27/04/2020

SRM ha diffuso il ”Bollettino Mezzogiorno 1-2020”

Come da tradizione, SRM pubblica i Bollettini Economici delle regioni meridionali con i principali dati disponibili per l’anno da poco concluso. Si traccia, nello specifico, un quadro dello stato dell’arte, a fine 2019, in termini di valore  ggiunto, tessuto imprenditoriale e contesto occupazionale, relazioni commerciali con l’estero e variabili creditizie. Negli ultimi mesi, tuttavia, l’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese ha radicalmente e molto velocemente cambiato gli scenari economici rendendo, apparentemente, ormai superati i dati qui riportati. Essi rappresentano, tuttavia, la base da cui partire non solo per analizzare l’impatto di Covid-19, ma anche – e soprattutto – per tracciare i futuri percorsi di ripresa.

Le stime di tutti i principali Istituti economici parlano di un anno in recessione per il nostro Paese e l’impatto sui territori sarà, per forza di cose, diversificato a seconda delle caratteristiche intrinseche di ognuno, della dipendenza più o meno forte dai settori maggiormente colpiti dalla crisi e della capacità/velocità di ripresa che si metterà in campo.

In questo momento, fare delle previsioni sugli andamenti futuri – soprattutto a carattere regionale – è particolarmente difficile date le numerose incertezze ancora in essere. Ciononostante, SRM, da sempre attenta all’evoluzione delle dinamiche economiche delle regioni del Mezzogiorno, guarda con attenzione quello che sta accadendo e si pone l’obiettivo di analizzarne l’impatto fornendo nuove chiavi di lettura in vista della futura ripresa; il tutto partendo dalle informazioni ante-crisi qui riportate.

Il Bollettino Mezzogiorno 1-2020 registra che a fine 2019 nel Mezzogiorno sono attive 1 milione e 699 mila imprese, il 33,1% delle imprese attive in tutta Italia. Rispetto al valore del 2018, il dato è costante; in particolare, mentre si riduce il numero delle imprese individuali (-1,0% a 1.125.666 unità) e delle società di persone (-2,7% a 177.480), crescono considerevolmente le società di capitali (+4,9% a 341.229 imprese). Una tendenza analoga si riscontra anche nel Centro-Nord e in Italia. Fatta eccezione per le costruzioni (in aumento con un +0,6%), sono in calo i principali settori, con il commercio a -1,2%, le attività manifatturiere a -1% e l’agricoltura a -0,8%.

La forza lavoro nel 2019 è stata composta da 7 milioni e 501mila persone (il 28,9% del totale nazionale), in calo dello 0,8% rispetto al 2018. Il numero di occupati è salito a 6 milioni e 182mila persone (+0,2%), mentre è sceso il numero dei disoccupati a 1 milione e 319mila unità (-5,2% contro -7,4% nel Centro-Nord e -6,3% in Italia). Il tasso di occupazione è salito al 44,8%, mentre il tasso di disoccupazione è lievemente diminuito portandosi al 17,6%; in calo è stato anche il tasso di disoccupazione giovanile (da 48,4% a 45,5%) e quello di disoccupazione femminile (da 20,9% a 19,7%).

Per quanto riguarda invece le relazioni commerciali, nel 2019 il Mezzogiorno ha registrato un interscambio commerciale con l’estero pari a quasi 103 miliardi di euro, in calo dell’1,6% rispetto al 2018; le importazioni sono state pari a 53,9 miliardi (-1,8%) e le esportazioni pari a 49 miliardi (-1,4%).

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