12/10/2015

Salumi, export su nei primi sei mesi 2015

Crescita importante per le esportazioni di salumi italiani nel primo semestre 2015. Secondo i dati elaborati da Assica - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria- su base Istat gli invii di prodotti della salumeria italiana hanno raggiunto quota 74.067 ton (+5,9%) per un valore di 614,6 milioni di euro (+3,9%). Un buon risultato, consolidatosi nel corso dei sei mesi, che rappresenta un ulteriore passo avanti rispetto all’ottimo primo semestre 2014. A determinare questa crescita è stata la domanda dei partner comunitari, resa molto forte da circostanze eccezionali che hanno fatto volare le esportazioni di prosciutto cotto verso la Spagna, ma comunque positiva e solida anche al netto di questo exploit. Un contributo importante è arrivato anche dallo straordinario risultato degli USA (+20,8% in quantità e + 25,9% in valore). Una performance, questa, sicuramente favorita dal “mini euro", ma che è soprattutto frutto dell’impegno dimostrato dalle aziende per difendere le posizioni conquistate sul mercato americano nonostante la penalizzazione derivante dal provvedimento 100% reinspection USA (che consisteva nel controllo sistematico di tutte le partite di salumi provenienti dall’Italia che arrivavano in dogana). Provvedimento venuto meno a partire da maggio scorso grazie al lavoro svolto nei mesi scorsi da Assica, di concerto con le autorità e le istituzioni italiane e comunitarie per rimuovere tutti gli ostacoli presenti su questo mercato. Un successo quello statunitense che non è bastato a compensare il rallentamento di alcuni importanti partner emergenti nonché le difficoltà legate all’inasprimento delle barriere non tariffarie in primis l’embargo Russia. 

Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno infatti la domanda dei Paesi terzi è apparsa debole in termini di volumi. Nel corso del semestre l’import ha registrato una lieve crescita in quantità (+1,5% per 24.725 ton) ma una contrazione in valore (-2,5% per 89,6 milioni di euro). Il dato deve però essere valutato con cautela in quanto risente di un errore nelle importazioni di prosciutti cotti dal Regno Unito nel 2014, correggendo il quale si registrerebbe una crescita importante in quantità a fronte della medesima variazione nei valori. Il saldo commerciale del settore ha registrato un importante incremento (+5,1%) per 525 milioni di euro. Chiudono con una buona performance la prima metà del 2015 i prosciutti crudi stagionati, principale driver del settore. Nel periodo gennaio-giugno, infatti, gli invii di prodotti con e senza osso hanno registrato un +4,9% in quantità per 30.330 ton e un +3,8% in valore per 318,2 milioni di euro. Bene in particolare le esportazioni di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli): hanno raggiunto quota 28.600 ton (+5,7%) per un fatturato di 308,3 milioni di euro (+5%), mentre i prosciutti in osso sono risultati in contrazione. Discreta crescita anche per le esportazioni di salami arrivate a superare quota 12.370 ton (+3%) per 121,2 milioni di euro (+1,6%). Primo semestre in salita per mortadella e wurstel. Nel periodo gennaio-giugno, infatti, le esportazioni di questi prodotti si sono attestate sulle 15.760 tonnellate per 56,7 milioni di euro, registrando un –0,7% in quantità e un –0,7% in valore. Dopo un primo trimestre difficile, la categoria ha recuperato posizioni nel corso del secondo trimestre minimizzando le precedenti flessioni. Brillante avvio d’anno per il prosciutto cotto: +39% in quantità per 9.643 ton e +19,9% in valore per 57,2 milioni di euro. Faticoso primo semestre per l’export di pancetta stagionata. Dopo un 2014 brillante, nella prima metà del 2015 gli invii di questi prodotti si sono fermati a quota 1.986 ton (-5,8%) per 15,3 milioni di euro (-5,3%), mostrando nel corso del semestre un deterioramento dei trend. Buona crescita delle esportazioni di bresaola nel primo semestre 2015. Grazie ad un ottimo primo trimestre, la bresaola ha messo a segno nel periodo gennaio-giugno un +7,6% in quantità per 1.520 ton e un +4,8% in valore per 26,6 milioni di euro. 

Ottimo primo semestre per le esportazioni di salumi verso la Ue. Nonostante una situazione economica ancora difficile nell’area euro, l’export dei salumi ha registrato un +7,7% in quantità per circa 60.315 tonnellate e un +3,5% in valore per 477,5 milioni di euro. All’interno della Ue determinante è stato il risultato della Spagna che ha visto la propria domanda balzare a 4.982 ton dalle circa 2.065 ton (+141,2%) del primo semestre 2014 per 18,8 mln di euro (+100,9%), grazie al forte stimolo sulla domanda di prosciutto cotto esercitato da alcuni eventi straordinari verificatisi nel Paese. Al netto del risultato spagnolo il trend della UE comunque è stato positivo (attestandosi intorno al 2,5%) nonostante l’azione frenante esercitata dalle flessioni registrate su diversi mercati, in particolare su quelli tedesco e austriaco. Hanno chiuso, dunque, in calo il primo semestre le spedizioni verso la Germania: -2,8% per 14.400 ton e –6% per 125,3 mln di euro. Nonostante la contrazione, il Paese ha comunque mantenuto il proprio ruolo di nostro principale partner commerciale sia in quantità sia in valore. Molto buona, invece, la performance verso la Francia che ha registrato un +10,4% in quantità per 13.550 ton e un +6,4% in valore per 110,5 milioni di euro superando l’impasse del 2014 grazie agli incrementi registrati da tutte le principali categorie di prodotti. In aumento anche le esportazioni verso il Regno Unito che ha chiuso la prima metà dell’anno con un +1,8% per 6.330 ton in quantità, ma un +9,1% in valore per 71 mln di euro. Un risultato, questo, che riflette dal lato delle quantità il calo negli invii di insaccati cotti e dal lato del valore gli incrementi di prosciutti crudi, salami e pancette. Prima metà del 2015 in salita anche per l’export verso l’Austria (-11,7% per 4.313 ton e –14,5% per 29,1 mln di euro) penalizzata dalla flessione di prosciutti crudi e speck. Bene le spedizioni verso la Croazia (+3,9% in quantità per 2.810 ton ma –0,7% per 8,2 mln di euro) che hanno beneficiato di una buona dinamica negli invii di insaccati cotti. Risultato molto positivo anche per il Belgio (+8,6% in quantità e +4,7% in valore) e i Paesi Bassi (+5,7% ma +9,9%). Ha registrato un aumento interessante , infine, la Svezia (+14,2% e +9,7%) e una flessione tutto sommato contenuta la Grecia (-0,5% ma +3,1%). 

Pe i dati extra Ue si segnala l'incredibile performance degli Stati Uniti, ma l'avvio dell'anno è stato tuttavia complesso per gli scambi con i Paesi extra Ue. Nel periodo gennaio-giugno 2015, infatti, le esportazioni verso i Paesi terzi si sono fermate a quota 13.750 ton dalle 13.920 ton (-1,2%) dello stesso periodo del 2014, ma hanno registrato un +5,4% in valore per 137,1 milioni di euro. Nonostante il “minieuro “e l’ottimo risultato conseguito in Nord America, il rafforzamento delle barriere commerciali non tariffarie - in particolare l’embargo Russia - e difficoltà economiche in alcuni partner emergenti hanno rallentato la corsa del settore fuori dalla Ue. A brillare in questa prima metà del 2015 sono state dunque le stelle degli Stati Uniti, primo mercato di destinazione oltre i confini comunitari con 3.980 ton (+20,8%) per 48,1 milioni di euro (+25,9%). Un risultato molto importante soprattutto se si considera che il confronto è con un buon primo semestre 2014 e che il provvedimento 100% reinspection, rimodulato in maggio è venuto meno definitivamente solo a partire dal 6 luglio 2015. Ottime su questo mercato le performance di tutte le principali categorie di salumi in particolare dei prosciutti crudi stagionati +25,5% per circa 3.440 ton e +28% per 44,7 milioni di euro. Sulla scia del buon risultato degli Usa ha fatto registrare una importante crescita anche l’export verso il Canada (+39,1% per 530 ton e +46,1% per 6 milioni di euro) che ha visto una rilevante crescita di prosciutti crudi e salami A fronte di questa positiva dinamica oltreoceano, hanno perso terreno, invece, gli invii di salumi verso la Svizzera fermatisi a 2.157 ton (-6,3%) per 34,4 mln di euro (-1,4%). A penalizzare le esportazioni, oltre le difficoltà che si registrano da tempo relativamente all’accesso al contingente comunitario, è intervenuta anche la rivalutazione del franco decisa in gennaio, un'operazione che avrebbe dovuto agevolare il nostro export ma che deprimendo l’economia reale elvetica ha portato a limitare le importazioni, favorendo i consumi di prodotti nazionali. Primo semestre in calo anche per le spedizioni verso Giappone, Libano, Brasile e Repubblica Sudafricana. Sui mercati più piccoli, spicca l’incremento di Hong Kong (+71,7% e +52,4%) legato alla dinamica domanda di salami e prosciutti cotti. Segno positivo anche per Bosnia Erzegovina (+3,8% ma –6,6%). Ha chiuso, infine, con un –67,8% in quantità per 170 ton e un -64% in valore per 2,2 milioni di euro la Federazione Russa a causa dell’embargo.
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