29/05/2025

Alla LIUC il primo report italiano su IA e Logistica, in collaborazione con Columbus Logistics

Indubbiamente, il mondo è cambiato negli ultimi anni, in quanto a tecnologia ed evoluzione della società. E se vogliamo fissare una data precisa di questa trasformazione epocale dobbiamo risalire esattamente a questa: mercoledì 30 novembre 2022. Quel giorno, infatti, il mondo è venuto a conoscenza della nascita e della possibile utilizzazione da parte di tutto il genere umano di Chatgpt, l’applicazione d’intelligenza artificiale frutto dell’intenso lavoro degli scienziati impegnati nei laboratori di OpenAI, società - più precisamente “laboratorio di ricerca” - di San Francisco, negli Stati Uniti,  che si occupa da decenni di sviluppare e promuovere, appunto, l’intelligenza artificiale per rendere la nostra vita più facile, migliore e proiettata verso un futuro di conoscenza assolutamente rivoluzionario.

Ma se pensiamo che lo studio di questo inimmaginabile regalo che la scienza umana ci ha regalato risalga a qualche lustro di studi ci sbagliamo di grosso perché, come ha spiegato lo scorso mercoledì 21 maggio 2025 alla LIUC - la Libera Università Carlo Cattaneo di Castellanza (che ha sede in provincia di Varese) - Luca Mari (professore ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche della Scuola di Ingegneria Industriale della stessa università) nel corso del convegno “Intelligenza artificiale & Logistica: il futuro è già qui”, a scriverne per prima fu la matematica britannica  Ada Lovelace che - addirittura nel 1843! - inventò il software per il calcolatore meccanico, e successivamente uno dei più grandi matematici della storia (ma anche molto altro: logico, crittografo e filosofo) Alan Turin, anch’esso inglese, che ha lavorato in questo campo antesignano negli anni 50 del secolo scorso ed è di fatto considerato il padre dell'informatica moderna.

Due autentici visionari che avevano capito prima di tutti e con largo anticipo come avrebbe potuto “girare” il mondo in maniera intelligente e artificiale nei secoli a venire. Quei cerini accesi da quei geniali interpreti della voglia di conoscenza insita nell’essere umano allora, ha voluto mettere in chiaro Mari, sono quelli che ci sono stati tramandati accesi oggi, e che “quello che la diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa ci sta prospettando è un cambio di paradigma: sarà, probabilmente, una rivoluzione industriale, le cui caratteristiche non sono però ancora così ben delineate. Ma già si tratta di una rivoluzione culturale, che siamo tutti chiamati a cercare di comprendere”.

Dunque, sia che di rivoluzione industriale oppure culturale si tratti occorre saperla gestire, manovrare, conoscere in ogni ambito personale ma soprattutto professionale, per restare al passo con i tempi e non restare indietro o addirittura al palo: ogni giorno che passa l’intelligenza artificiale compie balzi giganteschi e dobbiamo saperci muovere con lei. Per questo la Liuc ha realizzato il report “Radar IA, l’evoluzione e l’applicazione delle soluzioni di Intelligenza Artificiale nel mondo della logistica e della supply chain”, di fatto la prima “radiografia” realizzata nel nostro Paese completamente dedicata al rapporto tra intelligenza artificiale e logistica. I risultati sono stati presentati davanti a una foltissima platea - composta soprattutto da esperti di fama mondiale e aziende best-in-class - attentissima a quali è attualmente lo “stato dell’arte” del settore e come questo possa evolvere nell’immediato e lontano futuro.

Ad aderire al progetto hanno contribuito le risposte di oltre 600 direttori logistici e della supply chain in Italia all’indagine realizzata dal Centro sulla Logistica e la Supply Chain (i-LOG) della stessa università varesina, ricerca effettuata da Nicolò Trifone, (ricercatore i-LOG della LIUC) e Alessandro Furlanetto (assegnista di ricerca dello stesso ateneo) con la supervisione dal direttore del centro professor Fabrizio Dallari, oltre che avvalersi anche della collaborazione con Columbus Logistics.

Analizzando i dati più importanti che sono emersi dal rapporto è da evidenziare che poco più di un terzo delle aziende intervistate raggiunge la sufficienza in termini di “maturità digitale”, e che solo il 30% ha dichiarato di disporre di una qualche forma di IA all’interno dei sistemi IT adottati in ambito logistico; solo l’8% vanta un’applicazione implementata e funzionante, mentre il rimanente 22% vive ancora una fase d’implementazione. Ancora, le applicazioni nell’ambito del Supply Chain Planning sono le più diffuse, toccando circa il 22% degli intervistati, il Sales Forecasting è indicato dal 43% di chi dichiara di possedere almeno una applicazione. La “Top 5” delle applicazioni di IA quelle relative al Production Planning, al Transportation Planning, all’ottimizzazione delle attività di magazzino e alla gestione delle scorte.

Per Nicolò TrifoneTra le principali motivazioni sottostanti l’adozione di una soluzione di IA (e relativo investimento) c’è, in primo luogo, il miglioramento dell'affidabilità e dell’accuratezza, seguito dalla necessità di velocizzare l’elaborazione dei dati. Meno rilevanti risultano le scelte per una riduzione dei costi operativi o per la riduzione delle operazioni ripetitive. Al contrario, coloro che non hanno implementato alcuna soluzione di IA sostengono la mancanza di competenze all’interno dell’azienda (il 52% dei rispondenti), seguita dalle difficoltà di integrazione con gli attuali sistemi informativi aziendali (33%)”.

Le “Top 3” soluzioni di IA per la logistica e la supply chain maggiormente ricercate dalle aziende nei prossimi anni appartengono tutte all’ambito del magazzino. In particolare, l’identificazione e la tracciabilità dei materiali per migliorare l’efficienza di magazzino; l’allocazione dinamica degli articoli in magazzino per ridurre i costi di movimentazione; infine, l’automazione e la robotizzazione delle operazioni di magazzino, a fronte della crescente difficoltà a reperire lavoratori.

La dimensione aziendale incide in modo significativo sull’adozione dell’IA: il 33% delle aziende con fatturato di oltre 50 milioni di euro ha almeno una soluzione attiva, rispetto al 21% delle PMI. Questo riflette una maggiore disponibilità di dati e capacità di investimento nelle grandi imprese.

Inoltre, processi come l’automazione robotica o il carico degli automezzi risultano ancora poco adottati e solo moderatamente desiderati, probabilmente a causa di costi elevati, delle complessità tecniche o perché sono considerati meno prioritari da molte aziende.

Per i fornitori IT è utile sviluppare soluzioni modulari, verticali e facilmente integrabili, soprattutto nei settori dove oggi l’Intelligenza Artificiale è desiderata ma percepita come difficile da implementare. A tal proposito conviene osservare, ha commentato ancora Trifone,il confronto tra desiderio e adozione può servire da bussola strategica, sia per chi usa sia per chi sviluppa tecnologie, aiutando a definire priorità e roadmap di trasformazione digitale nella supply chain”.

Tiziano Marelli

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