26/10/2020

Alessio Totaro, partnter dello Studio Legale RP Legal & Tax

Il mondo della logistica sta cambiando sotto molti punti di vista, non solo quindi negli aspetti operativi e organizzativi, ma anche per quel che concerne la componente contrattualistica.

Soprattutto nuovi accordi fra aziende del settore si affacciano e impongono in maniera sempre più decisa. Ne abbiamo parlato con l’avv. Alessio Totaro, partner dello Studio Legale RP Legal & Tax.

 

 

Quali sono, a parer suo, gli accordi interaziendali che si stanno imponendo in ambito logistico?

Totaro: Senza dubbio crescono interesse e attenzione verso gli accordi di reti di imprese e le joint venture.

 

 

Partiamo dalla rete di imprese: uniti è meglio? Oppure qualcosa non va nell’applicazione pratica di tale tipo di accordo?

Totaro: Si tratta di un eccellente modello giuridico, presente da anni sul mercato, che si è purtroppo scontrato con il timore generato dall’idea che la rete di imprese comporti essenzialmente la necessità di mettere in comune i propri clienti con partner fino a ieri potenziali competitor. Siamo in realtà presenza di un contratto molto più complesso ed articolato, che consente principalmente ai partecipanti di mettere a fattor comune attività e risorse per migliorare il funzionamento aziendale e rafforzare la competitività degli aderenti alla rete, realizzando obiettivi spesso ritenuti troppo ambiziosi per la singola azienda. La condivisione dei clienti non è indispensabile e, se presente nell’accordo di rete, può essere sviluppata mediante meccanismi di tutela che sterilizzano i timori degli imprenditori. In logistica ci sono esempi di successo di tali tipologie di aggregazione, inizialmente frutto di imposizione da parte della committenza che aveva interesse ad avere un singolo interlocutore che aggregasse la moltitudine di piccoli fornitori. Il problema fondamentale è a mio avviso legato alle dinamiche di gestione e governance della rete. Gli imprenditori devono comprendere che la rete è qualcosa di diverso ed in alcuni casi superiore rispetto alle loro aziende. Un ‘ombrello’ al di sotto del quale le loro società continuano ad operare. Per tale ragione, la rete deve essere gestita da soggetti terzi, professionali, estranei agli imprenditori delle aziende aderenti e che abbiano a cuore principalmente lo sviluppo delle attività di rete. Poi il vantaggio per le singole società aderenti verrà di seguito ed automaticamente.



I punti deboli li abbiamo capiti, ma quali sono i vantaggi di tali reti?

Totaro: Per la logistica e il trasporto l’aggregazione ha l’indubbio vantaggio di aumentare immediatamente la forza commerciale delle singole aziende, migliorandone lo sfruttamento della capacità produttive, riducendo i costi operativi, aumentando i coefficienti di riempimento dei mezzi e soprattutto aumentando la qualità percepita del servizio. Il contratto di rete legittima peraltro la co-datorialità, permettendo una flessibilità del lavoro che nella logistica e nel trasporto è diventata oggi vitale.

 

 

E veniamo alla joint venture…

Totaro: A mio avviso è uno degli scenari che dovranno prendere più piede in futuro. Si tratta essenzialmente di accordi associativi tra imprese che partono dalla condivisione di obiettivi commerciali ben precisi e che, grazie al percorso necessario per raggiungere tali obiettivi insieme, permettono agli imprenditori di studiarsi a vicenda per capire se si può essere migliori e più competitivi insieme. Taluni accordi prevedono già che, al raggiungimento di determinati risultati positivi e predeterminati, le due aziende debbano fare un passo ulteriore verso la creazione di un nuovo organismo unitario, più grande e solido. In questo modo si creano le basi per avere aziende più strutturate, solide e competitive con tutti i benefici già visti per le reti di imprese, ma con l’ulteriore vantaggio di una gestione ed una visione unitaria.

 

Ornella Giola

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