In Italia l’arte urbana compie quarant’anni e celebrazione migliore non poteva esserci se non grazie all’attivismo di Prologis, leader mondiale nel settore immobiliare per la logistica, che ha organizzato a Bologna una tavola rotonda che si è tenuta al MAMbo, il museo di arte moderna di Bologna, dal titolo “L’Urban Art e la rigenerazione dei luoghi". La scelta non poteva essere più centrata visto che la città felsinea è considerata la culla dell’arte dei graffiti in Italia, sede nel 1984 della prima mostra museale di questa particolare forma d’espressione pittorica che si tenne alla galleria comunale di arte moderna di Bologna.
L’evento ha visto la partecipazione di esperti del settore al massimo livello: il direttore del MAMbo Lorenzo Balbi, la storica dell’arte, curatrice e direttrice del MNAD (il Museo Nazionale di Arte Digitale di Milano) Ilaria Bonacossa, la capo curatrice della Pinacoteca Agnelli Lucrezia Calabrò Visconti e il professore di Economia all’Università di Chieti-Pescara Pier Luigi Sacco. È così che si è ripercorsa la storia di questa particolare forma d’arte all’aperto: dai murales del centro di Bologna reclamati come “intoccabili" dai cittadini all’esempio di street art tanto diffuso all’Ortica di Milano da diventarne parte viva, all’importanza dei colori e delle figure usati nella riqualificazione della periferia degradata di Pescara, fino all’importanza che questa forma di creatività ha avuto nella riqualificazione del Lingotto torinese.
L’occasione è stata anche perfetta per presentare quella che si può considerare “l’ultima fatica" di Prologis a supporto di questa particolare forma artistica che, dopo aver mosso faticosamente i primi passi quattro decenni fa in una situazione semi-carbonara grazie alla passione di artisti a suo tempo giovanissimi e anonimi che riempivano i muri delle città muovendosi di notte e considerati pressoché dei fuorilegge, ora hanno “trovato casa" sui muri che la società immobiliare ha messo a loro disposizione. Era già successo nel corso del 2022 a Somaglia (vicino a Lodi) e a Romentino (in provincia di Novara), e ora è la volta dell’Interporto di Bologna - luogo dotato di uno spazio complessivo enorme e paragonabile a quello di una media città italiana, secondo in Europa solo a quello di Rotterdam per estensione - che ha aperto le porte alla gigantesca dimensione artistica di quattro writer italiani d’assoluta portata mondiale: Joys, Moneyless, Zed1ed Etnik.
Come ha spiegato Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Prologis: “Sotto la direzione artistica di Enrico Sironi (in arte Hemo) abbiamo promosso il nostro terzo intervento di urban art in Italia perché abbiamo voluto arricchire l’esperienza di lavoro delle persone realizzando prima un centro sportivo e poi un importante nucleo di opere di arte urbana che intendiamo alimentare nel tempo. Mi auguro che il nostro esempio volto a valorizzare gli artisti e a promuovere il benessere psicologico delle persone che lavorano all’Interporto di Bologna possa essere seguito da altri possibili mecenati per giungere alla realizzazione ancora più vasto di un museo di arte urbana a cielo aperto tanto da farlo diventare un punto di incontro tra le comunità locali e luogo di lavoro che, a sua volta, potrebbe trasformarsi ospitando anche molte altre forme d’arte".
Le opere murali dei quattro artisti costituiscono il nucleo di quello che in futuro potrà diventare un vero e proprio museo di urban art a cielo aperto, fruibile 365 giorni all’anno e h24 non solo dai lavoratori dell’interporto bolognese (quasi 6mila), ma anche dagli abitanti delle zone circostanti e da tutti coloro che vorranno accedervi. Un progetto perseguito da tempo da Prologis, che in quello spazio aveva già realizzato oltre un anno fa il Prologis Sports Center, il primo centro sportivo mai realizzato in un parco logistico in Italia, oltre che uno dei primi in assoluto al mondo. Il complesso è composto da un campo da calcetto, un campo da pallacanestro e due campi da padel ed è posizionato all’interno di un’area verde in prossimità di un punto ristorazione già presente all’interno del parco; tutti i campi sportivi sono dotati di illuminazione a led e completi di spogliatoi. La struttura sportiva è gestita da una società del territorio che assicura il servizio di prenotazione dei campi, una corretta supervisione dell’impianto e la pulizia dell’intera area. Prossimamente è prevista la realizzazione anche di una palestra. Grazie a questa iniziativa Prologis vuole promuovere non solo il movimento e il benessere fisico, ma anche lo spirito di squadra, l’appartenenza e la possibilità di creare nuove amicizie: ingredienti fondamentali per il benessere psicologico e mentale delle persone.
In generale, l’arte urbana si sta affermando come uno degli strumenti di trasformazione di città e luoghi, e con il suo linguaggio contribuisce a migliorare la percezione degli spazi, spesso invitando i cittadini a riflettere su temi di attualità. Le opere realizzate all’Interporto di Bologna si inseriscono in questo contesto e si pongono l’obiettivo di rendere i grandi spazi e magazzini luoghi più confortevoli ed esteticamente appaganti per quanti vi lavorano, promuovendo la socializzazione, la condivisione, diventando “generatori di comunità". In più, l’estensione dell’Interporto con i suoi oltre 50 grandi edifici, aggiunge valore al progetto: maggiore è infatti l’area interessata e maggiore è l’importanza che l’arte può assumere.
Il progetto “museale" pensato per Prologis dal direttore artistico Enrico Sironi (in arte Hemo) prevede la realizzazione nel tempo di 15/20 opere in totale, e questo porterebbe l’Interporto ad essere il più grande museo a cielo aperto d’Italia e tra i più grandi al mondo, non solo per il numero di opere ospitate ma anche per la loro dimensione. Rispetto al coinvolgimento dei quattro artisti scelti per l’arricchimento artistico murario dell’Interporto di Bologna fortemente voluto da Prologis, proprio Hemo ha spiegato di aver “scelto pittori veterani del writing per poter catturare al meglio la loro essenza artistica. Si tratta di personaggi di assoluto valore e con oltre 25 anni di esperienza, personaggi diventati iconici che rappresentano alla perfezione le radici del movimento dell’urban art italiana".
Il concept pensato per l’interporto si divide in due grandi ambienti: una parte degli artisti ha lavorato su un livello più intimo e concentrato sull’individuo, mentre altri hanno trattato il macro-concetto a livello esteso di “paesaggio", di “luoghi", ognuno con la sua personale interpretazione. Entrando nel particolare delle opere in questione è anzitutto da citare quella portata a termine da Cristian Bovo, in arte Joys, uno dei principali artisti geometrico-strutturale italiani, artista di fama internazionale che espone e realizza le sue opere in tutto il mondo; il suo ‘Panorama vibrante’, è un imponente affresco murario lungo 173 metri e alto 11 e mezzo, per un totale di ben 1990 metri quadri: in pratica il più grande mai realizzato in Europa, che fra l’altro potrebbe raddoppiare nel prossimo futuro fino ad occupare tutto lo spazio dell’edificio che lo ospita. ‘Bologna 01’ è invece l’opera realizzata dal milanese Teo Pirisi, in arte Moneyless, uno dei più importanti esponenti della corrente astratta dell’arte urbana; il suo murale misura 70 metri di lunghezza per 11 e mezzo d’altezza e occupa una superficie totale di 805 metri quadri. Ancora, ‘Bella bugia o brutta verità’ è il titolo dell’opera realizzata da Marco Burresi, in arte Zed1, considerato uno degli street artist italiani più apprezzati e conosciuti a livello mondiale. Infine, ‘Carosel (Cool tour)’ è il titolo dell’opera realizzata da Etnik, dove le forme e i colori si mescolano tra loro creando un’atmosfera di armonia e meraviglia: uno spettacolo visivo che ci trasporta in un mondo senza confini, dove è la cultura stessa a rappresentarne il filo conduttore.
Prologis, che alla fine dello scorso anno deteneva investimenti consolidati o in joint venture e progetti di sviluppo per un volume stimato di circa 113 milioni di metri quadrati in 19 Paesi nel mondo offrendo in locazione strutture di distribuzione moderne a oltre 6.600 clienti, ha naturalmente intenzione di implementare la sua attività di mecenatismo artistico connesso all’arte muraria. Anzitutto proprio all’Interporto di Bologna, dove ha in progetto il raddoppio nel breve periodo dell’area di propria competenza – ora di circa 50mila metri quadrati - ampliando così la possibilità di “coprire" altri spazi esterni di magazzini grazie all’opera di altri funamboli italiani di particolare valore nell’ambito della street art. Poi, ed è una novità assoluta per Milano, agendo con le stesse modalità all’interno dell’Ortomercato meneghino: in questo caso è previsto un deciso allargamento dell’area finora occupata, tanto che entro la fine del 2024 gli attuali 14mila metri dovrebbero anche in questo caso raddoppiare. Un’ottima opportunità per “colorare" a tinte forti e valoriali sotto il profilo culturale anche quella parte operosa della città, punto di snodo e distribuzione fondamentale per gi operatori del settore che una volta alla settimana (il sabato) apre le sue porte anche ai cittadini. Una politica tendente alla bellezza che darà - letteralmente - sempre più frutti belli da ammirare de visu e alla portata di un pubblico sempre più vasto.
di Tiziano Marelli