09/01/2023

Supply chain compliance nel 2023, la lezione delle sanzioni nel caso Russia

Quando si pensa alle catene di approvvigionamento, la maggior parte delle persone si focalizza sui i prodotti che si spostano dal punto A al punto B, ne osservano l'aspetto visibile, come un camion sull'autostrada o una nave cargo in navigazione. Tuttavia, c'è un'altra dimensione della logistica globale che si svolge sullo sfondo e che le imprese talvolta non percepiscono: l'aspetto legale e doganale, noto anche come supply chain compliance, che racchiude i due frangenti della conformità customs e del global trade.


Anche se questo aspetto non è così evidente, quando il fondamento giuridico-operativo della conformità in azienda non è presente, tramite apposite prassi e procedure, i flussi commerciali transfrontalieri possono rallentarsi, estendendo i transit-time e relativi costi (si pensi alle ispezioni doganali, alle spese di demurrages e detentions, ecc), sino a giungere ad arrestarsi (generando sequestri di merci e pesanti assett sanzionatori). Poiché il business è più globalizzato di quanto non sia mai stato - e ciò conduce ad un rischio crescente – vi è una relativa crescente domanda di conformità e di strategia doganale nelle catene di fornitura globali.

 

La conformità della supply chain, infatti, assicura che un'organizzazione segua le leggi e i requisiti normativi e i controlli di importazione e esportazione per i paesi con cui lavora e in cui lavora: con solide misure di conformità in atto, un'organizzazione può essere certa di non fare affari con parti o Paesi soggetti a restrizioni commerciali o embarghi. La customs compliance della supply chain porta poi la conformità a un ulteriore passo avanti. Mentre la conformità garantisce che un'organizzazione POSSA fare affari con Paesi o entità o transare determinate merci, la strategia doganale fornisce visibilità nella catena di fornitura che garantisce se un'organizzazione DEBBA fare affari con Paesi o entità, individuare dove esportare i propri prodotti e come disegnare i propri flussi logistici tenendo conto delle variabili customs & trade, come dazi, accordi di libero scambio e restrizioni all’esportazione o requisiti legali nei Paesi di destino. Questo permette che l'organizzazione non si esponga a rischi che potrebbero degradarne l'immagine, la reputazione o la resilienza.

 

Il caso della Russia,
tra i Paesi più sanzionati al mondo

Il rispetto della conformità all'esportazione e delle leggi sulle sanzioni internazionali è sempre stato necessario, tuttavia il conflitto Ucraina-Russia in corso ha reso questi processi più complessi e sempre più vitali per proteggere la propria attività. Oltre 8.000 sanzioni sono attualmente rivolte a imprese e individui russi, rendendo la Russia tra i Paesi più sanzionati al mondo. La Supply Chain Compliance e la Trade Compliance aiutano le organizzazioni a identificare le parti sanzionate all'interno della catena di approvvigionamento, i prodotti soggetti a restrizioni di esportazione, riesportazione, trasferimento o intermediazione, non solo per prodotti e beni materiali ma altresì per software e tecnologie intangibili.

 

 


EU 2023: le restrizioni dopo 9 pacchetti di sanzioni

Dal marzo del 2014 l’Unione Europea ha progressivamente imposto misure restrittive nei confronti della Russia, inizialmente in risposta l’annessione della Crimea e Sebastopoli, ma è stato a partire dal febbraio 2022 che l’UE ha ampliato le sanzioni in risposta al riconoscimento degli Oblast di Donetsk e Luhansk occupati e all’aggressione Russa contro l’Ucraina. Parallelamente il regime di sanzioni nei confronti della Bielorussia è stato via via ampliato in risposta al coinvolgimento di tale Paese nel conflitto ucraino.

Da ultimo, il IX pacchetto di restrizioni EU è stato adottato il 16 dicembre 2022 ed è entrato in vigore il 17 dicembre 2022 in Gazzetta Ufficiale Serie L 322I del 16.12.2022 (EU Official Journal) estendendo le misure soggettive, oggettive, finanziare e le relative deroghe.

Misure Soggettive

L'UE nell’ ultima tranche di sanzioni ha aggiunto 168 persone ed entità all'elenco delle persone soggette a congelamento dei loro beni (Il Regolamento (UE) 269/2014 è stato modificato dal Regolamento (UE) 2022/2476). Sale così il numero degli enti sanzionati, per un totale di 1386 persone e 171 entità soggette non solo al congelamento dei beni e al divieto di viaggio, ma anzitutto al divieto di messa a disposizione di risorse economiche. L'elenco delle persone e degli enti sanzionati è costantemente aggiornato ed è soggetto a periodici rinnovi da parte del consiglio, e ad oggi comprende:

-       Banche ed istituzioni finanziarie

-       Aziende del settore militare e difesa

-       Imprese del settore aeronautico, cantieristico e meccanico

-       Uomini d’affari e oligarchi, a capo delle principali imprese del paese

-       Personale militare, politico e funzionari d’alto rango

Misure Oggettive

Il denominatore comune delle misure restrittive era colpire i settori finanziario e commerciale a partire dall’energia e dai trasporti sino ai settori legati alla tecnologia e la difesa. Un obbiettivo che ha stretto le maglie del commercio verso la Russia colpendo le esportazioni, dai beni di lusso sino ai macchinari, passando per i beni a duplice uso e militari, di cui base giuridica primaria risiede nel Regolamento (UE) 833/2014, così come da ultimo modificato dal Regolamento (UE) 2022/2474.

Con l’ultima tranche di sanzioni di dicembre 2022 sono state infatti estese nuove restrizioni all'esportazione di beni sensibili a duplice uso e tecnologie avanzate che contribuiscono alle capacità militari e al miglioramento tecnologico della Russia (allegato VII del regolamento (UE) n. 833/2014). Questo include, tra gli altri:

      motori di droni;

      apparecchiature chimiche e biologiche;

      componenti elettronici (rinvenuti nei sistemi militari russi sul campo di battaglia);

      generatori e dispositivi generatori;

      computer portatili, dischi fissi, circuiti stampati e componenti informatici;

      apparecchiature e sistemi di radionavigazione;

      beni e tecnologie adatti all'uso nell'industria aeronautica e spaziale, ad esempio motori di aeromobili e parti di motori, con una deroga per consentire l'assistenza relativa all'aviazione o alla sicurezza spaziale. 

 

Il nono pacchetto introduce, inoltre, un divieto di esportazione di beni e tecnologie dell'industria aeronautica e spaziale, compresi i motori degli aerei e le loro parti [allegato XI Reg. 833/2014 – parte C] (codice NC 840710 e codice NC 840910); si estende infine il divieto in relazione ai servizi impattando sulla fornitura di servizi pubblicitari, ricerche di mercato e sondaggi di opinione dell'UE, nonché servizi di collaudo di prodotti e servizi di ispezione tecnica alla Russia.

Deroghe

Novità di rilievo assume l’istituzione di una deroga temporanea e limitata ai divieti di importazione, al fine di facilitare una rapida uscita dal mercato russo e incoraggiare le imprese dell'UE a ritirare le loro attività e merci dalla Russia. In sostanza il divieto relativo ai beni di cui all’allegato XVII e XXI non si applica, per importazioni fino al 30 settembre 2023, in presenza di apposita autorizzazione.

In questo quadro si inserisce, ad esempio, la deroga al divieto di importare nell’Unione, direttamente o indirettamente, i prodotti siderurgici (allegato XVII Reg. UE 833/2014) originari della Russia oppure che sono stati esportati dalla Russia (art. 3-octies), e che ora non si applica in considerazione dell’apertura di un apposito contingente non tariffario (NC 7224 90).

 


USA 2022: la portata extra-territoriale delle sanzioni statunitensi

Esaminare i casi delle due principali agenzie statunitensi coinvolte nell'applicazione delle sanzioni, dotate di una portata anche extra-territoriale nei confronti di società non-US, e dei controlli sulle esportazioni, può aiutare a dimostrare l'importanza di rimanere conformi.

L'OFAC (Office of Foreign Assets Control) è un'agenzia di intelligence del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti responsabile della scoperta di violazioni delle sanzioni e dell'imposizione di multe e sanzioni. Nel 2022, l'OFAC ha irrogato condanne pecuniarie e penali nei confronti di numerose società per un totale di 38.284.196 dollari.

      CASO PRATICO: Nell’aprile 2022 una società di logistica e trasporto (Toll Holdings Limited “Toll") con sede in Australia è stata multata per 6,1 milioni di dollari per aver accettato pagamenti attraverso il sistema finanziario statunitense da parti e Paesi sanzionati. La società ha ricevuto la seconda più grande sanzione pecuniaria OFAC del 2022.

Allo stesso modo il BIS (Bureau of Industry and Security), un'agenzia del dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, si concentra sul commercio e sull’esportazione di beni e tecnologie considerati essenziali per la sicurezza nazionale US. Nel 2022, il BIS ha formulato accuse rilevanti contro entità sospettate di violare le restrizioni all'esportazione. Tra queste spiccano le norme sul controllo delle esportazioni degli US relative alle Export Administration Regulations (EAR), applicabili tra l’altro a beni di US-origin riesportati o trasferiti tali e quali, ovunque locati nel mondo, con forti profili di extra-territorialità anche a entità non-US.

      CASO PRATICO: Nell’ottobre 2022 due cittadini europei e altre parti coinvolte hanno tentato di esportare illegalmente in Russia una smerigliatrice a coordinate ad alta precisione a duplice uso , questa tuttavia era considerata un'attrezzatura soggetta a autorizzazione EAR (‘Lincesing’). Tutte le parti coinvolte sono state accusate dal BIS di cospirazione per violare i controlli internazionali sulle esportazioni. Le sanzioni previste nei loro confronti comportano pene sino ad un massimo di cinque anni di carcere oltre che sanzioni pecuniarie civili da 300,000 dollari sino a due volte il valore della transazione.

 

UE 2023 verso sanzioni penali e multe pari al 5% del fatturato di gruppo

In tale contesto, a dicembre 2022, anche la Commissione europea ha depositato (COM(2022) 684 - 2022/0398 (COD) una proposta di direttiva per armonizzare i reati e le sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell'UE. La proposta della Commissione stabilisce norme comuni dell'UE che renderanno più facile indagare, perseguire e sanzionare le violazioni delle misure restrittive in tutti gli Stati membri. La violazione delle misure sanzionatorie UE diverrà un reato penale europeo. La proposta di Direttiva interviene:

      Definendo norme di base comuni per le sanzioni: la singola persona potrà essere passibile di una pena massima di almeno 5 anni di reclusione, mentre le società potrebbero essere passibili di sanzioni non inferiori al 5% del fatturato mondiale totale della persona giuridica (società), calcolato sull'esercizio precedente la decisione sanzionatoria.

      Estendendo i reati, che riguarderanno anche l'elusione di una misura restrittiva dell'UE: ad esempio eludendo o tentando di eludere le misure restrittive occultando fondi o nascondendo il fatto che una persona è il proprietario finale dei fondi trasferiti a un soggetto listato.

 

Come assicurare compliance e risk mitigation
C'è stato un tempo in cui i professionisti della conformità erano visti come semplici smistatori di documenti. Ora invece, le organizzazioni si stanno rendendo conto del livello di rischio e complessità connesso ai problemi di conformità e strategia doganale della catena di fornitura e stanno prendendo consapevolezza del valore che una solida operazione di conformità e una strategia doganale possono apportare all'organizzazione.

Se è vero che le aziende vogliono essere redditizie (Sì, le aziende vogliono restituire valore agli azionisti) ma vogliono anche essere viste dal mercato come capaci di garantire business continuity, questo può essere raggiunto solo tramite dei meccanismi di supply chain compliance.

Per comprenderne la portata, vi sono alcuni modi per valutare l'effetto di una violazione:

      Sanzioni monetarie e penali

      Interruzione operativa della supply chain

      Danno di immagine e esclusione da interi settori di mercato (a esempio aerospace, automotive, ecc.)

      Effetto negativo sulla produttività

      Spese legali

      Opportunità di business perse

 

Può essere difficile quantificare il costo effettivo di alcuni di questi effetti, come l'interruzione operativa e il danno reputazionale. Tuttavia, questi effetti a lungo termine possono avere conseguenze di vasta portata sulla attività e sul potenziale di crescita delle imprese.

Le operazioni di conformità devono andare oltre un approccio lineare (riferimenti incrociati di prodotti con aziende/paesi, ricerca di accordi commerciali (FTAs) da sfruttare per azzerare i dazi, revisione del processo di sdoganamento presso l'autorità doganale) verso esercizi di due diligence più astratti e complessi per poter districare gli assetti delle organizzazioni internazionali. Le organizzazioni ora devono essere pienamente consapevoli di essere trasparenti su come prendono decisioni su come lavorare con le parti interessate in tutte le dimensioni e come creare processi e procedure di conformità. Gli internal compliance programmes, ormai in vigore in tutte le principali multinazionali, sono un chiaro esempio da seguire.

 

Dr. Marco Sella – Customs & Global Trade Manager e Doganalista

 


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