21/11/2022

Sì al GE-MI-TO, ma poi occorrerà allargare oltre le Alpi

La proposta lanciata stamani a Genova dal presidente degli Industriali di Genova affinché Genova, Torino e Milano lavorino insieme agli obiettivi di rilanciare la crescita economica del nord ovest o vecchio triangolo industriale che negli ultimi anni è stato superato dal nord est, è molto positiva è va accolta con slancio dalle tre amministrazioni comunali. 


Il porto di Genova, rilanciato negli ultimi anni, genera ricadute occupazionali ed economiche importanti come dice lo studio Nomisma secondo il quale la logistica generata dallo scalo ligure induce oltre 15.000 posti di lavoro in Piemonte e 20.000 in Lombardia. Il 90% dell’import  e dell’export delle aziende piemontesi e lombarde utilizza il porto di Genova che avrà due importanti svolte nei prossimi anni, prima l’entrata in funzione del terzo valico e dopo con la costruzione della nuova diga foranea, che consentirà l’arrivo a Genova delle meganavi da 20.000 container.


Rendere più competitive importazioni e esportazioni spingerà la competitività della manifattura di Piemonte e Lombardia. Ma con il termine dei lavori del terzo valico, Genova sarà raggiungibile in un’ora sia da Torino che da Milano. A breve cioè università, politecnici e centri di ricerca delle tre città potranno lavorare insieme molto più facilmente. Come dicono gli esperti quanto più le idee fanno sesso tra di loro, tanto più ci sarà innovazione e sviluppo.


Il passo successivo sarà l’allargamento alle regioni di oltralpe perché la Tav e il terzo valico metteranno ancor più in rete l'economia del nord ovest col mercato europeo e soprattutto con regioni o Paesi molto importanti come la regione di Lione, la Svizzera è il Bad Vurtemberg. Tav Valley o altri acronimi sono la visione del futuro secondo la grande lezione di Cavour che Torino e Genova hanno nel sangue.


Senza l’aumento delle esportazioni negli ultimi dieci anni l’economia del nord ovest sarebbe stata ancora più bassa. I collegamenti ferroviari internazionali  spingeranno le economie locali e favorendo il trasferimento dei trasporti dalla strada alla rotaia favoriranno la riduzione dell’inquinamento e dell'incidentalità stradale. 

Dove non passano le merci passeranno gli eserciti diceva Frederic Bastiat nel XIX secolo e Paolo VI diceva che il nuovo nome della Pace era lo sviluppo.


Mino Giachino, 

presidente di SAIMARE




Share :