17/05/2017
"Dobbiamo aprire l’Italia alle innovazioni e cogliere le buone pratiche dagli altri Paesi dell’Unione europea che non si sono preclusi la possibilità di sperimentare". Ha esordito così il presidente designato di ANITA, Thomas Baumgartner, in apertura del convegno svoltosi oggi a Roma.
L’evento, organizzato da ANITA, ha riunito relatori di calibro internazionale provenienti da Paesi membri dell’UE dove sono stati sperimentati e, in alcuni casi, in cui è ammessa la circolazione di veicoli EMS (European Modular System), anche conosciuti come Ecocombi o Gligaliner. Tali complessi veicolari sono caratterizzati da una maggiore lunghezza che raggiunge i 25,25 metri e sono composti da una motrice con semirimorchio o da un autoarticolato con rimorchio.
Eurocombi, mezzi di nicchia, ma in grado di decongestionare il traffico
“ANITA sostiene da tempo che l’Italia non può e non deve chiudere le porte alle sperimentazioni. Gli Ecocombi verrebbero utilizzati soltanto per determinati prodotti voluminosi, determinate strade e rimangono in una nicchia di mercato, ma presentano una valida soluzione per diminuire la congestione stradale, ridurre l’impatto ambientale e abbassare costi di gestione per le aziende. Inoltre si adattano bene per le trazioni terminalistiche del traffico combinato ferrovia/strada. Le imprese di autotrasporto non possono restare indietro rispetto alle imprese di altri Stati UE dove tali combinazioni vengono utilizzate" ha aggiunto Baumgartner.
Chi c'era al convegno organizzato da ANITA
Marco Irzik, responsabile del gruppo di lavoro sugli Ecocombi del Federal Highway Research Institute (BASt) ha portato l’esperienza tedesca; il direttore Marten Johansson della Direzione tecnica della Swedish Association of Road Transport Companies (SÅ) ha esposto l'esperimento svedese; Ambro Smit, segretario Affari politici e di mercati del Transport en Logistiek Nederland (TLN) ha presentato il test sulle strade olandesi. Alle osservazioni della rappresentanza, si sono aggiunte le esperienze degli operatori: Roberto Martinez, direttore di XPO Logistics Iberia, Luca Biagetti, Direttore Commerciale & Marketing OMAR e René Horsch, responsabile dell’area sviluppo trasporti di IKEA.
Baumgartner propone un tavolo di consultazione
“ANITA crede fermamente nell’innovazione, che è fondamentale per rispondere ai cambiamenti del mondo produttivo e della società. – ha spiegato Baumgartner – va bene l'esperimento del progetto P18 che va portato avanti, ma proponiamo di istituire un tavolo di consultazione, a cui invitare tutti gli attori coinvolti, per uno studio di fattibilità della sperimentazione sugli Ecocombi senza pregiudizi".
Alcuni studi dimostrano che anche se la massa complessiva degli Ecocombi è maggiore, questi hanno un minore impatto sull’infrastruttura poiché il carico per asse è inferiore. Gli EMS sono
anche molto utili per un ulteriore sviluppo del trasporto intermodale, in quanto consentono di trasportare 2 casse mobili (una lunga e una corta), o un semirimorchio e una cassa mobile, con una sola combinazione di veicoli.
Quale sostegno dal ministero dei Trasporti?
I Paesi membri della UE che permettono la circolazione degli Ecocombi con vari programmi di sperimentazione sono la Spagna, il Portogallo, il Belgio, l'Olanda, la Germania, la Danimarca, la Svezia e la Finlandia.
Il sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari ha chiuso il convegno con il proprio intervento dichiarando: “Dobbiamo vincere la sfida della competitività e per farlo il Governo sta puntando su quattro assi fondamentali: innovazione e nuove tecnologie, intermodalità e ottimizzazione delle diverse modalità di trasporto, a vantaggio anche della sostenibilità ambientale. Con questo obiettivo abbiamo messo in campo diverse misure, come Marebonus e Ferrobonus e nuovi strumenti tecnologici, come la Piattaforma Logistica Nazionale realizzata dal MIT, che mette in connessione l’intero mondo della logistica. Ma per rendere il sistema trasportistico italiano veramente competitivo e all’altezza di quello dei migliori operatori europei non si può prescindere dal risanamento della rete infrastrutturale esistente, iniziando dalla manutenzione straordinaria delle strade e, soprattutto dopo i recenti avvenimenti, dalla manutenzione dei ponti e dei viadotti. Le politiche del Governo in materia di autotrasporto mirano quindi a salvaguardare la produttività aziendale, avendo come parametri di valutazione la sicurezza stradale e sociale, la tutela del patrimonio infrastrutturale e la riduzione dell’inquinamento".
Share :