21/03/2012

A Pasquale Legora de Feo, amministratore delegato di CoNaTeCo

Recentemente il porto  di Napoli, e di conseguenza Conateco per quanto riguarda l'entrata e l'uscita dei contenitori, ha subito un pesantissimo blocco da parte degli autotrasportatori. Come vede questa situazione e quali possibilità di soluzione?

Il recente blocco delle attività da parte degli autotrasportatori ha creato situazioni di estremo disagio sia al terminal, con ripercussioni notevoli in termini economici e di operatività, sia agli altri soggetti dell'intera filiera logistica. La situazione dei cosiddetti costi minimi resta molto confusa sia a livello normativo che applicativo, l'unica soluzione può essere rappresentata dalla stipula di accordi nazionali tra le associazioni di categoria, che tengano effettivamente conto di tutte le esigenze delle parti in causa e delle peculiarità delle differenti situazioni in termini delle specifiche tipologie di trasporto e delle diverse realtà geografiche.

Il Governo sta per varare una Authority dei trasporti. Tuttavia, da più parti si ritiene che i porti abbiano caratteristiche peculiari che non consentono un’omologazione ad altri nodi logistici, oltre al pericolo di sovrapposizioni tenendo anche conto che compiti di regolazione  e di governance sono affidati alla Autorità portuali. Cosa pensa di questa questione?

Bisognerebbe innanzitutto capire le intenzioni del Governo circa le competenze e i poteri da affidare a tale Authority, che potrebbe essere uno strumento utile se, per esempio, avesse il compito di favorire il dialogo tra tutti i nodi logistici dei territori e la messa a sistema di macro aree logistiche su scala regionale o addirittura interregionale.  Più delicato è il tema dei poteri da affidare a tale soggetto, perché il rischio è il creare duplicazioni o sovrapposizioni di competenze con altre Istituzioni quali le Autorità Portuali, che hanno compiti e poteri ben precisi derivanti dalla Legge 84/94, o gli Enti di Governo Territoriale.

Dal punto di vista ferroviario, Napoli è la città più importante del Sud Italia e analogamente Conateco lo è come terminal contenitori. E' imminente l'inaugurazione operativa  dell'Alta Velocità NTV, nella quale è coinvolto anche l'Interporto di Nola, con cui tempo fa il porto di Napoli avrebbe dovuto condividere uno shuttle su ferro per lo stoccaggio dei contenitori. Intanto ISO, operatore ferroviario del vostro gruppo, sta rilevando seri problemi per il collegamento su ferro Napoli-Bari che consente l'export a molte aziende pugliesi dal porto di Napoli. Cosa pensa di questa situazione?

Innanzitutto devo chiarire che l'alta velocità della NTV riguarderà il movimento dei passeggeri e quindi non ha impatto sulla realtà del trasporto merci su rotaia, che, purtroppo, presenta uno scenario molto preoccupante.Il gruppo Trenitalia ha dato più volte prova di non puntare allo sviluppo del settore merci; i livelli tariffari per l'acquisto di relazioni ferroviarie, non solo sulla tratta Napoli-Bari ma in generale, sono fuori mercato e la situazione è aggravata, a livello di traffico, per i porti, dall'eccessivo costo dei servizi di manovra. In mancanza di una politica delle Istituzioni che consenta di rimuovere gli ostacoli incentivando il trasporto su ferro, gli operatori sono costretti a dismettere i servizi, ripiegando sul trasporto camionistico con immaginabili ripercussioni anche in termini ambientali.   

Di Giovanna Visco
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