02/12/2013

Corridoio multimodale Italia-Svizzera, il suo completamento chiama in causa il nostro Paese

"Oggi è come se si stesse completando un'autostrada dalla quale, per arrivarci o per uscirci, bisognerà percorrere una mulattiera. Il rischio con cui ci stiamo confrontando, ma che non vogliamo correre, è proprio questo: nel 2016, pronto il nuovo tunnel del Gottardo, la Svizzera ci consegnerà un’opera che permetterà di velocizzare i tempi di trasporto delle merci con quelli che sono i principali partner di un’economia varesina, che esporta 10 miliardi di euro all’anno. Chiediamo allora lungimiranza al decisore politico". Ha esordito così il presidente della Camera di Commercio di Varese, Renato Scapolan durante il convegno “La risposta italiana ad Alptransit" promosso appunto dalla CCIA di Varese e dalla Camera di Commercio Svizzera per l’Italia, nel corso del quale è stato presentanto uno studio realizzato dall’Università Bocconi (si vela l'allegato) sul possibile impatto per l’intero Nord Italia del principale asse di collegamento tra l’area lombarda e i mercati del Nord Europa. Il completamento del corridoio multimodale Italia-Svizzera con le opere indispensabili a dare piena operatività al tunnel di base del Gottardo, la cui apertura è prevista nel 2016, può diventare un volano di sviluppo economico, oltre che di salvaguardia ambientale, per tutta l’area trasfrontaliera. E di tutte le infrastrutture previste, l’adeguamento della linea Bellinzona-Luino-Gallarate è senza dubbio la più importante e strategica. Proprio quest’ultima è la linea che offre maggiori potenzialità di sviluppo: dopo l’apertura del tunnel di base del Gottardo, il transito via Luino presenterà una pendenza fino al 12 per mille e sarà pertanto l’unica vera ferrovia di pianura sul corridoio Genova-Rotterdam, dove basterà una sola macchina per trainare un treno di 2 mila tonnellate. Sulla linea di Chiasso, invece, permarranno pendenze dal 17 al 21 per mille nella zona di Chiasso e Mendrisio. "Non bastano il Gottardo e l’Alptransit svizzera per offrire alla catena della logistica l’opportunità di cogliere tutti i benefici possibili. Bisogna completare a Sud, e quindi in Italia, il corridoio “quattro metri" che consentirà il passaggio dei treni fino a 750 metri - ha detto il professor Lanfranco Senn, presentando i risultati della ricerca Bocconi - Nel caso del corridoio “quattro metri" all’asse di Luino si possono attribuire benefici in termini di minori costi del trasporto ferroviario per circa 1 miliardo e 800 milioni di euro, cui si aggiungono altri benefici indotti per almeno un centinaio di milioni. Non basta, perché le stime sul passaggio delle merci dalla strada alla ferrovia indicano risparmi sociali e ambientali molto importanti: i minori costi da incidenti e congestione del traffico assommano a 600 milioni di euro, quelli per l’inquinamento dell’aria e le emissioni di CO2 di circa 300 milioni di euro". Notevoli infine i benefici sul verdante occupazionale: il settore logistico, che negli ultimi quattro anni ha perso circa 1.200 addetti a Varese e Novara, potrebbe aggiungere fino a 4.000 addetti nel territorio circostante per l’aumento di traffico intermodale previsto nel 2020. E questo grazie anche al cofinanziamento elvetico delle opere in Italia per circa 200 milioni di euro, come ha ricordato durante il convegno il console generale della Svizzera a Milano Massimo Baggi.

A cura di Ornella Giola

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