06/03/2013

Voci dal Forum internazionale della logistica e dell’autotrasporto

“Logistica e trasporti sostenibili per l’ambiente, per le aziende, per la mobilità, per lo sviluppo economico e sociale". Così intitolava la sessione plenaria del Forum internazionale della logistica e dell’autotrasporto tenutasi il 1° marzo scorso nell’ambito di Traspotec Logitec 2013, il salone della logistica integrata e dei trasporti organizzato da Fiera Milano a Verona, dopo ben cinque anni di assenza (quasi un’eternità in tempi di comunicazione in tempo reale). Dopo i saluti di Michele Perini ed Ettore Riello, presidenti rispettivamente di Fiera Milano e Veronafiere, hanno preso la parola Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa a Mosca e console onorario di Russia a Verona (ha richiamato il ruolo strategico del trasporto intermodale per poter svolgere un ruolo di primo piano nelle esportazioni con la Russia), Marco Melacini dell’Osservatorio sulla contract logistics del Politecnico di Milano (ha delineato i trend della terziarizzazione logistica in Italia e in particolare sottolineato il ruolo crescente dello strategic outsourcing) e Stephen Perkins, direttore di ricerche dell’Internazional Transport Forum presso Oecd (per combattere la frammentazione del settore, specialmente in Italia, ha ricordato l’importanza degli investimenti in information technology; ha sostenuto anche che occorre destinare gli investimenti pubblici per ridurre i costi, favorendo progetti a breve termine e stimolando la crescita dei posti di lavoro). E’ stata quindi la volta delle associazioni di categoria.
Ad aprire i lavori Roberto Vavassori di Anfia (Associazione nazionale fra industrie automobilistiche). “Il mercato dell’autotrasporto è in forte crisi – ha detto – oggi il nostro mercato domestico è l’Europa: bisogna crescere e in fretta, perché la competitività è notevole e ‘piccolo non è più bello’. Occorrono misure pratiche per svecchiare il parco veicoli italiano, trovando soluzioni (anche legislative con bonus o esenzioni fiscali) che rendano i nostri mezzi più sicuri, efficienti, meno inquinanti e capaci di un maggior coordinamento tra le differenti modalità di trasporto. E’ poi fondamentale investire in information technology. Ci vuole infine una politica industriale seria e un reale allineamento coi competitor europei, riducendo pure i costi energetici". Francesco Del Boca, vicepresidente del comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori ha lanciato una provocazione agli operatori logistici, chiedendo loro di sedersi attorno a un tavolo con gli autotrasportatori, al fine di trovare una mediazione che porti vantaggi per tutti. Razionalizzazione è stata la parola d’ordine portata avanti dal presidente di Assologistica, Carlo Mearelli, il quale ha ribadito come: “piccolo non sia bello e la supply chain è fatta per sistemi di aggregazione. E’ tempo di scegliere e di puntare su una rappresentatività (di Ordini e Albi che non hanno eguali in altri Paesi) più aggregata". Mearelli ha accolto il monito di Del Boca a una maggiore collaborazione tra mondo dell’autotrasporto e della logistica. “Dobbiamo dialogare in modo più adeguato – ha sostenuto – l’industria italiana ci chiede un supporto tutti assieme". A favore del recupero della centralità della portualità italiana in Europa e nel Mediterrano si è dichiarato Paolo Ferrandino, segretario generale di Assoporti, secondo il quale “occorre fare dei porti un sistema logistico. Stiamo pagando una visione di chiusura: è tempo invece di ragionare con gli interporti, diventando nodi effettivi di una rete. Solo da qui parte il recupero dei nostri porti". Col suo fare schietto Alessandro Ricci, presidente di Unione Interporti Riuniti, ha detto di aspettarsi dal nuovo Governo immediatamente provvedimenti operativi con una visione complessiva, a cominciare dalla riforma dei porti e degli interporti e dal concepire ragionamenti seri e concreti sull’intermodalità mediante la selezione di alcune aree (Nord Est, Nord Ovest, Puglia e Campania). “La politica – ha concluso Ricci – deve fare scelte coraggiose per abbattere quegli elementi che hanno frenato il cambiamento". Giovanni Costantini, cargo manager di Sea-Aeroporti Milano ha ricordato il ruolo strategico dell’air cargo e le inefficienze che caratterizzano questo settore in Italia, partendo dall’assenza di un vettore nazionale che crei il cosiddetto effetto hub e dall’eccessiva presenza di traffico aviocamionato che drena business verso gli scali europei. Costantini, così come aveva già detto Ricci nel suo intervento, ha ribadito la necessità di superare la soluzione “Franco fabbrica" da parte dei produttori italiani, in quanto finisce per lasciare la regia dei traffici in mano straniera. “Bene aveva fatto il Piano nazionale della logistica – ha concluso il manager di Sea – nell’indicare il trasporto come leva competitiva delle attività di export". Stefania Pezzetti, presidente di Fedit – Federazione dei Trasportatori (già Federcorrieri), ha portato al centro della discussione il tema della city logistics, sottolineando come nel nostro Paese manchi un quadro di riferimento comune e condiviso, lasciando ogni amministrazione comunale libera di decidere in modo del tutto autonomo. “Occorre poi un accreditamento, facilitando le aziende che seguono percorsi virtuosi con anche l’uso di mezzi eco-sostenibili – ha precisato Pezzetti – Credere comunque di passare subito al solo trasporto elettrico è però un’utopia per varie ragioni (assenza di infrastrutture, mancanza di veicoli di tutte le portate, mezzi troppo cari)". Per Paolo Uggè, vice-presidente di Confcommercio, occorre un trasporto con regole e un sistema che rispetti le regole. “Il tema della mobilità – ha precisato – deve essere centrale per poter vincere in competitività". Nel suo intervento Eleuterio Arcese, presidente di Anita, l’associazione nazionale delle imprese di autotrasporto di Confindustria, ha tuonato contro l’eccesso di burocrazia, fenomeno italico che danneggia sia la nostra economia che il settore dei trasporti. Mauro Squarcia, presidente di Confartigianato Trasporto e Logistica, ha polemizzato con quanto sostenuto da Vavassori e Mearelli in merito al fatto che “piccolo non è bello". “La maggior parte delle 80 mila aziende che compongono il mondo dell’autotrasporto nazionale – ha precisato – prevede un parco da 1 a 5 veicoli; proprio per questa ragione occorre puntare sull’aggregazione. D’accordo mettersi intorno a un tavolo per trovare una mediazione, ma se si parte dall’idea che piccolo sia brutto non si parte col piede giusto". L’Aci per bocca di Lucia Pennisi ha reclamato una “cabina di regia" della mobilità con linee guida nazionali, dicendosi anche contraria a incentivi a pioggia per il rinnovo del parco veicoli, agendo invece sulla fiscalità.
In chiusura dei lavori, Mino Giachino, già sottosegretario ai trasporti ed ex- presidente della Consulta dell’autotrasporto e della logistica, ha ricordato come il trasporto su gomma abbia posto rimedio alle carenze logistiche del nostro Paese. “Occorre ricostruire la Consulta (soppressa dal Governo Monti, ndr) – ha detto Giachino - includendo anche l’associazione nazionale dei Comuni e le associazioni precedentemente escluse". Oltre alla sessione plenaria, il Forum prevedeva sei workshop tecnici dedicati a logistica sostenibile, trasporto aereo, internazionalizzazione delle imprese, city logistics, al futuro del sistema intermodale italiano e all'innovazione tecnologica nel trasporto. Nelle due giornate (28 febbraio e 1° marzo), l’evento ha registrato la partecipazione di oltre 600 addetti ai lavori, provenienti non solo dal mondo della logistica e dei trasporti, ma anche dai principali settori dell’industria manifatturiera. Qualche dato infine sulla manifestazione, che è proseguita anche il 2 e il 3 marzo: 20.753 operatori hanno visitato i quattro giorni di manifestazione, 1800 quelli presenti ai convegni, 40.000 i metri espositivi, 195 gli espositori (comprese le Case produttrici di veicoli quali Iveco, Man, Mercedes-Benz e Daf), 7 le aree esterne affollate di pubblico per gli eventi, con oltre 1000 test drive effettuati.
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