25/04/2016

STATI GENERALI DELLA LOGISTICA, considerazioni dal meeting di Novara - di ALDO ROSADA

Recentemente ho partecipato al convegno svoltosi a Novara l’8 e 9 aprile u.s. sugli Stati Generali della Logistica del Nord/Ovest relativi ad un accordo voluto dalle Regioni della Liguria, Lombardia e Piemonte che hanno sottoscritto un protocollo contenente la regolamentazione per una logistica sostenibile, nel trasporto delle merci, all’interno della macroarea.   

Dopo la due giorni ecco le mie considerazioni e riflessioni su quanto emerso.

 

Urge un Piano nazionale della logistica

Se c’è un paese in Europa che ha la necessità di dotarsi di un Piano nazionale della logistica, questo paese è l’Italia, vista anche la sua struttura topografica del territorio (lunga e stretta). Purtroppo a oggi l’Italia è ancora orfana di un Piano nazionale della logistica, nonostante nel tempo, dal 1984 sono stati predisposti sulla carta ben quattro piani che non hanno visto la luce operativa e applicativa, per motivi sconosciuti anche se ritengo di natura politica visto il succedersi di Governi con diversa ispirazione politica.   

Per futura memoria ricordo che:

-       nel 1984 con il Governo Bettino Craxi il ministro dei Trasporti Claudio Signorile ha presentato un Piano Generale dei Trasporti, successivamente rivisto e corretto adeguandolo alle necessità del Paese;

-       nel 2006 con il Governo Silvio Berlusconi il sottosegretario di Stato Paolo Uggè ha presentato un Piano Nazionale della Logistica e dei Trasporti;

-       nel 2007 con il Governo Romano Prodi il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha presentato le linee guida del Piano Generale della Mobilità;

-       nel 2010 con il Governo Silvio Berlusconi il sottosegretario di Stato Bartolomeo Giachino ha presentato un nuovo Piano Nazionale della Logistica e dei Trasporti con l’obiettivo, negli anni dal 2011 al 2020, di recuperare 4 miliardi di euro ogni anno dei quaranta miliardi di euro quale deficit di PIL della logistica.



Intanto alcune Regioni non stanno alla finestra

Per lo studio effettuato dai consulenti incaricati, tutti i piani hanno avuto un elevato costo a carico della collettività senza ottenere alcun beneficio, in quanto la loro mancata applicazione operativa non ha migliorato la situazione logistica dell’Italia sia in termini economici che ambientali. Oggi con l’impegno manifestato dall’attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, è doveroso pensare con ottimismo che dai proclami, dagli annunci, dai progetti e dai buoni propositi si sta passando alla fase operativa. Mi auguro che tutto ciò avvenga nel minor tempo possibile anche perché, se diversamente, l’Italia ha perso l’ultima occasione per rendere la logistica profittevole sia per lo Stato (entrate fiscali) che per le imprese di logistica (aumento della produttività e quindi degli utili).

Nella due giorni di Novara il ministro Delrio ha apprezzato l’iniziativa avuta dalle regioni della macroarea del Nord/Ovest (Liguria, Lombardia e Piemonte), auspicando che possa essere copiata anche dalla macroarea del Nord/Est, precisando che in Italia, dal punto di vista logistico, sono state individuate cinque macroaree.

Per ultimo desidero riportare un'affermazione che tengo sempre ricordare: “la logistica non è un  qualcosa di astratto bensì è una scienza e come tale ha bisogno di previsione, programmazione e organizzazione".



Intermodalità ferroviaria, forse è l'ora della ripartenza

Nella conferenza sull’ambiente di Kioto del 2005, l’allora ministro dell’ambiente Altero Matteoli  aveva dichiarato che dal circa 13%, in pochi anni, l’Italia sarebbe passata alla percentuale del 25-30% in trasporti ferroviari rispetto al tutto strada. Contrariamente a quanto previsto da Matteoli negli anni successivi si è passati invece a una percentuale di circa il 6-7%, in quanto Trenitalia - essendo una società per azioni e dovendo presentare un bilancio non passivo - asseriva che i prezzi applicati al trasporto ferroviario merci non coprivano i costi di esercizio. Desidero ricordare che l’Italia, con l’aumento dei trasporti su gomma, ha sostenuto costi incalcolabili per la manutenzione delle strade, per la sanità a seguito dell’aumento degli incidenti stradali e per il congestionamento autostradale stimato in 500 milioni di euro ogni anno di PIL. Prima di affermare che i prezzi applicati erano inferiori ai costi di esercizio, molto probabilmente e nell’interesse del Paese si poteva valutare se esistevano i presupposti per una riorganizzazione della struttura di Trenitalia divisione Cargo. In ogni caso il Governo avrebbe notevolmente risparmiato se avesse sanato l’eventuale bilancio passivo di Trenitalia anziché sostenere i costi indiretti sopraindicati.

Oggi il ministro Delrio finalmente è intervenuto per rilanciare il servizio internodale come risulta dal documento presentato ai primi di febbraio di quest'anno dal responsabile della struttura tecnica di missione del ministero Ennio Cascetta dal titolo “Politiche per il rilancio del trasporto ferroviario delle merci". Il documento prevede un miglioramento dei collegamenti tra interporti, porti e piattaforme logistiche e con l’obiettivo di aumentare il trasporto ferroviario merci del 50% rispetto all’attuale.



OK al "ferro bonus", ma sbagliato escludere gli operatori logistici

Sempre il ministro Delrio:

-       ha presentato un decreto ministeriale, in attesa del via libera dell’Unione europea, che prevede 20 milioni di euro all’anno per tre anni di incentivi “ferro bonus" al trasporto ferroviario merci e sembrerebbe destinato solo a beneficio delle imprese ferroviarie e degli autotrasportatori;

-       ha provveduto all’aggiornamento del contratto di programma con RFI per un adeguamento della rete ferroviaria onde permettere entro il 2020 la possibilità di effettuare treni da 750 metri di lunghezza, con 4 metri di altezza allo spigolo laterale e con 2000 tonnellate di peso.

Alla voce “ferro bonus" mi auguro che oltre all’impresa ferroviaria e all’autotrasportatore venga indicato esplicitamente anche l’operatore logistico (che può essere anche autotrasportatore ma non necessariamente deve essere iscritto all’albo nazionale degli autotrasportatori). L’operatore logistico è quel soggetto che nelle proprie piattaforme logistiche, nei terminal ferroviari e negli interporti provvede a concentrare organizzare e programmare il quantitativo di merce da inviare via ferrovia.

 

In chiusura di queste mie considerazioni desidero sottolineare che l’unica associazione di categoria che rappresenta gli operatori logistici è Assologistica (www.assologistica.it) e vista l’importanza che l’operatore logistico riveste per l’economia del nostro Paese è il momento giusto per un riconoscimento con citazione di tale professione nel nostro Codice Civile.

 

di ALDO ROSASA

Presidente della Commissione Trasporti di Assologistica


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