’azienda ha personale più focalizzato sull’obiettivo, il cui raggiungimento diventa il vero parametro della valutazione di bonus e promozioni; inoltre, posso anche pensare di creare maggiori efficienze sugli spazi degli uffici, con la creazione di scrivanie a rotazione.

E non è un caso che il sempre maggiore interesse verso questo modo di lavorare  abbia determinato il Governo Italiano a predisporre un modello di Legge che lo inquadri nei suoi aspetti essenziali; ad esso ne è seguito un secondo a nome dell’on. Sacconi.
  Di tutto ciò parleremo a Milano nel convegno del 16 giugno 2016 organizzato anche sotto l’egida di Assologistica presso la sede milanese di NCTM - Studio Segale di via Agnallo 12.

Avv. Michele Bignami
partner di NCTM Studio Legale
(www.nctm.it)


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