15/09/2015

Logistica sostenibile, che futuro se l'economia si fa davvero circolare?

Ritengo che si possa oggigiorno essere tutti d’accordo nel considerare “la sostenibilità di prodotti e servizi" come elemento di marketing quasi dato per scontato, sia che si tratti di estrazione di oli vegetali alimentari che di servizi di trasporto e logistica. Possiamo dire che la sostenibilità sia, almeno a parole, parte di quanto clienti e consumatori finali, sia business to business che business to consumer, sono abituati ad aspettarsi, se non a pretendere, lungo tutta la catena di fornitura. A questo scenario non si sottraggono le aziende fornitrici di servizi logistici a vario titolo coinvolte nella gestione lungo la catena di distribuzione; non solo quelle che per loro natura offrono servizi definiti green (operatori intermodali, ferroviari, ed affini) ma anche fornitori più tradizionali (ad esempio, operatori di magazzino e distributori) che nel corso degli ultimi anni hanno sviluppato e messo a punto strategie di sostenibilità in alcuni illuminati casi per iniziative spontanee, ma più frequentemente a seguito di pressioni più o meno dirette da parte dei propri clienti (implementando ad esempio soluzioni di distribuzione con automezzi ibridi e con carburanti a basso impatto aziendale, esempio LNG, oltre che totalmente elettrici ove applicabile, magazzini con pannelli fotovoltaici e recupero delle acque, ecc.).

Questi elementi di evoluzione e sviluppo dei servizi logistici, di innegabile beneficio per l’ambiente e la comunità nel suo complesso, hanno però portato alcuni operatori della logistica a uno sforzo, spesso molto importante, in termini di investimenti e risorse gestionali, soprattutto per le aziende di piccola e media dimensione (magari non appartenenti a gruppi internazionali), che caratterizzano in modo specifico il mercato della logistica nel nostro Paese. Gli sforzi economici e organizzativi inoltre non sempre sono stati compresi, a parte casi specifici di cui anzi ne sono stati i promotori, dai clienti degli operatori di servizi logistici che spesso effettuano le proprie valutazioni e scelte in una pura ottica di prezzo del servizio a sé stante senza saper (o voler) valutare la complessità del total costs del servizio, comprendendo dunque anche tutte le componenti di costo effettivo, sia dirette che indirette, associate all’erogazione del servizio stesso.

Se infatti le valutazioni venissero fatte in maniera puntuale, corretta e onnicomprensiva, includendo dunque anche i costi indiretti legati agli aspetti commerciali e marketing, all’impatto sociale e ambientale legati alla sostenibilità del servizio nella sua complessità, si potrebbero trarre conclusioni differenti in termini di valutazione e di selezione di un fornitore di servizi logistici anziché basarsi su una mera valutazione di prezzo o di rapporto qualità/prezzo nei migliori dei casi.

In questo scenario quindi la sostenibilità logistica non solo non deve essere considerata come un costo che va ad aggiungersi impattando nell’erogazione dei servizi, ma, al contrario, deve essere opportunamente valutata l’incidenza “positiva" in termini di riduzione dei costi complessivi associata all’erogazione dei servizi e componente fondamentale del costo totale del prodotto sostenuto dai clienti finali e quindi dalla comunità. Questi concetti, che pure appaiono apparentemente intuitivi e semplici in termini di assunti generali (sebbene non sempre semplici da implementare), vengono oltretutto rafforzati, per non dire superati, dalle nuove frontiere di produzione e commercializzazione dei prodotti secondo strategie proprie dell’economia circolare, che si basano sulla promozione di nuove idee e modelli di business che vadano oltre al puro e semplice concetto di sostenibilità e riciclo, coinvolgendo in maniera differente tutti i diversi attori della filiera (produttori, distributori, consumatori, operatori della logistica e del riciclo, ecc.).

L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, si basa infatti sul concetto di “un’economia pensata per potersi rigenerare da sola". L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro. Nell’economia lineare, invece, terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento.

In questo scenario la sostenibilità logistica risulta dunque quasi superata, essendo data per scontata, in quanto il nuovo paradigma pone al centro la “sostenibilità del sistema", e non di una sola parte di esso, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Si tratta di un sistema opposto a quello definito lineare, che parte dalla materia ed arriva al rifiuto. Si tratta dunque di un nuovo paradigma dove la “logistica sostenibile" diventa un elemento fondamentale del modello dell’economia circolare e che assume una veste nuova e sempre più pervasiva.

La strada dunque sembra segnata ma è necessario un cambio di passo e di mentalità a partire dai clienti committenti nei confronti dei fornitori di servizi di logistica, affinché si interrompa quel circolo vizioso che vede alcuni settori della logistica operare in uno scenario di pura competizione di prezzo, ma non total costs, sempre a più basso valore aggiunto: paradossalmente mentre alcuni clienti lamentano la bassa capacità di innovare da parte di alcuni operatori logistici in Italia, spesso sono proprio coloro i quali che non sanno (o non vogliono) valutare nel complesso il valore dei servizi erogati e che comprano in una pura ottica di “asta al ribasso" impedendo di fatto a molti operatori della logistica di poter concretamente investire in innovazione e sostenibilità e poter dunque fornire servizi a reale valore aggiunto, a totale beneficio di tutta la filiera, o meglio di tutta l’economia nella sua circolarità.

di Guglielmo Davide Tassone
Amministratore delegato di BLG Logistics Solutions Italia e consigliere di SOS Log
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