12/01/2018
"Non capiamo come in momenti di aumenti dei traffici autostradali e quindi delle frequenze di
percorrenza, con conseguenti aumenti automatici dei ricavi per le società autostradali, si possa
concedere aumenti di pedaggi che vanno fino al 13,91% (Milano Serravalle Milano
Tangenziali) – dichiara Thomas Baumgartner, presidente di ANITA - In periodi di inflazione quasi
a zero e di aumenti dei traffici con manutenzioni costanti e minori spese di personale per l'uso
sempre più frequente dei Telepass, non si comprende come mai le società autostradali debbano
avere bisogno di incrementare i pedaggi".
Il costo dei pedaggi autostradali incide per circa il 12% sui costi gestione di un mezzo pesante e i
nuovi incrementi si riverseranno inevitabilmente sui noli del trasporto e di conseguenza sui costi
logistici per le imprese produttrici.
"In una fase di ripresa dell'economia in cui il PIL italiano cresce, anche se meno rispetto a molti
altri Paesi UE, ma dove la competitività delle imprese del settore sta ancora peggiorando, l'Italia
non si può permettere un nuovo rincaro dei costi di produzione, che comprometterebbe la forza
propulsiva dell'esportazione, vero motore della ripresa economica", afferma ancora il presidente di
ANITA.
L'associazione chiede che venga eliminato ogni automatismo dai contratti di concessione con le società
autostradali e che il settore del trasporto e della logistica sia coinvolto nelle decisioni riguardanti la
determinazione dei pedaggi e soprattutto che prima di considerare ulteriori aumenti il ministero
pretenda miglioramenti in termini di percorribilità e di sicurezza della rete autostradale.
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