16/10/2023

Emergenza valichi per le merci italiane: la posizione di Confetra Nord Est

Da oggi e fino al 18 dicembre, chiude completamente a TIR e auto il tunnel del Monte Bianco. Una chiusura annunciata certo, ma che s’inserisce nel quadro estremamente difficile della gestione dei valichi alpini, sottovalutato da sempre, e gestito in modo complessivamente squilibrato. Purtroppo, la sua importanza emerge, e in modo spesso dirompente, solo a seguito di eventi critici: si accende un faro che dopo poco si spegne fino alla successiva crisi. E’ accaduto così ad agosto, e già adesso a metà ottobre la questione sembra quasi dimenticata.  Confetra Nord Est, prendendo spunto dalla vicenda del tunnel del Monte Bianco (la cui chiusura, per ben tre mesi l’anno, è prevista fino al 2040!) vuole mantenere alta l’attenzione su un tema che è vitale per l’economia italiana.


 

Paolo Salvaro presidente di Confetra Nord Est spiega: “Magari a qualcuno può sembrare strano che Confetra Nord Est intervenga in occasione della chiusura del tunnel del Bianco ma lo facciamo proprio perché la questione di tutti i valichi alpini è una emergenza del Paese, che è poco compresa a ogni livello.  L’Ufficio Studi di Confetra, ha calcolato che, nel 2022 a fronte di un import/export  del Paese con il resto del mondo di oltre 485 milioni di tonnellate,  circa 220 milioni di tonnellate, il 45% del totale che vale circa 690 miliardi di euro riguarda gli scambi con l’Europa a 27. Di questi 690 miliardi, il 42 % cioè 290 miliardi di euro, passa attraverso i valichi alpini che sono oramai tutti dei veri colli di bottiglia. Per il sistema della logistica, anche se ogni valico alpino ha le sue peculiarità, i valichi vanno visti come un unico sistema di connessione della nostra economia con il resto d’Europa e quello che accade con il Bianco o con il Frejus, dove la ferrovia, dopo la frana in Francia di questa estate, non riaprirà prima della primavera del 2024, coinvolgono tutti". 



Per Confetra Nord Est la gestione dell’arco alpino dovrebbe essere coordinata da un’unica struttura composta dagli stakeholder – gestori delle infrastrutture, operatori dei servizi e amministrazioni nazionali e locali – che raccolga in tempo reale i dati di traffico e di agibilità e disponga di modelli sempre aggiornati di simulazione multimodale, in grado di supportare il decisore, politico e tecnico – sia nelle emergenze dovute ad eventi imprevedibili sia nella programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture stradale e ferroviaria – e che comunichi tempestivamente, attraverso una piattaforma dedicata, con gli utenti delle infrastrutture.   

 


A questo sia aggiunge l’annosa e irrisolta questione del valico del Brennero e delle misure che l’Austria impone per ostacolare il traffico autostrade lungo questo asse. “E’ incomprensibile come l’Unione Europea continui a tollerare azioni che vanno contro la libera circolazione delle merci lungo uno degli assi fondamentali della Rete Ten-T europea – spiega il presidente Salvaro -  Il Brennero è il valico attraverso il quale passa la maggior quantità di merci verso l’Europa, quasi 55 milioni di tonnellate l’anno tra strada e ferrovia, e l’Austria dietro il paravento della salvaguardia dell’ambiente, interviene con azioni che hanno  evidenti ragioni commerciali e di consenso politico locale.  Sono arrivati a selezionare perfino le categorie delle merci che possono transitare, senza peraltro dare alternative valide. Le limitazioni temporali, notturne e dei fine settimana e delle numerose festività locali, bloccano i flussi e provocano, come accaduto lo scorso 4 ottobre, code di mezzi pesanti lunghe addirittura 80 km.  Oltre alle condizioni da terzo mondo a cui vengono  costretti gli autisti, è curioso che nessuno abbia fatto notare che la maggior parte dei mezzi è ferma, sì, ma con i motori accesi per raffrescare la cabina d’estate e scaldarla in inverno, siano a 1300 metri di altezza e mantenere in temperatura i carichi refrigerati.   I lavori per la realizzazione del tunnel di base del Brennero, che permetteranno di spostare su ferrovia una quota maggiore di traffico di adesso, si prevede finiranno nel 2032.  Non possiamo andare avanti così e riteniamo che la strada del ricorso alla Corte di Giustizia europea del nostro Governo, sia a questo punto una strada doverosa e urgente da intraprendere. Bisogna anche pianificare interventi strutturali su tutti i valichi che assicurino nel futuro la capacità di trasporto necessaria in condizioni accettabili e sicure sia sulla ferrovia, che va potenziata, che sulle autostrade".

 

 

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