Dalle 22,00 del 12 maggio fino alle 22,00 del 14 maggio chiudono i battenti i benzinai presenti nelle aree di servizio della viabilità autostradale.
Quarantotto ore di fermo così motivate dalle sigle sindacali Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio: "I gestori non chiedevano altro che condividere responsabilità e oneri con il Governo e l'intera filiera composta da tanti soggetti economici - concessionari autostradali primi fra gli altri - con ben altra solidità ed una incommensurabilmente maggiore remunerazione. A nulla è valso resistere pazientemente e stringere i denti in tutto questo periodo, moltiplicando appelli e sollecitazioni. Ora, con il termine della fase acuta dell'emergenza, avendo in tutta coscienza adempiuto interamente alla responsabilità di cui è fieramente portatrice, la categoria non ha altra risorsa che tornare ad agitare gli strumenti della protesta, a sostegno delle proprie legittime rivendicazioni".
Le imprese di gestione, lamentano le sigle sindacali, hanno continuato a garantire il servizio 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, malgrado oltre 2 mesi di vendite crollate in media del 92%.
Puntuale e inevitabile la protesta dell'Unione Nazionale Consumatori, secondo la quale lo sciopero di 48 ore degli impianti è illegittimo e viola la regolamentazione del settore adottata dalla Commissione di garanzia con deliberazione n. 01/94 del 19.07.2001 e pubblicata in G.U. n. 179 del 3.8.2001. E in una nota scrive: "Chiediamo al Governo, esperito il tentativo obbligatorio di conciliazione previsto dall'art. 8 della legge n. 146 del '90, di adottare l'ordinanza per disporre il differimento dell'astensione collettiva a quando sarà finita l'emergenza coronavirus".
Foto di David ROUMANET (Pixabay)