Gruber Logistics, società altoatesina leader europeo nel trasporto di carichi eccezionali, insieme a diversi enti locali ha avviato in Germania una campagna volta a porre in evidenza come gli obiettivi di miglioramento del mix energetico del paese non potranno essere raggiunti a causa della burocrazia nel trasporto dei carichi eccezionali.
Il problema del coordinamento degli enti locali è una questione fortemente sentita anche nel nostro paese. Nell’ambito dei trasporti che richiedono permessi particolari e devono per loro natura attraversare diverse regioni queste differenze burocratiche portano ad enormi inefficienze. Problematiche che scopriamo oggi colpire anche la Germania, principale economia europea.
La Germania è uno dei paesi europei che maggiormente punta sull’energie rinnovabili. Un processo che è stata accelerato considerevolmente non solo per motivi ambientali ma anche per permettere al Paese di affrancarsi dalla dipendenza di approvvigionamenti da altri paesi come la Russia. L’energia eolica rappresenta in questo quadro una risorsa importante comprendo circa il 15%-20% della generazione elettrica totale nel paese. Il traguardo ultimo del paese è quello di arrivare al 100% di rinnovabili entro il 2050 obiettivo che oggi sembra irraggiungibile proprio a causa dei limiti burocratici che vincolano il trasporto delle pale eoliche e rallentano i processi produttivi.
In una conferenza stampa congiunta associazioni, autorità locali e imprese hanno sollevato la questione al fine di arrivare ad una soluzione del problema. Holger Dechant, board member di Gruber Logistics, ha evidenziato come i tempi siano estremamente lunghi per quanto concerne tutto il comparto dei trasporti eccezionali. “Se una macchina da costruzione che richiede un trasporto speciale si rompe in cantiere, rimane lì per settimane durante la procedura bloccando di fatto il proseguo delle attività". Dechant sarebbe soddisfatto se la durata fosse ridotta a due o tre settimane. “Una sola settimana sarebbe un sogno dal momento in cui oggi i permessi vengono rilasciati separatamente lungo il percorso dalla società autostradale, da diverse contee e comuni, tutti con requisiti, moduli e scadenze diverse. Solo tra Nienburg e Braunschweig, nello stesso Stato federale, ci sono dieci autorità. Il numero di autorità coinvolte, e quindi la possibilità di errore nelle richieste, aumenta drasticamente quando il veicolo pesante deve lasciare l'autostrada a causa di lavori stradali o di tratti divenuti inadatti".
Se l'attuale quadro di autorizzazioni per il trasporto su larga scala continuerà in questo modo sarà impossibile raggiungere gli obiettivi della Germania in materia di energia eolica. Davanti alla stampa si è parlato di "follia". Non solo le turbine eoliche onshore vengono autorizzate troppo lentamente, in modo assurdo e inflessibile, ma anche il trasporto su larga scala e pesante dei loro componenti. Ne sono convinti l'Associazione per le Energie Rinnovabili della Bassa Sassonia-Brema (LEE), l'Associazione dell'Industria Edilizia dei due Stati federali e gli autotrasportatori. Bärbel Heidebroek, presidente di LEE, ha portato come esempio la Bassa Sassonia “agli attuali 6.200 impianti eolici devono essere aggiunti 18.000 MW, per una capacità totale di ben 12.000 MW, nei prossimi 12 anni, in modo che il Land raggiunga l'obiettivo di 30.000 MW previsto dalla propria legge sul clima entro la fine del 2035. Inoltre, è previsto un repowering con 250-900 nuove turbine da 1.600-5.400 MW, che sostituiranno i vecchi mulini a vento. Il totale è di 3.300-4.000 turbine eoliche da trasportare entro il 2035. Dato che per ogni turbina eolica sono necessari 10 trasporti pesanti, il risultato è di 33.000-40.000 trasporti di questo tipo. Considerando le attuali sei/otto settimane per i permessi è evidente che il settore è bloccato".
La situazione descritta in Germania è come detto analoga a quanto avviene in Italia e in molti altri paesi europei. Il tema non è, inoltre, attenzionato nemmeno a livello europeo elemento che porta ad una mancanza di coordinamento sia tra enti locali sia tra Stati membri e a danni ingenti all’economia e all’ambiente.