21/05/2020
E' drammaticamente sconvolgente quanto emerge dalle intercettazioni effettuate nell'ambito dell'inchiesta sullo sfruttamento di alcuni autotrasportatori da parte di cinque imprenditori lodigiani del gruppo Plozzer, ora agli arresti. Autotrasportatori costretti a turni massacranti, anche di 18 ore e che addirittura pagavano per poter dormire nella cabina del camion che utilizzavano per lavoro.
Come riporta la Guardia di Finanza, con questi metodi "questa impresa criminale, la Plozzer, è riuscita ad accaparrarsi enormi fette di mercato della grande distribuzione organizzata, tanto da farla divenire uno dei gruppi di riferimento nazionale per il trasporto delle merci deperibili".
Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, un raggruppamento di piccoli imprenditori del trasporto merci conto terzi: "Questa terribile vicenda, che purtroppo non ci sorprende, è lo specchio di un settore, quello dell'autotrasporto, in ginocchio da tempo e nel quale è quasi impossibile lavorare nel rispetto delle normative vigenti. Un mercato ormai totalmente deregolamentato e strozzato dalla logica del prezzo più basso a qualunque costo. Una situazione intollerabile in un Paese normale. Una realtà strutturalmente inquinata che ha messo da tempo gli autotrasportatori onesti ai margini e che è sempre più terreno fertile, come sappiamo, per la criminalità organizzata che trova nel trasporto, tra l'altro, un ottimo strumento per riciclare denaro sporco. Una situazione drammaticamente nota ormai da molto tempo che pare non interessare se non quando sono la diretta conseguenza di fatti drammatici. E' evidente che prevale l'interesse da parte degli utilizzatori dei servizi di trasporto, per un costo del trasporto molto basso, che non tiene conto, se non a parole nei dibattiti pubblici, dei costi fissi e incomprimibili (carburante, pedaggi, l'applicazione del ccnl per gli autisti) che le imprese devono sostenere. Oggi poi con la tecnologia di cui disponiamo, con la geolocalizzazione automatica del veicolo si può agevolmente avere accesso a molte informazioni anche da remoto, dati che potrebbero consentire, se ce ne fosse davvero la volontà, controlli stringenti da parte degli organi di polizia. Perché tutto ciò non avviene? Cui prodest?".
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