23/01/2018

Dai negoziati dell'Unione Europea col sudamericano Mercosur rischi per l’agricoltura italiana

Dopo il Ceta (l'accordo economico e commerciale globale tra l'UE e il Canada negoziato di recente) arriva il negoziato commerciale che l’Unione Europea ha intrapreso Mercosur (mercato comune dell'America meridionale; ne fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela). E l’agricoltura italiana torna a tremare e a protestare, come sostenuto da Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti). 


Accordi che danneggiano il made in Italy agroalimentare
Il settore agricolo tornerebbe - secondo la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana - a essere merce di scambio per accordi internazionali che rischiano di danneggiare gravemente le imprese agricole e le produzioni made in Italy. L’intenzione dei negoziatori di Bruxelles sarebbe di chiudere l’intesa entro il prossimo mese di marzo, ma sono diversi i dubbi sull’impatto del trattato su alcuni settori cardine dell’agroalimentare tricolore. Non a caso Coldiretti ha chiesto alle ultime riunioni sui tavoli dei ministeri delle Politiche agricole e dello Svilupo economico di evitare accelerazioni repentine su posizioni non condivise, visti i tanti aspetti che rimangono da chiarire. 


Concorrenza sleale nell'export sudamericano di bovini...
A preoccupare è, tra i vari punti, l’apertura all’arrivo a dazio zero in Europa di grandi quantitativi di carne bovina dai Paesi sudamericani. Si parla di un contingente di 70 mila tonnellate che potrebbe aumentare a 100/130 mila tonnellate. Ciò implica una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani e un abbassamento della qualità per i consumatori, considerato che l’86% della carne importata dall’Ue già proviene dalla Paesi Mercosur che non rispettano gli standard produttivi e di tracciabilità oggi vigenti in Italia e nel Vecchio Continente. 


... e anche di riso e agrumi (spesso contaminati dalla macchia nera)
Lo stesso discorso vale per il riso, dove il contingente tariffario sarebbe di 45 mila tonnellate, ma anche gli agrumi, specie considerano le problematiche fitosanitarie dei prodotti provenienti da Paesi Mercosur contaminati da black-spot o macchia nera (causata da un fungo patogeno; è una delle più devastanti malattie degli agrumi che provoca la maculatura dei frutti e delle foglie). 


Preoccupazioni per il fenomeno dell'Italian sounding
Ma preoccupa anche il discorso della protezione delle indicazioni geografiche e della lotta al fenomeno dell’italian sounding in Paesi come quelli sudamericani, in cui la produzione di cibo che richiama all’Italia o ne storpia le principali specialità è particolarmente fiorente


Penalizzato il nostro export specie nei prodotti più tipici
Decisamente più ridotti i vantaggi per l’export agroalimentare made in Italy. La liberalizzazione riguarderebbe vini, sughi, marmellate, conserve di frutta, olio d’oliva ma non pasta, formaggi, aceti, pomodori preparati. E anche laddove c’è il semaforo verde, come nel caso del vino, il potenziale dell’export resterebbe in ogni caso limitato a causa di un accordo interno dei Paesi Mercosur che favorisce i prodotti di Cile ed Argentina.
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