Il 2021 è l’anno della transizione verso una logistica più sostenibile, da un punto di vista economico, sociale e ambientale. Il mercato della Contract Logistics ha ripreso a marciare raggiungendo un fatturato di 86 miliardi di euro, in crescita del 3,5% rispetto al 2020 e molto vicino al valore registrato prima della crisi sanitaria (87 miliardi nel 2019). Una ripartenza iniziata già nel 2020, conclusosi con un calo molto più contenuto (-5,8%) rispetto all’economia nel suo complesso (-8,9%), e trainata dal crescente ruolo dei servizi logistici avanzati, che nell’anno del Covid sono arrivati a pesare oltre il 10% del fatturato per metà dei fornitori logistici, e dal boom dell’eCommerce, passato da segmento di nicchia a valere il 20% del fatturato per il 60% dei fornitori. Ma nel 2021 sono anche aumentati i costi dei fattori produttivi come l’energia (+24%), il carburante (+13%) e i canoni di locazione (+2%), mentre il nuovo CCNL Logistica, Trasporto merci e Spedizione ha definito gli aumenti salariali per i prossimi tre anni (+5% della retribuzione attuale al netto degli scatti di anzianità e dell’assistenza sanitaria): se non ben gestiti, questi rincari potrebbero ridurre i margini degli operatori di settore, già risicati, in un momento in cui sono necessari investimenti importanti.
La trasformazione sostenibile
della logistica è già iniziata, con interventi da parte sia dei committenti sia
dei fornitori logistici in 53 ambiti del processo logistico, che spaziano dalla
progettazione dei network logistici, al magazzino e ai trasporti, dal packaging
allo sviluppo di nuove competenze fino alla collaborazione fra i diversi stadi
della filiera. I committenti si stanno concentrando sul packaging,
sperimentando nuovi materiali per gli imballi secondari, rivedendo la
pallettizzazione dei prodotti e introducendo circuiti closed-loop per la
gestione degli imballi, e sul network design, con grande attenzione al
trasporto intermodale strada-ferrovia. I fornitori puntano a ridurre l’impatto
ambientale delle attività di magazzino e trasporto. Nel primo caso con soluzioni
per ottimizzare l’isolamento degli edifici, l’impiantistica, l’illuminazione e
la movimentazione e automazione del magazzino: tutte soluzioni che consentono
di ottenere le certificazioni LEED (Leadership in Energy and Environmental
Design) e BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment
Method). Nel secondo, con flotte sempre più consistenti di mezzi che usano
tecnologie green come il CNG (Compressed Natural Gas) e l’elettrico BEV
(Battery Electric Vehicle) per la distribuzione locale, mentre sulle lunghe
distanze cresce il ricorso al LNG (Liquefied Natural Gas) e ai biocombustibili.
Cresce l’interesse per le soluzioni di Logistica 4.0: in media ogni operatore logistico ha portato a termine o sta sviluppando 4,5 progetti in questo ambito, di cui il 65% riguarda attività di magazzino e il 35% il trasporto.
Sono i risultati della ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet" della
School of Management del Politecnico di Milano*, presentata oggi durante il convegno “Sostenibilità e
digitalizzazione: il binomio vincente per la transizione della logistica".
“Nel 2021 le aziende della logistica hanno superato il momento di emergenza, hanno acquisito più consapevolezza dei punti di forza e di debolezza del proprio sistema logistico e della filiera e hanno iniziato a lavorare a una maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale - afferma Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics -. Il fatturato ha ripreso a crescere, ma sono aumentati anche i costi di produzione e lo sviluppo di soluzioni green e la modifica dell’impostazione degli appalti richiedono forti investimenti e cambiamenti organizzativi. La transizione sostenibile della logistica è iniziata, ma per consolidarla sarà necessario fare buon uso dei fondi del PNRR - che ha stanziato 62 miliardi per mobilità infrastrutture e logistica - e sfruttare meglio le potenzialità offerte dalla Logistica 4.0".
“L’emergenza ha cambiato i flussi logistici, modificando l’incidenza dei diversi canali e accelerando la crescita dell’eCommerce, e le esigenze dei committenti – afferma Elena Tappia, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Gli operatori logistici stanno rispondendo a queste sfide da un lato sviluppando nuovi servizi avanzati e potenziando le iniziative di omnicanalità e dall’altro con un forte impegno nella sostenibilità ambientale, con molte imprese che hanno ormai superato la fase di “green washing" e hanno iniziato a implementare tecnologie sostenibili. La Logistica 4.0 può abilitare e accompagnare la transizione in corso, a patto che non si limiti ad aggiungere una nuova tecnologia o un nuovo progetto, ma porti a una revisione critica dei processi logistici".
Il mercato della Contract Logistics – Nel 2019 il fatturato delle aziende italiane di logistica conto terzi è stato pari a quasi 87 miliardi di euro, con una crescita del 2,1% in termini reali rispetto all’anno precedente, trainata dal comparto dei trasporti su strada, con autotrasportatori società di capitali, corrieri e corrieri espresso che hanno aumentato il fatturato di oltre un miliardo ciascuno, mentre ha registrato una buona ripresa il trasporto ferroviario (+8,8% sul 2018). Già prima della pandemia, l’aumento della complessità logistica e la necessità di flessibilità e innovazione stavano accelerando l’outsourcing delle attività logistiche: nel 2019 il valore del mercato delle aziende italiane della Contract Logistics è pari a 51,5 miliardi di euro e rappresenta il 43,1% di tutte le attività logistiche in Italia (119,4 miliardi). A fronte dell’aumento del perimetro e dei volumi di attività, però, continua il consolidamento del settore in termini di numero di operatori, scesi a circa 86.300 le (-3,4% rispetto all’anno precedente). Un calo che riguarda principalmente il mondo dell’autotrasporto (-2,4%) e i gestori di magazzino (-22,3%).
Gli appalti di magazzino – “Il tema dell’impostazione degli appalti di magazzino è sempre più rilevante per la Contract Logistics e la diffusione delle corrette pratiche di gestione delle attività nei siti logistici ha un ruolo chiave per una maggiore sostenibilità sociale – afferma Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Le asimmetrie oggi presenti sul mercato aumentano l’urgenza di saper identificare in maniera precisa le realtà “strutturate" da coinvolgere nella gestione dei magazzini, attività che richiede un maggior coinvolgimento della committenza con un aumento della visibilità ex-ante, cioè al momento dell’analisi di una specifica società prima dell’affidamento dell’appalto, ed ex-post, ovvero in fase di verifica dell’adempimento delle richieste dello specifico contratto stipulato".
Da un sondaggio condotto su committenti e fornitori logistici emergono come tre fattori principali nella valutazione ex-ante la chiarezza nella struttura dirigenziale (19% del campione), la certificazione DURF (Documento Unico di Regolarità Fiscale, 17%) e l’analisi dei bilanci da parte di società specializzate (15%). Nella valutazione ex-post, invece, contano soprattutto lo sviluppo di un modello industriale della commessa (23%), l’incrocio fra ore lavorate e valore della commessa (23%) e la conduzione di “smart" audit (21%).
La crescita dei servizi logistici avanzati – I fornitori di servizi logistici stanno ampliando sempre più la propria offerta con servizi avanzati, al di fuori delle attività logistiche tradizionali. Risultano sempre più coinvolti nella gestione degli imballi (per il 54% dei committenti), nelle attività legate all’alimentazione di sistemi produttivi (39%), attraverso la creazione di kit nei sistemi di assemblaggio e produzione, la progettazione delle unità di movimentazione e il caricamento dei macchinari produttivi, nella trasformazione di prodotto (26%) e nelle fasi del processo produttivo che richiedono competenze specifiche sui cicli tecnologici (17%). I servizi avanzati proposti dai fornitori riguardano anche la sostenibilità ambientale, come il packaging pooling (indicato dal 19% dei committenti) e le soluzioni di economia circolare (17%), l’area dei servizi after sales, come l’assistenza tecnica (31%) o il customer service (21%), e la gestione del canale eCommerce, in cui il fornitore può essere coinvolto anche nella gestione del ricondizionamento dei resi e nello sviluppo della piattaforma per le vendite e il servizio assistenza.
La spinta dell’eCommerce – Durante la pandemia l’eCommerce è diventata una voce di fatturato sempre più consistente per gli operatori logistici, oltre il 20% del totale per il 60% dei fornitori intervistati. Ma la gestione dei servizi logistici legata a questo canale è anche diventata più complessa. Il 31% delle aziende committenti darà la possibilità ai propri clienti di ritirare gli ordini scegliendo fra l’home delivery e il click&collect (in negozio, accanto allo store o in punti di ritiro dedicati) e il 30% offrirà almeno tre velocità di consegna (più di 48 ore, meno di 48 ore o in giornata).
Questa crescente complessità apre la possibilità ai fornitori di svolgere un ruolo di integratore dei flussi fisici e informativi, poiché i committenti ricercano sinergie dalla gestione condivisa dei flussi dei canali tradizionali e del canale eCommerce. Il livello di integrazione sta aumentando sia nell’allestimento ordini (81% dei committenti) sia nel trasporto (46%) e la terziarizzazione si sta estendendo sempre più spesso anche all’integrazione informativa (57%). Il 41% dei committenti intende utilizzare sistemi interni per integrare i fornitori logistici su tutti i canali, mentre il 59% vuole affidare a terzi la gestione dell’integrazione informativa.
I progetti di Logistica 4.0 – Sono 275 i progetti di Logistica 4.0 che gli operatori logistici analizzati dall’Osservatorio hanno già portato a termine o stanno sviluppando, pari a una media di 4,5 progetti per ogni impresa. Il 23% dei progetti analizzati è nella fase di definizione del problema, mentre il 45% delle aziende intervistate ha almeno un progetto arrivato alla conclusione. Di questi progetti, il 35% è stato sviluppato in ambito trasporto, con un focus sull’integrazione dei diversi attori della filiera (il 56% dei progetti), il 65% riguarda invece il magazzino e si concentra in particolare sull’automazione di processo (54%). I fattori principali che influenzano l’introduzione di soluzioni di Logistica 4.0 sono l’allineamento con la strategia aziendale, l’aspettativa di ottenere i benefici attesi e la compatibilità con i sistemi esistenti.
*L'edizione 2021 dell'Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet" è realizzata in collaborazione con Assologistica e con il supporto di BCUBE, CEVA Logistics, CLO Servizi Logistici, Gruppo Codognotto, Energo Logistic, FERCAM, GEODIS, Gi Group, Gruber Logistics, Italtrans, Jungheinrich Italiana, Logistica Uno Europe, ManHandWork, Murata ID Solutions, Number1 Logistics Group Società Benefit, Poste Italiane, San Marino Mail, STEF Italia, TESISQUARE®, Timocom, Vodafone, World Capital Real Estate Group; Adrilog, Alsea, Ambrosiano Group, Arcese, Brivio&Viganò, BRT Corriere Espresso, Cab Log, CAL – Servizi Logistici, CD Group, Connecthub, DB Group, DHL Express Italy, FIEGE, Generix Group Italia, GLS Italy, Gulliver, Hyster-Yale, Innocenti Depositi, Katoen Natie, KFI, Linde Material Handling Italia, Load Manager, Logistics4You, Ortec, PPS – Price Performance Solutions, Project44, Rekeep, S.A.F.I.M., Samag Holding, Scania, Silvano Chiapparoli Logistica, Trasporti Romagna, Ubiquicom, UPS Healthcare, WENDA; ENGEL & VÖLKERS, Engineering 2K, Swisslog, World Capital Real Estate Group; ASSA ABLOY, Dematic, Incas - SSI SCHÄFER GROUP, Jungheinrich Italiana, TRILUX Italia.