06/07/2016

Agroalimentare italiano, bene il commercio mondiale

Si conferma anche per il 2015 la performance positiva del commercio con l’estero dell’agroalimentare italiano registrando un incremento rispetto al 2014 del 7,4% dell’export (37,2 miliardi di euro nel 2015) e del 2% dell’import (42 miliardi di euro). Tale dinamica ha prodotto una riduzione del deficit della bilancia agroalimentare, che è sceso, per la prima volta negli ultimi 25 anni, sotto la soglia dei 5 miliardi di euro (-4.782 milioni). Ciò ha comportato un miglioramento del saldo di 1,73 miliardi di euro rispetto al 2014. Questa è la fotografia scattata dal CREA, con il suo centro di Politiche e bioeconomia, nel rapporto Commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari, presentato in occasione dell’evento Il commercio agroalimentare dell’Italia e il made in Italy – presentazione del Rapporto CREA organizzato da ICE e CREA in collaborazione con SMEA. 


Le dinamiche in gioco
In particolare l’export è stato trainato dall’aumento dei volumi esportati (+9,3) a fronte di una diminuzione dei prezzi (-1,8%). La crescita dell’import, invece, è dovuta all’aumento dei prezzi (+4,5%) a fronte di una flessione dei volumi importati (-2,4%). Il valore delle esportazioni (37,2 miliardi di euro) è ripartito in 6,6 miliardi per il settore primario (in particolare frutta fresca e legumi e ortaggi freschi), in 23 miliardi per l’industria alimentare (tra cui derivati dei cereali, prodotti lattiero-caseari, ortaggi trasformati e oli e grassi) e in 7,4 miliardi per quello delle bevande (principalmente vino). Dal lato delle importazioni (42 miliardi), 14 miliardi riguardano il settore primario, 26 miliardi l’industria alimentare e 1,5 miliardi quello delle bevande. Anche nel 2015 il nostro principale partner commerciale per l’export agroalimentare è l’area dell’UE28 (65,7%), seguito da Nord America (11,8%), Paesi Asiatici non mediterranei (8,1%) e gli Altri Paesi Europei non mediterranei (6,3%). 


Quanto vale in "made in Italy" del food
Le esportazioni del made in Italy, che coprono il 74% circa del totale agroalimentare, hanno raggiunto il valore di 27,4 miliardi di euro circa, con un incremento del 7,1% rispetto al 2014 legato all’aumento sia dei prezzi sia delle quantità. In particolare il made in Italy agricolo (tra cui mele, uva da tavola e kiwi) si è attestato su 4,2 miliardi di euro circa, il made in Italy trasformato (i cui principali comparti sono il vino confezionato, il pomodoro trasformato, i formaggi, i salumi e l’olio d’oliva) su 15,5 miliardi e made in Italy dell’industria alimentare (tra cui pasta, prodotti da forno e prodotti dolciari a base di cacao) su 7,7 miliardi di euro. "I dati elaborati dal CREA – ha spiegato Ida Marandola, direttore generale – confermano anche per quest’anno il ruolo di rilevo del settore agroalimentare nella bilancia commerciale del nostro Paese. Per il quarto anno consecutivo il peso dell’agroalimentare sull’export complessivo di merci è aumentato, raggiungendo la quota del 9%. Si tratta del valore più elevato degli ultimi 25 anni".
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