Di alcune infrastrutture l’Italia riesce a discutere per decenni, talora per più di un secolo, senza pervenire a una realizzazione concreta. Ma in taluni casi, l’idea si trasforma improvvisamente in un’emergenza, in grado di impattare negativamente su territori a forte valenza economica decretandone potenzialmente il declino.
È quanto sta accadendo per il progetto del bypass autostradale fra Albenga, Savona e l’Alessandrino, che, con la crisi dell’intera rete autostradale ligure e con l’imminente entrata in servizio a pieno regime del terminal container di Savona Vado, pronto a riversare sull’autostrada Genova-Ventimiglia, nonché sulla Savona-Torino e sulla Voltri-Gravellona dai 2000 ai 2500 mezzi pesanti al giorno. Il che si traduce in una sola prospettiva: collasso e blocco totale nei traffici di merce dai porti di Savona e Genova verso l’hinterland industriale del Nord Ovest, ma anche blocco dei flussi turistici per tutta la Riviera di Ponente e danni incalcolabili alla Val Bormida.
A lanciare il guanto di sfida,
accendendo i riflettori su quella che minaccia di diventare una vera e propria
emergenza nazionale (attraverso i porti liguri transita più del 35%
dell’interscambio internazionale del Paese), è stato oggi il presidente della
Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, che ha agito come catalizzatore di
interessi che vanno dall’autotrasporto (rappresentato da Trasportounito, presieduto
da Franco Pensiero) agli operatori del
comparto turistico, al mondo della logistica e a una cinquantina di sindaci
direttamente coinvolti in questa emergenza. In anteprima oggi a Savona è stato
presentato il pre-progetto di un’autostrada, per certi aspetti “figlia" della
vecchia gronda di ponente, o della bretella, destinata a collegare
l’Alessandrino e quindi l’alto tracciato della A26 con la Savona-Ventimiglia
integrando Albenga e il terminal container di Vado.
I numeri si prestano a ben poche interpretazioni: già oggi la Genova-Ventimiglia, sotto osservazione ulteriore per i lavori di manutenzione in atto, ha superato il livello di guardia del congestionamento. Idem per i nodi di interconnessione con la Savona-Torino e con la Voltri-Gravellona Toce. Con i 2000 mezzi pesanti che ogni giorno graviteranno sul nuovo terminal e con la crescita prevista anche del terminal di Voltri su una rete che per i prossimi dieci anni subirà disagi, code e ingorghi derivanti da lavori di manutenzione posposti per anni, il nuovo bypass si presenta come l’unica alternativa percorribile per scongiurare il blackout.