09/10/2014

A Riccardo Fuochi, Propeller Club port of Milan

Di recente intervenuto quale moderatore al convegno "Perdita o avaria delle merci tenute in deposito o “lavorate": quali le responsabilità dell’operatore logistico?" organizzato anche con la sponsorizzazione di Assologistica, Riccardo Fuochi da anni opera nel settore dei trasporti e della logistica, ricoprendo anche varie cariche istituzionali, fra cui quella di presidente del Propeller Club - Port of Milan. E proprio per tale ruolo lo abbiamo intervistato

Può ribadire ruolo e funzione di un organismo come il Propeller Club? 
The International Propeller Club - Port of Milan è la sezione meneghina del club fondato negli USA nel 1923 e che raggruppa i più importanti imprenditori dei trasporti terrestri, aerei e marittimi e della logistica nazionale. Gli obiettivi del club, protagonista della vita sociale e produttiva milanese, sono quelli di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza dei trasporti marittimi, terreni e aerei sia nazionali che internazionali e favorire la formazione di nuove leve. Abbiamo circa cento soci in rappresentanza delle più importanti aziende milanesi e lombarde e organizziamo riunioni periodiche sulle nostre attività, eventi e seminari. 

Quali iniziative avete in cantiere nel breve-medio periodo? 
Prevediamo un programma di conviviali molto nutrito; le prossime: lunedì 6 ottobre conviviale a Milano con Lorenzo Forcieri, presidente dell'Autorità Portuale di La Spezia, lunedì 24 novembre incontro con le diverse associazioni di categoria e soprattutto un grande evento a Milano previsto per fine 2015, nel corso del quale mettere a confronto tutti gli esponenti del cluster aria-terra-mare.
          
Quali sono – a parer suo – i temi più urgenti per il nostro settore e che chi ci governa dovrebbe mettere al centro di scelte strategiche? 
La  mission del Propeller è quella di fare da collante tra le varie anime della supply chain. Tutte le iniziative intraprese in questi ultimi anni, sia a livello nazionale sia dal club di Milano, sono state indirizzate a coinvolgere le varie associazioni di categoria e a discutere di problematiche comuni. Per quanto riguarda il rapporto con i politici si deve partire da un punto fermo che non può essere altro che il Piano della logistica, a cui abbiamo contribuito tutti. Né il Piano né la Consulta erano perfetti, ma il prodotto è stato un documento che sintetizzava le criticità e proponeva soluzioni. Da quando, a causa della spending review è stata soppressa la Consulta dei Trasporti, del piano della logistica non se ne è più parlato ed è a mio avviso paradossale che nessuna delle categorie abbia fatto nulla per recuperarlo e metterlo al centro del dibattito politico. Io proporrei la ricostituzione della Consulta, ovviamente rivista con l’inclusione delle categorie (spedizionieri, doganalisti, ecc.) che non ne facevano parte e a costo zero, così come è avvenuto per la Consulta dell’automotive. Il lavoro delle varie associazioni e categorie deve confluire in un unico organismo da cui partano poi proposte forti e concordate alla politica, che non potrà più avere alibi per non agire nella direzione richiesta. Tutto ciò per evitare che si presentino agli organi istituzionali e politici rappresentanti di categorie che propongano lo stesso argomento con punti di vista diversi.

O.G.

Share :