01/12/2017

La logistica alla luce della 4a rivoluzione industriale

La quarta rivoluzione industriale impone senza sconti di mettersi in rete per diventare più competitivi. In particolare le piccole e medie imprese (PMI) devono poter cogliere le innovazioni di Industria 4.0 sapendo che sono indissolubilmente intrecciate con la logistica, che – nel nuovo scenario degli ultimi anni - assume un ruolo centrale e a pieno titolo si può definire logistica 4.0. Ecco perché PMI, aziende di IT e operatori logistici, debbono imparare a fare sistema per rispondere alle richieste sempre più flessibili e sofisticate da parte del consumatore finale. Se ne è parlato di recente a Novara all’Associazione degli industriali, durante il 2° convegno promosso da ISCA International Supply Chain Academy e Confindustria Piemonte, in collaborazione con AIN e Invitalia Assistenza Tecnica Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). 


Sostenere le imprese ad adeguarsi al nuovo modo di fare impresa 
Durante il meeting sono state analizzate le necessità e suggerite le migliori strategie per dare priorità alle competenze: dalle innovazioni tecnologiche e organizzative alle opportunità di supporto, pubbliche e private, per i necessari investimenti. Dopo la riuscita esperienza del primo convegno il 24 maggio scorso a Torino sullo stesso tema, continua la formula dell’incontro concreto pensato al servizio degli operatori e delle PMI sotto il patrocinio di ministero dello Sviluppo Economico, Giunta e Consiglio regionale del Piemonte. Obiettivo è veicolare le imprese ad adeguarsi al nuovo modo di fare impresa nella quarta rivoluzione industriale.
Nel corso del convegno, che ha offerto spunti ed esempi per sostenere il miglioramento della logistica perché l’intera filiera del made in Italy possa essere più competitiva sullo scacchiere globale, sono state dettagliate anche le procedure per richiedere le agevolazioni del MISE a favore degli investimenti per l’innovazione. 


Illustrate case history di aziende di produzione, distribuzione e sanità
Lo scenario di industria e logistica 4.0 ha visto, dopo i saluti dei presidenti di ISCA Domenico Netti e di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli, alternarsi gli interventi dell’assessore regionale alle attività produttive Giuseppina De Santis e del consigliere Raffaele Gallo, di protagonisti pubblici e privati in tema di finanziamenti alle imprese per l’adeguamento a 4.0. Lo scenario è stato arricchito dalle case history di grandi e piccole aziende di produzione, distribuzione e sanità, con approfondimenti sulle possibilità offerte dalle tecnologie abilitanti, fino alla tavola rotonda “Imprenditori e manager sono pronti a gestire la logistica 4.0?"



Il team dei relatori del convegno novarese


Italia in prima linea nel sostegno fiscale alle aziende che digitalizzano 
Il recente G7 dell’industria alla Venaria Reale (Torino) ha rivelato l’impellente necessità di uniformarsi ai piani di Industria 4.0. Bruxelles ha lanciato una piattaforma comune per la condivisione delle migliori prassi e per mettere in sinergia grandi progetti. Sono 15, a oggi, i programmi europei per Industria 4.0: a lanciarli per ora sono stati Germania, Italia, Francia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Spagna, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Svezia. Dalle analisi incrociate di Adapt, Politecnico di Milano e I-Com la Germania risulta avanti per il trasferimento tecnologico, l’Italia per sostegno fiscale alle imprese. Ma occorre conoscere questi meccanismi. 


Interesse per Industria 4.0, ma la cultura aziendale va rafforzata
Un recente sondaggio condotto da PwC su oltre 400 aziende italiane per comprendere l’importanza riconosciuta all’industria 4.0. Le aziende nel mondo investono ogni anno oltre 900 miliardi di dollari per l’industria 4.0 e l’indagine rivela, anche in Italia, un'attenzione crescente verso l’Iot (l’Internet delle cose). “C’è, insomma, un grande interesse delle aziende, ma la cultura aziendale va rafforzata"come sostiene Domenico Netti, presidente ISCA Academy. Nella survey PwC il 37% degli imprenditori italiani prevede di investire nei prossimi 5 anni sino al 3% del proprio fatturato in tali progetti, il 34% ha indicato di voler allocare il 4%-5% del fatturato, il 22% una percentuale superiore tra l’8% ed il 9% del fatturato, mentre il 7% investirà almeno il 10%. 



il convegno si è tenuto a Novara nella sede dell’Associazione degli industriali


Dichiarazioni di Domenico Netti, Presidente ISCA Academy 
La logistica è sempre stata la spina dorsale dell’economia: la stessa globalizzazione sarebbe stata inconcepibile senza le reti logistiche che abbracciano il mondo. La digitalizzazione favorisce il decentramento del sistema produttivo mondiale attraverso la creazione di sottosistemi autonomi, interconnessi e ubicati dove sono disponibili le migliori competenze. I sottosistemi produttivi e i consumatori, localizzati in qualsiasi parte del pianeta, sono connessi e generano continuamente volumi enormi di dati (bigdata) che a loro volta producono ulteriori cambiamenti nel sistema sociale e produttivo. Il risultato è l’aumento della velocità delle innovazioni. Alla logistica è assegnato il ruolo fondamentale di portare le innovazioni dalla fase di laboratorio a quella operativa e di consumo su scala mondiale. In questo scenario, gli obiettivi virtuosi dell’industria 4.0 sarebbero inconcepibili senza l’asse portante della logistica impegnata nella gestione efficiente delle reti e nell’adeguamento delle infrastrutture di supporto. Nel contesto italiano, gli operatori logistici devono incrementare la loro conoscenza tecnologica di pari passo con la diffusione delle innovazioni. L’obiettivo potrà essere raggiunto solo con la crescita delle competenze; questa sarà favorita dall’aggregazione di piccole realtà imprenditoriali, in soggetti aventi la massa critica necessaria per generare e gestire know how e innovazione, nella produzione e nei servizi. 


Dichiarazioni di Fabio Ravanelli, presidente Confindustria Piemonte 
Diversamente dal passato in questa quarta rivoluzione industriale l’introduzione delle nuove tecnologie non avviene con dinamiche spontanee e di mercato, ma è sostenuta e fortemente accelerata da piani strategici nazionali, a conferma della sua epocale rilevanza. In altre parole oggi, per tenere l’azienda al passo con i livelli competitivi non basta (o, quantomeno, potrebbe non bastare) la naturale attitudine imprenditoriale, ma occorre bensì l’azione congiunta e coordinata dell’intero sistema nazionale, dal governo, alle pubbliche amministrazioni, al sistema educativo, alle associazioni di categoria. Il modello Amazon ci dimostra a quale livello di competitività può giungere un’azienda che, saltando integralmente il processo produttivo, ha puntato tutto il suo business sulla capacità logistica. Un’azienda che, dall’iniziale modello di business basato sugli “intangibles", oggi rappresenta un modello industriale in termini di investimenti impiantistici nel campo della robotica e automazione. Proprio la logistica è quel segmento del tessuto produttivo sul quale, con ampio anticipo, si sono viste le prime rivoluzionarie applicazioni delle nuove tecnologie digitali e la dotazione infrastrutturale avrà un ruolo determinante nella nostra capacità competitiva. Confindustria si sta impegnando su queste tematiche con uno sforzo sistemico di portata straordinaria. Da una parte, con la partecipazione attiva ai tavoli di coordinamento con Governo ed istituzioni (posso affermare con soddisfazione che il piano Calenda è frutto di un lavoro “a quattro mani"); dall’altra parte con il varo di un programma strategico che coinvolgerà l’intera organizzazione, a livello sia di associazioni territoriali che associazioni di categoria, e con la costituzione di una nuova struttura dedicata, quella dei digital innovation hub.
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