21/11/2016

Buono lo stato di salute delle PMI nostrane

Negli ultimi due anni le PMI italiane sembrano godere di buona salute e sono in crescita, non solo numericamente parlando ma anche per redditività e dal punto di vista dell’innovazione. E’ quanto rilevato dal secondo rapporto Cerved, secondo il quale il 2015 è stato il primo anno, dopo cinque di crisi, in cui il numero di PMI è aumentato superando le 137 mila unità (500 in più rispetto al 2014). Numero che non raggiunge, ma si avvicina alle 150 mila del 2008. I ricavi sono cresciuti del 3,1%, a tassi tripli rispetto al 2014 (3% contro 1%); è poi continuato il rafforzamento del capitale proprio (+5%) e nel 2015 il 51,5% delle PMI italiane ha un profilo di rischio “solvibile" contro il 48,3% del 2014; solamente il 16,6% ha un profilo rischioso (era 17,7% nel 2014). I miglioramenti hanno coinvolto anche i settori più colpiti dalla crisi economica come le costruzioni, sebbene a guidare la ripresa siano soprattutto le PMI del settore industria, seguito da quello dei servizi. Quanto alla voce innovazione la ricerca del Cerved ha individuato otto cluster di innovazione, tra i quali i più importanti risultano essere quello del mobile e smartphone (2.800 startup e 1.200 PMI) e dell’eco-sostenibilità (1.500 startup e 1000 PMI). Sono oltre 12 mila le startup innovative iscritte e non iscritte che fatturano circa 2 miliardi di euro e impiegano 24 mila addetti; le PMI innovative sono invece circa 4 mila, ma producono 24 miliardi di euro di ricavi e danno lavoro a 126 mila addetti.
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