13/04/2017

SURGELATI: I CONSUMI ALIMENTARI TENGONO

Nel 2015, dopo sette lunghi anni di crisi, i consumi delle famiglie italiane hanno invertito (seppur lentamente) la rotta, anche se nel frattempo sono cambiate molte delle loro abitudini e tendenze pure nei consumi alimentari, compresi quelli del settore dei surgelati. “Le nostre rilevazioni fanno registrare un lieve progresso nel consumo di alimenti surgelati: circa lo 0.4% tra retail e catering – afferma Vittorio Gagliardi, presidente dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati- IIAS - si tratta di un dato confortante, sebbene occorra ricordare che il nostro settore sia stato tra quelli meno penalizzati dalla crisi".

 

 

I dai complessivi del comparto

Il segmento dei surgelati in Italia (retail e catering) nel 2015 ha sviluppato una cifra d’affari tra i 4,2 e i 4,5 miliardi di euro, con un livello di penetrazione per numero di famiglie acquirenti (oltre 24 milioni) prossimo al 97%: l’acquisto medio si attesta intorno ai 13,60 kg con una frequenza (atti d’acquisto) intorno ai 24, per una spesa media annuale di oltre 79 euro. Numeri comunque ancora distanti da quelli del resto dell’Europa: Gran Bretagna, Germania e Scandinavia registrano punte di consumo pro capite superiori ai 45 chili. 

Per quanto riguarda le categorie, tutti i segmenti dei vegetali hanno mostrato un trend positivo in termini di penetrazione, a eccezione di minestroni e zuppe. Tutta la categoria dell’ittico evidenzia invece una sostanziale frenata a eccezione del pesce intero naturale, fermi i primi piatti pronti a cottura breve così come pizze e prodotti a base di patate. Segnali interessanti giungono dai prodotti etnici (paella, cous cous, sushi e noodle), in ogni caso ancora nicchie dalle future positive potenzialità.

 

 

RETAIL: TREND DEI DIVERSI COMPARTI NEL 2015 

                       

Vegetali, i più graditi dai consumatori 

Il 2015 ha visto il segmento vegetali tornare a una crescita che si era interrotta negli anni precedenti e si conferma il più gradito dal consumatore, rappresentando oltre il 40% delle vendite a volume, sia nel mercato retail che nel food service. La sua penetrazione assoluta è dell’88,8% (con famiglie acquirenti pari ad oltre 22 milioni). Questi prodotti sono un vero e proprio scudo anticrisi e antispreco e sono apprezzati per la loro naturalità, qualità, servizio ma soprattutto per la stabilità dei prezzi durante l’intero arco dell’anno. Alcuni segnali indicano che la crisi economica ha raggiunto il suo punto di svolta, dal momento che non solo i vegetali semplici mostrano un indice positivo (+1.5%), ma è evidente anche un deciso risveglio dei prodotti più elaborati con un alto indice di servizio quali vegetali preparati (4,2%), anch’essi già pronti per l’uso, compreso il micro-segmento delle erbe aromatiche.

 

 

Patate, posizioni mantenute

Quello delle patate fritte ed elaborate è un segmento molto importante per il settore surgelati, anche se nel 2015 ha sostanzialmente mantenuto le posizioni. E’ particolarmente apprezzato dai più piccoli che ne spingono fortemente la richiesta, in particolare nel food service e in ambito domestico. In ottica casalinga i produttori hanno messo a punto referenze veramente leggere: sulle confezioni è infatti suggerita la preparazione in forno senza l’utilizzo della tipica frittura. Il consumo di patate surgelate ha ancora ampi margini di sviluppo, dal momento che la penetrazione della categoria nelle famiglie italiane è di circa il 50%, con consumo medio annuale pro capite fermo su 1,2 kg e legato e soprattutto a occasioni di consumo di tipo conviviale o celebrativo. 

 

 

Ittico sul podio, dopo i vegetali

L’ittico si conferma come la seconda gamma più richiesta nell’area dei surgelati dopo i vegetali. (Penetrazione assoluta 78,1% – famiglie acquirenti oltre 19 milioni). Anche qui la congiuntura economica che aveva paralizzato questo segmento nell’ultimo periodo sembra aver raggiunto il suo punto più basso e le aziende sembrano pronte a cogliere questa importante inversione di tendenza proponendo nuovi prodotti, pur non tralasciando l’importante segmento dei prodotti naturali, che infatti ha visto una confortante ripresa (+2,1%).

 

 

Anno critico per pizze e snack

Questo comparto ha fatto registrare una marcata sofferenza, probabilmente a causa della concorrenza dei prodotti freschi pronti al consumo e di asporto; si è trattato in ogni caso di una variabile episodica, dal momento che la pizza surgelata resta tra le referenze più gradite dal consumatore italiano. Nel comparto pizze si assiste in particolare a un costante lavoro di ricerca non solo su nuovi impasti, ma anche su nuove materie prime, a cominciare dalle eccellenze del made in Italy certificate Dop e Igp: nonostante la pizza più richiesta si confermi la margherita, cresce l’interesse nei confronti dei prodotti salutistici e biologici, con impasti ai cereali antichi, di kamut e 100% integrali, oltre al gluten free.

Quanto ai prodotti surgelati elaborati, in particolare quelli panati e pastellati, si punta alla doppia possibilità di preparazione in padella con olio o direttamente in forno; nell’ambito dei prodotti sempre più light si farà sentire l’esigenza di preparazioni tradizionali con l’uso del microonde. In questo particolare comparto, accanto alle aziende più affermate, convivono realtà produttive medio – piccole in grado di riproporre ricette tipiche della tradizione culinaria mediterranea e adattarle a un processo di produzione industriale del surgelato senza rinunciare a gusto, bontà e genuinità.

 

 

Piatti pronti ricettati ancora giù, ma i primi piatti stanno rimontando

Nel 2015 il segmento ha proseguito in un trend di ridimensionamento dei totali acquistati, a motivo in primis del periodo di recessione economica e della conseguente attenzione al prezzo da parte del consumatore; in questo secondo caso, il perdurare delle difficoltà economiche ha certamente inciso sulle scelte finali, seppur in un settore ad alto valore aggiunto come quello dei ready meal. Il segmento è stato quello che ha maggiormente risentito della pesante e lunga congiuntura economica negativa e dunque fatica a riprendere la marcia; la continua decrescita registrata negli ultimi anni sta comunque lievemente rallentando e soprattutto nell’area dei primi piatti si nota un risveglio interessante.

 

 

CATERING: L’ANDAMENTO NEL 2015

Al consolidamento del trend positivo dei consumi alimentari fuori casa registrato negli ultimi anni partecipa già da tempo e con buoni risultati anche il settore dei surgelati, grazie al canale food service. Il mondo della ristorazione professionale si affida sempre più con convinzione al prodotto surgelato come prima scelta, non quindi soltanto in sostituzione del fresco. E il suo utilizzo è destinato a crescere ancora; si tenga presente che, fuori dalle mura domestiche, i consumi hanno ampiamente superato nel 2015 le 305 mila tonnellate (305.600 per l’esattezza) con un progresso, rispetto al 2014, dello 0,8%. I consumi di alimenti surgelati, solo nel catering, sono cresciuti gradualmente e progressivamente in Italia di oltre il 25% negli ultimi 10 anni. “Sarà utile evidenziare – conclude Gagliardi – che in cucina il surgelato è ormai considerato indispensabile dal 60% dei ristoratori perché non deperisce e permette di non avere scarti in cucina: solo il 2% finisce nei rifiuti, contro il 39% del fresco".

 

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