04/07/2024

Il 25 e 26 settembre 'Go International' torna all'Allianz MiCo Fiera Milano

La quarta edizione di “Go International”, la fiera dei servizi per l’export, è in programma a Milano il 25 e 26 settembre: dopo l’ottimo esito dello scorso anno Go International torna negli spazi dell’Allianz MiCo Fiera Milano Congressi. Go International è organizzata da Aice, l’Associazione italiana commercio estero (Confcommercio) che rappresenta le imprese con attività di import e di export, e da Trade Events, società specializzata nell’organizzazione di eventi fieristici e di partecipazioni di aziende italiane a fiere internazionali.

A “Go International” quest’anno ci saranno più di 150 espositori ed è previsto un ricco programma di conferenze (oltre 30) dedicate alla presentazione di servizi e strumenti utili per accedere ai mercati internazionali. La fiera milanese rappresenta una sorta di piattaforma dove trovare le soluzioni necessarie per accedere a nuove opportunità globali, in un periodo storico dove l’instabilità geoeconomica internazionale è elemento di criticità per molte imprese. La collaborazione e la condivisione di esperienze hanno reso l'evento un successo, aprendo la strada alla crescita internazionale delle pmi.

Oltre alle istituzioni nazionali dedicate alla promozione del Made in Italy (ICE Agenzia, Sace, Simest, ADM) il 25 e 26 settembre a Go International saranno presenti, in qualità di espositori: istituti bancari, temporary export manager, operatori della logistica internazionale, spedizionieri, società di certificazione di conformità, assicurazioni crediti export, studi legali internazionali, consulenti export, piattaforme per e-commerce internazionale, agenzie di promozione di Paesi esteri, Camere di commercio italiane all’estero e molto altro. 

Nel 2023 l’Italia, pur registrando un avanzo commerciale pari a 34,5 miliardi di euro (nel 2022 la bilancia commerciale era risultata negativa soprattutto a causa della spinta inflazionistica sui prezzi di energia e materie prime), ha avuto una performance nell’export sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Lo scorso anno l’Italia ha esportato beni per 626,2 miliardi di euro con una crescita dell’1.3% (dati Istat) ed un +5.3% in valore, ma con un -5.1% in volume: a conferma che la quantità di beni esportati è diminuita. E in questo 2024 sembra proseguire il trend incerto: Istat stima una riduzione dell’export, nel primo trimestre, dell’1,1%. Se si considera il mese di marzo, la flessione dell’export su base annua è dell’8,9% in termini monetari e del 10,3% in volume, con la contrazione più significativa nei mercati dell’UE (-12,3%). I settori più penalizzati sono stati la metallurgia (-19,3%), macchinari e apparecchi (-10,3%), prodotti chimici (-12,5%) cioè i settori tradizionalmente tra i più performanti del sistema economico italiano.

In particolare, è calato l’export verso la Germania, da sempre primo partner per l’Italia, che sta vivendo un periodo di crisi economica. Occorre, pertanto, operare per incrementare i flussi di export verso altre aree europee sensibili alle offerte italiane di prodotti e servizi e dove il Governo sta concentrando impegni e iniziative utili, quali i Balcani, il Regno Unito e l’Europa centro orientale. Non a caso Aice ha aperto da aprile il proprio primo ufficio di rappresentanza a Varsavia, in Polonia, in posizione centrale per quell’area che avrà un ruolo nevralgico per le attività di ricostruzione della confinante Ucraina. In parallelo sarà importante concentrarsi per migliorare le vendite verso i mercati extra UE più promettenti - India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Thailandia - che offrono segnali interessanti per il Made in Italy, e migliorare la bilancia commerciale con la Cina (oggi negativa per l’Italia per circa 15 mld di euro) puntando su servizi e prodotti che assecondino i nuovi cambiamenti di acquisto del consumatore cinese. I dati dell’export extra UE di aprile confermano questo orientamento con un incremento congiunturale del 3,4%.

Da qui la necessità di un approccio ai mercati esteri più selettivo che si basi sulla diversificazione dei mercati di sbocco e di approvvigionamento, sulla regionalizzazione degli scambi, su una più attenta gestione delle catene globali del valore e su un sempre migliore collegamento con trasporti e logistica italiani.

 

 

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