
Venerdì 26 settembre, agli IBM Studios, si è vista la differenza tra raccontare tecnologie e farle lavorare davanti a una platea di addetti ai lavori. L’evento organizzato da GEP Informatica con Lindbergh e la partecipazione di IBM ha registrato un’affluenza sopra le aspettative, con più di 120 presenze effettive su 145 iscritti, sala piena, attenzione alta per l’intera mattinata e un finale di domande serrate che ha prolungato il dibattito oltre la tabella di marcia.
La cornice l’ha data Andrea Payaro, professore di Organizzazione Aziendale, con un inquadramento sulla logistica odierna caratterizzata da costi in crescita, carenza di autisti e ritardi digitali. Non un prologo accademico, ma una mappa delle priorità su cui le aziende devono scegliere dove mettere tempo e budget. Da lì in avanti, il filo conduttore è rimasto lo stesso ossia mostrare, non solo dire.
Il caso Lindbergh ha dato consistenza ai numeri. Il ceo Michele Corradi ha ricostruito l’evoluzione del modello in-boot in-night e la scelta dell’economia circolare come leva industriale, mentre Giorgio Berni, direttore generale di GEP, ha insistito su un punto spesso trascurato, cioè che “non è la taglia dell’azienda a determinare la riuscita dei progetti, ma la capacità del software di aderire al processo”. In scena con loro Roberta Bavaro ecosystem director di IBM Italia, che ha ricondotto il tutto alla strategia dell’ecosistema, con piattaforme aperte, cloud affidabile e partner capaci di “chiudere il cerchio” sul campo.
Il passaggio successivo è stato la dimostrazione dal vivo del Transport Management System costruito per Lindbergh, in grado di gestire pianificazione automatica dei giri, assegnazione dinamica, tracciabilità end-to-end anche sui flussi di recupero e riciclo. Con Arceo Desideri (PM di GEP) e Matteo Bozzoni (direttore operativo di Lindbergh) al podio, la parte più interessante è stata vedere come le scelte operative, e non solo gli algoritmi, riducano tempi, chilometri e margini d’errore quando si lavora di notte, su mezzi e tecnici distribuiti.
Poi l’intelligenza artificiale, non come slogan. Andrea Di Tella (GEP) ha mostrato come automatizzare l’inserimento ordini da documenti non strutturati, leggere etichette in modo affidabile e incrociare bolle di consegna con controlli automatici. Bianca Maria Romano (IBM Ecosystem technical manager) ha allargato la prospettiva su watsonx e sugli agentic AI, con un messaggio semplice, cioè che l’AI utile è quella che si integra nei processi, governa le eccezioni e lascia traccia delle decisioni.
A chiudere, la Business Intelligence “sotto la lente”: Attilio Amabili ha fatto vedere come passare dal cruscotto alla decisione con KPI essenziali, quali puntualità, saturazione, lead time, cost-to-serve e come lo storytelling dei dati aiuti direzioni e operation a convergere sulle stesse priorità. Nessun fuoco d’artificio, molta disciplina del dato.
L’impressione della sala è stata che, quando la tecnologia entra nei vincoli reali della logistica, la discussione smette di essere teorica.
Per chi non era presente o desidera rivedere i contenuti, sono disponibili presentazioni e video integrali degli interventi sul sito di GEP Informatica. La sintesi dell’intera mattinata, con link a slide e registrazioni, è consultabile nell’articolo di recap pubblicato dopo l’evento.