22/09/2015

Banche, iniziata l'era del Bail-in

La camera dei deputati ha approvato il 7 luglio la legge sul Bail-in: il salvataggio delle banche a opera degli azionisti e dei creditori, che si contrappone al Bail-out, ovvero al salvataggio degli istituti di credito tramite le casse pubbliche. Un provvedimento imposto a tempi di record dall'Unione europea, sull'onda della crisi greca. Il giorno dopo la Banca d’Italia ha tenuto a far presente che dal primo gennaio 2016 ci saranno nuove regole per la gestione delle banche europee. Se le cose non dovessero andare bene a rimetterci saranno, nell’ordine: 1. gli azionisti; 2. i detentori di altri titoli di capitale; 3. gli altri creditori subordinati; 4. i creditori chirografari; 5. le persone fisiche e le piccole e medie imprese titolari di depositi per l’importo che eccede i 100 mila euro; 6. il fondo di garanzia dei depositi che contribuisce al bail-in al posto dei depositanti protetti. 

Il sistema pubblico ha già pagato molto per le malefatte di amministratori incauti. Adesso l’Europa impone nuove regole, che si possono anche condividere, ma facendo qualche precisazione per aiutare a districarsi in questo marasma. Chi si ricorda che, una volta, gli amministratori di società dovevano prestare cauzione se nell’espletamento del proprio mandato commettevano errori da cui potevano derivare danni per la società e i soci? Oggi sembra, in alcuni pessimi casi, che la gestione societaria sia affidata ad amici per curare gli interessi degli amici degli amici, tanto chi ci rimette sono solo gli azionisti. Chi si ricorda di quel banchiere romano che nonostante la società da lui amministrata avesse chiuso in forte disavanzo era riuscito a farsi riconoscere un bonus milionario in euro? 

Già il barone Rothschild (uno che la sapeva lunga) soleva ripetere che “i bilanci delle società sono come i bichini delle donne: lasciano intravedere cose belle, ma nascondono quelle più interessanti". Sembra davvero di essere tornati ai tempi di Dante: “Nave senza nocchier in gran tempesta". Riceviamo tante telefonate, come la gran parte degli utenti. Tutti propongono di cambiare gestore per l’energia, per il gas, per il telefono, suggerendo soluzioni mirabolanti a tutti i vecchi problemi. Provare per credere. Non passa neanche il tempo di un veloce flirt che tutto ritorna forse peggio di prima. 

Tra un po’ ci saranno anche le banche a proporre servizi a costi irrisori, vantando solidità patrimoniali che nessuno di noi è in grado di valutare. Succederà che il primo funzionario di banca che si propone come collaboratore dovrà portarci un bilancio e delle relazioni serie, certificate, con l'imprimatur della Banca d’Italia che così se ne renderà responsabile prima di intrattenere rapporti che nemmeno sulla carta dovrebbero più esistere. Ormai i tempi sono maturi per farsi dare dalle banche tutti i soldi possibili, ma prestando molta attenzione sia a comprare azioni di banche sia a depositare consistenti patrimoni presso alcune di loro, per non doversi trovare con carta straccia. Mi rendo conto che anche questo è un paradosso: se le banche non ricevono denaro in deposito, non possono darne a credito ai propri clienti. Ma le banche dell’Unione Europea e la Banca d’Italia ci raccomandano di prestare tutta l’attenzione possibile nell’impiego dei nostri risparmi.

di Franco De Renzo
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