27/06/2016

Emissioni marittime, Ecsa chiede accordi e misure globali

Niels Smedegaard, presidente Ecsa (The European Community Shipowners' Associations), nel corso del recente simposio tenutosi ad Anversa (Belgio) dal titolo "Shipowners' Initiative Toward Decarbonisation", organizzato da The Royal Belgian Shipowners Association in collaborazione con Ecsa e Wartsila (azienda finlandese con quartier generale a Helsinki, specializzata nella produzione di sistemi di propulsione e generazione d'energia per uso marino e centrali elettriche), si è così espresso: “Crediamo che lo shipping, insieme a tutti gli altri settori industriali, debba essere parte della soluzione per limitare l'aumento della temperatura globale, visto che noi chiaramente contribuiamo alle emissioni di CO2. L'obiettivo generale però deve essere un accordo globale per le emissioni marittime, verso il quale l’Imo si sta muovendo. L’Ue ha dato prova di leadership, adottando il regolamento relativo a monitoraggio, comunicazione e verifica delle emissioni di CO2 del trasporto marittimo. Adesso dovrebbe essere garantita la corretta applicazione del Regolamento MRV accertando che sia in linea con il sistema di raccolta dei dati dell’Imo, che sarà formalizzato nel prossimo mese di ottobre. Questo farà sì che lo shipping europeo sarà coperto da un unico sistema, efficiente e senza duplicazioni. La Commissione europea non ha incluso lo shipping nella sua attuale revisione dell’European Emissions Trading System e riteniamo che ciò rifletta correttamente la realtà del trasporto marittimo, che è un business globale e misure regionali avrebbero un impatto distorsivo diretto sugli operatori europei. Un regime regionale condurrebbe alla delocalizzazione delle emissioni di carbonio dato che le navi comincerebbero a evitare di fare scalo nei porti dell'Ue. Ciò avrebbe anche un grave impatto sullo short sea shipping che ancora una volta dovrebbe confrontarsi con un sistema esclusivamente europeo". Per saperne di più si visiti: www.ecsa.eu
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