31/08/2015

A Francesco Allegretta di Celtic Italy

Da luglio 2011 Celtic Italy (società di consulenza e servizi immobiliari di agenzia) commercializza in esclusiva Eastgate Park, un'iniziativa immobiliare del Fondo Spazio Industriale. E’ il più moderno parco integrato logistico, industriale e artigianale del Nord-Est, con un’estensione territoriale di circa 1,8 milioni di mq localizzati nei comuni di Portogruaro e Fossalta di Portogruaro (Venezia). “Per noi – esordisce il chairman Francesco Allegretta – il parco è un’avventura e una scommessa importante, la cui commercializzazione sta procedendo con soddisfazione, con 36 mila mq di logistica locati da due importanti tenant, che stanno portando parte delle loro attività logistica a Portogruaro. Fatto questo positivo, in quanto farà da volano per lo sviluppo futuro anche per altre attività. Sempre per lo sviluppo del parco stiamo valutando la possibilità di avviare le attività propedeutiche al fine di coinvolgere e avere il consenso delle municipalità interessate per la realizzazione di una piattaforma di citylogistics a servizio del polo turistico delle spiagge del Nord Adriatico".

 

Dunque da questo progetto si deduce che anche per Celtic Italy la citylogistics e la distribuzione urbana delle merci è un trend da cavalcare?

Allegretta: Citylogistics, intesa come logistica e distribuzione delle merci dell’ultimo miglio in ambiti fortemente urbanizzati, sarà una pratica sempre più diffusa, soprattutto per questioni di sostenibilità ambientale. La citylogistics interesserà le città metropolitane o ambiti turistici con milioni di presenze. L’ambito del Veneto Orientale / Basso Friuli comprende tre spiagge (Caorle-Bibione-Lignano) che da sole contano su 20 milioni di presenze annue. La modalità citylogistics prevede una piattaforma all’interno di un importante hub logistico da cui partono piccoli mezzi di distribuzione ecosostenibili (elettrici o a metano). La nostra piattaforma di Eastgate Park, per raggio di distanza dalle tre spiagge sotto i 30 chilometri,  è il sito ideale per una piattaforma per questa nuova modalità di gestione di un magazzino merci e di distribuzione in ambito turistico ed è per questo che Celtic Italy ne favorirà l’adozione da parte delle amministrazioni locali. Concentrare e migliorare la qualità del servizio, questi gli obiettivi di una city logistics di successo, che la politica e la burocrazia dovrebbero agevolare, ma non sempre ciò accade.

 

Per quanto riguarda i vostri spazi a Bagni di Tivoli (Roma) li avete tutti locati?

Allegretta: Qui, per una serie di dismissioni forzate e indipendenti dalla nostra volontà, abbiamo dovuto ricominciare a riaffittare le aree. Ci aspetta un lavoro intenso, ma siamo abbastanza soddisfatti dei ritorni, dal momento che quasi la metà degli immobili sono stati già tutti riallocati.

 

L’Italia logistica è solo Milano e Roma?

Allegretta: No, non lo è mai stata: oltre a queste location ci sono il nord-est e tutto il centro. Per aree come Liguria, Toscana, Sicilia, Puglia c’è poi una richiesta, anche importante, di spazi logistici, ma non ci sono prodotti o mancano le infrastrutture.

 

Può trarre un bilancio della vostra recente attività?

Allegretta: Celtic Italy nel corso di questi anni ha consolidato le sue posizioni di asset management per il Fondo Spazio Industriale verso clienti terzi, sia per le attività di brokerage (in ambito logistica e immobili a reddito nel settore paraindustriale) sia per quanto concerne analisi e valutazioni in qualità di esperto indipendente in relazione a portafogli NPL (Non Performing Loans) con sottostante immobiliare.

 

Possiamo dire che il mercato immobiliare italiano è fuori dalla crisi?

Allegretta: La risposta è senz’altro positiva, sia nell’ambito delle locazioni che nelle vendite. C’è una notevole richiesta soprattutto di logistica a reddito di qualità. Seguiamo clienti che guardano con interesse – data la buona redditività degli investimenti - alle piattaforme logistiche italiane, comprese quelle relative a settori di nicchia, come la logistica del freddo.

 

L’Italia quindi fa meno paura agli investitori immobiliari?

Allegretta: Direi proprio di sì; quando dicevamo che il gruppo Plexon (tornato a investire massicciamente nel nostro Paese) sarebbe stato una testa di ponte, aggredendo il nostro mercato compreso quello logistico, avevamo la certezza che poi sarebbero arrivati anche altri importanti investitori. Il nostro Paese potrebbe giocare un ruolo importante nel Mediterraneo, sia sul versante adriatico che nel tirrenico, senza dimenticare il ruolo giocato dall’attraversamento del Corridoio europeo multimodale n.5. Quel che però manca ancora è la risposta dei decisori politici, che fanno fatica a fare la loro parte.

 

Quali sono i plus del nostro mercato immobiliare?

Allegretta: E’ un mercato che si sta dimostrando competitivo, visti i già menzionati importanti acquisti recenti da parte di investitori internazionali di spessore. Tra i nostri plus senz’altro la qualità degli immobili, che è elevata: un edificio di classe A italiano è superiore a qualsiasi immobile similare europeo. Poi a sfavore giocano però politica e burocrazia, che spesso fungono da freno a una reale crescita del comparto.

 

Pensa che gli eventi della Grecia e la bolla speculativa cinese avranno effetti sul mercato immobiliare?

Allegretta: Sull’immobiliare non dovrebbero esserci effetti indotti dalla crisi di una nazione come la Grecia, anche perché in questo caso siamo in presenza di una questione più di tipo finanziario e geo-politico. La bolla cinese è come la bolla di internet o quella immobiliare di una decina di anni fa da noi. In questo Paese il mercato è cresciuto parecchio, ma è talmente enorme che riassorbirà gli effetti di quanto sta ora accadendo.

 

Secondo lei le policy aziendali di CSR hanno effetto sull’immobiliare logistico?

Allegretta: Me lo auguro, anche se da questo punto di vista l’Italia non è tanto al passo coi tempi, sebbene già anni fa come Celtic Italy ci siamo mossi in questa direzione, facendo ottenere certificazioni ambientali ai nostri immobili.

 

Che fare dei vecchi capannoni?

Allegretta: Qualcuno sarebbe il caso di demolirlo, specie quelli lungo le autostrade (sebbene l’abbattimento di tali strutture abbia costi molto elevati), ma per quelli presenti in ambito cittadino si potrebbe fare di tutto (burocrazia permettendo), visto che spesso siamo in presenza di una vera e propria archeologia industriale. Emblematico è il caso dell’Edificio numero 16, nome con cui era contraddistinto il comparto industriale dei trasformatori per treni del gruppo Ansaldo situato nella zona nord-est di Milano. Oggi in questa struttura sono stati creati 65 factory loft adatti alle esigenze delle piccole medie imprese, rispettando la memoria storica dell’edificio.

 

di Ornella Giola

 

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